2018
Perché Verdi avrebbe dovuto dire subito di sì al Napoli?
Verdi ha ponderato con calma l’offerta del Napoli e, probabilmente, l’ha rifiutata: nessun treno perso, Simone è semplicemente nel suo tempo. Non tutti arriveranno alla meta, ma ce ne faremo una ragione
Viviamo in una società un po’ difficile: quella del tutto e subito, o se preferite dell’usa e getta, o ancora del mordi e fuggi. Come vi pare. Mai uno che si prenda il giusto tempo per ponderare, tutti pronti a correre come automi da una parte all’altra per i soldi, il successo, la popolarità e talvolta pure la patata. Poi sì, arrivano le grandi occasioni della vita, quelle che di regola non dovresti farti sfuggire, e ci si mette pure la pressione di chi ti dice: «Ora o mai più. Se non prendi questo treno rischi di rimanere un mediocre per il resto dei tuoi giorni». Ci sono volte però in cui il treno onestamente lo manderesti pure affanculo: non per cattiveria, ma semplicemente perché senti di doverti prendere il giusto tempo per scegliere con calma se salirci su o rimanere giù mentre parte. “Take your time” dicono gli inglesi: prenditi il tuo tempo.
Il tempo di Simone Verdi non è scaduto, si è semplicemente dilatato, perché del resto ognuno ha i suoi bioritmi naturali. Alcuni a 18 anni sfondano e diventano campioni, altri arrivano al successo verso i 30 (se non dopo), altri ancora partono lenti e non arrivano mai, infine ci sono quelli che partono come razzi ma finiscono a lavare i vetri. Non tutti arriveranno alla meta, è vero: oh dai, ce ne faremo una ragione. «Questa è la storia di un ragazzo di 26 anni che ha scelto di stare nel suo tempo, né prima né dopo…», direbbe Maria De Filippi presentando la storia di Verdi a C’è posta per te. Così, quando è arrivata l’offerta del Napoli agli inizi di gennaio, Simone non s’è fatto prendere dall’ansia, dalla pressa, dalla frenesia moderna dei soldi e delle cose, dalla smania di successo o di arrivare lì dove pareva non dovesse mai arrivare. Ha preso armi e bagagli, è volato in vacanza a Dubai con la fidanzata ed ha cominciato a riflettere…
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Verdi al Napoli: la domanda non è “perché no?”, ma “perché sì?”
Simone ha scritto su un foglio i pro e i contro: il Napoli è il Napoli, la squadra che occupa il primo posto in campionato e che magari rischia pure di vincerlo. Lì c’è Maurizio Sarri, un allenatore particolare, ma che conosce bene e con cui ha già giocato ad Empoli. Poi ovvio, ci sono i soldi: 1,8 milioni di euro netti a stagione. Mica cazzi, e scusate il francesismo. Dall’altra parte Bologna, la città a cui sente di essere grato. Poi una società a cui vuole bene ed un allenatore che non vorrebbe davvero proprio mai tradire a metà di un campionato non proprio facilissimo. Infine tante altre cose, ma non sono più fatti nostri. Verdi ha tracciato una linea e, alla fine, ha deciso. Cosa? Lo scopriremo solo vivendo, parafrasando Lucio Battisti, un altro tra quelli che è arrivato al successo solo un po’ prima dei trenta (leggi anche: NAPOLI-VERDI: GIOCATORE VERSO IL NO). Nel mezzo tutta una serie di considerazioni di cui, sinceramente, potremmo anche fare a meno.
Quelli che davano per scontato il sì di Verdi sono poi magari gli stessi che si lamentano della prevedibilità del calcio moderno: toh, ecco una cosa che invece non v’aspettavate. Quelli che la prendono a male sono poi magari gli stessi che fanno la morale sugli ingaggi stratosferici dei calciatori e dicono che in questa società non c’è più religione, che c’è gente che muore di fame, che “è colpa della ka$ta e Gentiloni Ke faaa?”. Tutti lì presi a domandarsi: Verdi al Napoli, perché no? Nessuno a chiedersi però: perché sì? O almeno: per quale stramaledettissimo motivo non avrebbe dovuto almeno pensarci su una settimana, un mese o anche un anno se gli pareva? Sia chiaro come l’acqua: legittima ed anzi quasi fisiologica la volontà del Napoli di non aspettare troppo e virare altrove, però capite bene che nella lista dei pro e dei contro di Simone, con tutta sincerità, questa probabilmente è una di quelle considerazioni che può pure essere appuntata tra le cose di cui non gliene frega un cazzo. Qualcuno forse non l’ha ancora capito, e allora glielo diciamo noi: Verdi non sta perdendo nessun treno, è semplicemente nel suo tempo.