2016

Sorrentino saluta: «Palermo, non rinnovo»

Pubblicato

su

«E’ stato un anno pesante, mi ha logorato: non dormivo la notte»

Oggi si chiude l’esperienza di Stefano Sorrentino nel Palermo. Il portiere in conferenza stampa ha annunciato l’addio: «Non è una giornata semplice per me. Ringrazio la società che mi ha permesso di tenere la conferenza stampa qui allo stadio, dove sono stato presentato tre anni fa. Ad alcuni capitani non è stato permesso. Ho deciso di non rinnovare il contratto con il Palermo per tanti motivi. Quello più grande è che dopo un’annata del genere e dopo esser stato a lungo lontano dalla mia famiglia ho voglia di riavvicinarmi a casa. La mia carriera sta per finire, le mie figlie crescono e hanno bisogno di me. Ringrazio il presidente per la sua offerta. Qualcuno ha scritto che quella del Chievo è più vantaggiosa, ma non è vero. Il Palermo mi ha offerto di più, ma io ho dato priorità ad altro. Se pensassi ai soldi, a quest’ora starei negli Stati Uniti».

MOTIVAZIONI – L’ormai ex capitano rosanero ha parlato della sua scelta e del suo futuro: «Ho ricevuto molte offerte da gennaio ad oggi, ma mi ero ripromesso di rimandare la decisione a dopo la salvezza. La mia decisione è anche legata ad un discorso progettuale: il gruppo si sta ringiovanendo e fare da chioccia non è nelle mie corde. Finire in secondo piano non fa per me. Voglio essere un buon papà al 100% almeno una volta a settimana. Non ho ancora firmato col Chievo, non sono ancora stato a Verona. C’è l’accordo, ma non ancora l’ufficialità. Non ci dovrebbero essere problemi, ma aspettiamo le firme».

FINO ALLA FINE – Sorrentino ha parlato poi della salvezza e del suo possibile erede: «E’ stato qualcosa di incredibile, molto più bello e sentito della vittoria del campionato di Serie B. Non ho mai pianto in pubblico, ma l’altra sera non riuscivo a fermarmi. Sono stato l’ultimo ad uscire dal campo, non riuscivo a lasciare la gente e lo stadio. Ho sentito la maglia del Palermo come una seconda pelle. Nel mio cuore c’erano Torino e Chievo, ora anche il Palermo. Io dico che non è un addio, ma un arrivederci. Mi piacerebbe tornare qui da dirigente. Posavec? Gli auguro di essere pronto, perché giocare nel Palermo in Serie A non è semplice. Ha un’arma in più che io non avrò, cioè Vincenzo Sicignano. Se l’avessi conosciuto prima, forse avrei avuto una carriera migliore».

RESPONSABILITA’ – E poi dribbla le domande sulle frizioni con Davide Ballardini: «Non voglio fare polemica. E’ stato un anno difficile e pesante. E mi ha logorato. Ho messo spesso la faccia, prendendomi anche responsabilità non mie. Non mi davo pace perché era il mio primo anno intero da capitano e vedevo la squadra che lentamente retrocedeva. Me ne stavo facendo una malattia. Mi svegliavo di notte col pensiero dei punti. Ho dormito pochissimo, le giornate erano lunghe e con un mattone sopra la testa». Infine, si tira fuori dalla corsa per il ruolo di terzo portiere della Nazionale: «Quello che conta è che Buffon continui a star bene. Finché c’è lui, l’Italia è in mani sicure. Credo che Marchetti possa farcela: lo conosco bene e spero che possa essere lui il terzo portiere».

Exit mobile version