2016

Vazquez: «Potrei ritrovare Dybala»

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Poi “chiama” Conte: «Vorrei tornare presto in Nazionale»

Dopo la partenza di Paulo Dybala il Palermo è cambiato. Molte le difficoltà affrontate nella prima parte della stagione dalla squadra rosanero, che ora vuole svoltare con Schelotto in panchina: «La sua idea nel 4-3-3 è quella di cambiarmi posizione a partita in corso, ma dipende da me sfruttare al momento giusto le occasioni che la gara ti offre. A Schelotto ho detto solo che Palermo è una città che vive di calcio, molto simile a tante città dell’Argentina. Ma lui non ha bisogno di molti consigli. E’ un leader, vuole lasciare il segno. Lui e il suo staff hanno usato le parole giuste prima della sfida con l’Udinese. Con Mijatovic non ho invece avuto ancora l’opportunità di parlare», ha rivelato Franco Vazquez nell’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport.

DI NUOVO INSIEME – La Joya resta tra i pensieri del trequartista del Palermo, che non esclude la possibilità di tornare a giocarci insieme: «Paulo è giovane e ha un talento incredibile, per questo si è imposto subito: non mi stupisce affatto e sono felice per lui. Gli voglio bene. Io intanto devo salvare il Palermo, poi certo mi piacerebbe un giorno tornare a giocare accanto a Paulo, insieme qui a Palermo abbiamo fatto grandi cose partendo dalla B: ero fuori lista e fui ripescato da Iachini, lui veniva da un grave infortunio».

OBIETTIVI – Resta con i piedi ben piantati per terra, però, Vazquez, anche quando si parla del sogno di giocare in Champions League e di conquistare un posto in Nazionale per gli Europei: «Non posso permettermi sogni in questa fase: sono concentrato per raggiungere prima possibile la salvezza. Io rispetto le scelte di Conte, ma di sicuro vorrei tornare presto a vestire la maglia dell’Italia». Non si sbilancia nemmeno sul futuro del Palermo stesso, oltre che sul suo: «Salviamo il Palermo, poi si vedrà. Col presidente ho un ottimo rapporto e lo ringrazierò sempre perché è quello che ha sempre avuto più fiducia in me. Non so che cosa succederà a giugno, non posso decidere io di andare alla Juve, al Milan, all’Inter o altre squadre che lottano per obiettivi più importanti. Lui fa solo il bene della squadra, io devo chiudere la stagione con l’obiettivo che conosciamo».

LE DIFFICOLTA’ – All’orizzonte la sfida contro il Carpi, uno scontro diretto per la salvezza: «E’ una stagione diversa. La squadra è cambiata molto, è più giovane ed è anche normale un’annata di maggiore sofferenza. Dobbiamo lavorare. Carpi? Siamo abituati ormai a queste gare secche, Verona deve essere l’esempio. Non è una partita decisiva ma di sicuro molto importante. Mio erede? Io dico Quaison, per me è veramente forte, deve convincersene anche lui. Ha un’ottima visione di gioco e una forza eccezionale». Inevitabile, infine, il commento sull’autogestione prima della gara vinta a Verona: «Dico solo che è stato un momento molto brutto, ma rimane tutto lì. Io posso solo fare gli auguri a Ballardini, che per me ha speso sempre belle parole, come quando ha detto che sono pronto per il grande salto».

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