2015

Juventus, senti Raiola: «Pogba ti ama»

Pubblicato

su

Da Conte a Galliani, da Ibra a Balotelli, dal Torino a Thohir

Ci ha pensato Mino Raiola ad accendere le ultime ore dell’anno. Quelli del noto procuratore sono botti veri e propri.

Si parte dal futuro di Paul Pogba: «Deciderà al momento in base alle offerte che ci saranno sul tavolo e a quello che si sentirà dentro. Si è già trovato nella stessa situazione la scorsa estate. Il giocatore è cresciuto e con lui il prezzo: penso che 100 milioni non basteranno. Dipenderà da Agnelli. Di sicuro il fatto che Paul abbia deciso di rimanere dimostra che ha investito molto sulla Juve. E tanto hanno investito pure i dirigenti bianconeri rinunciando a molti milioni. Tra Pogba e la Juve c’è un legame forte e Paul è uno che pensa e ragiona sempre anche col cuore. Lui sentiva che non era il momento di andarsene e a conti fatti ha avuto ragione. E’ rimasto e si è risollevato dalle difficoltà iniziali, quando i tifosi lo hanno pure fischiato e scaricato ingiustamente. In tanti sarebbero crollati al suo posto. A Pogba non hanno dato fastidio, ma a me sì. Comunque, non condizioneranno le decisioni di luglio. Non siamo bambini, non cerchiamo ripicche. Barcellona in pole? L’unica più avanti delle altre è la Juve», ha dichiarato il noto procuratore ai microfoni di Tuttosport. Raiola, che ha dribblato le domande sul Pallone d’Oro e le possibilità che Pogba lo vinca un giorno, ha anche aggirato le domande sul 10+5 comparso sulla maglia del centrocampista francese: «Paul non si è assolutamente pentito di aver scelto quella maglia: ad altri potrebbe pesare, a lui che è super no». 

CONSIGLI – Raiola consiglia poi alla Juventus di acquistare un centravanti più giovane di Mandzukic per aprire un ciclo quinquennale. L’idea potrebbe essere Lukaku: «Ci devono pensare loro, non io. Lukaku si vende da solo». Per niente sorpreso dall’exploit di Paulo Dybala, Raiola ha fatto i complimenti alla società bianconera: «I miei preferiti della ricostruzione bianconera sono Pogba, Nedved vice presidente, Marotta e Paratici. Agnelli ha costruito un gruppo dirigenziale fantastico». Raiola è poi convinto che Alvaro Morata tornerà al Real Madrid al termine della stagione. Spera, invece, che resti Simone Zaza: «E’ la squadra che deve credere in lui. Il grande segreto di tutti i numeri 9 è quello di convincere i compagni ad avere fiducia, non è una cosa che può imporre l’allenatore. Se tu convinci i giocatori, poi la squadra in un flusso naturale lavora per te, senza gelosie e sperando che gli risolvi le partite. E’ successo così anche a Zlatan in passato ed è il passo che recentemente ha compiuto Lukaku. Zaza ha le qualità per diventare un 9 top a livello europeo». Consiglia Gundogan e ritiene più probabile l’arrivo di Mkhitaryan rispetto a quello di Oscar.

VALZER DI PANCHINE – Si passa poi alla possibile girandola di allenatori, che dovrebbe coinvolgere in primis Antonio Conte: «Allegri già ai tempi del Milan era affascinato dal calcio inglese: credo che se gli arrivasse una offerta dalla Premier sarebbe tentato. Poi dipenderà anche dalla Juve. Conte? Lo stimo tanto, può andare ovunque, ma chi lo prenderà dovrà permettergli di esprimere al massimo il suo carattere. Non sarei stupito di un suo ritorno alla Juve. Io avrei portato Antonio al Milan e ci siamo pure andati vicini. All’epoca, nel 2014, gli dissi: “E’ il momento per andare al Milan, con la Juve non riuscirai a fare 4 partite”. Mi ha smentito: si è dimesso dopo due allenamenti. E’ un’idea passata, adesso bisogna lasciare spazio all’ottimo Mihajlovic. Speriamo che lasci davvero la Nazionale dopo l’Europeo di Francia. Uno serio come Antonio non può stare con un presidente scarso come Tavecchio». 

L’AMICO – Raiola ha parlato poi dell’amicizia con l’amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani: «E’ vero che considero Galliani un amico e mi prendo la responsabilità per avergli portato Mattioni nel momento sbagliato. Però è vero anche che gli ho portato Ibra e Van Bommel a prezzi fuori mercato, uomini decisivi dell’ultimo scudetto. Mattioni è citato dai nemici che vogliono fare male ad Adriano e al Milan. E’ strano che un dirigente così vincente oggi sia così bistrattato. Io e Galliani siamo uguali: lui quando parla del Milan e del suo presidente non guarda in faccia a nessuno, neppure a me. Anzi, sfrutta la nostra amicizia per il bene del Milan: le trattative più dure sono con lui. Per Adriano, Berlusconi e il Milan valgono come i figli e li difende come un animale feroce. Io lo rispetto perché con i miei giocatori mi comporto allo stesso modo. Il nostro feeling è servito anche per Donnarumma: ora in Europa lo chiedono tutti i club più importanti. E poi non capisco, dicono che siamo troppo legati, ma Pogba non gioca nella Juve? Il nostro è un rapporto onesto e indipendente».

GIOIELLI – Il jolly da giocarsi è, però, Zlatan Ibrahimovic, in scadenza di contratto: «Per la prima volta in carriera vuole prendersi tutto il tempo per decidere e valutare. I progetti sono tanti. Pensare di rivederlo in Italia è fantacalcio», ha spiegato Raiola, che poi ha parlato di Mario Balotelli: «E’ il più forte attaccante italiano. Sono certo che Mario conquisterà Conte con i fatti e segnando col Milan. E’ un ragazzo troppo giudicato e stressato, in un Paese non pronto per avere un giocatore di colore così forte. L’Italia da questo punto di vista è indietro anni luce. Nel calcio c’è razzismo, anche inconsciamente: i giocatori di colore devono dimostrare il doppio degli altri». 

BACCHETTATE – Sul mercato del Torino: «Dovrebbe essere l’Udinese di 4-5 anni fa, con giocatori giovani e di talento: ma purtroppo i tifosi non glielo permettono. Capisco la gente granata perché il Toro ha una storia importante, però il mondo si riqualifica ogni 5-6 anni. Bisogna essere flessibili e trovare sempre nuovi ruoli: 10 anni fa la Juventus era più importante del Real Madrid, oggi invece ha un altro ruolo. Come dico ai miei giocatori: gli animali più forti al mondo erano i dinosauri, che però sono tutti morti perché non hanno avuto la capacità di evolversi. Detto questo, Petrachi è molto bravo. Un nome? Al Torino vedrei bene Bruno Rapanelli, un baby Oscar». E una bacchettata all’Inter: «Di Thohir non ho capito il progetto, a patto che esista. Forse è solo quello di portare l’Inter in Borsa, rientrare di quanto investito e andarsene. Anzi, forse l’unico progetto di Thohir è Mancini». 

Exit mobile version