2016
Montella: «Bacca fa la differenza»
E punta la Supercoppa: «Regaliamo a Berlusconi il 29esimo trofeo»
Con il cappellino in testa per far capire ai giocatori chi comanda Vincenzo Montella guida il nuovo Milan. Il tecnico è autorevole, ma non autoritario. Ad un mese dall’insediamento, Montella parla del progetto con entusiasmo e ottimismo. Il primo bilancio è positivo, anche se avrebbe preferito prender parte al preliminare di Europa League anziché portare la squadra in tournée: «Il Milan non può stare senza Europa», spiega Montella, secondo cui la squadra sarebbe più avanti di quanto preventivato. A La Gazzetta dello Sport ha assicurato che i giocatori stanno assimilando le sue idee e che vuole portare avanti il progetto guardando le cose da una prospettiva positiva: «Siamo in costruzione e io sono stato scelto per un disegno tecnico ambizioso, perché fare calcio in questo modo è molto più difficile. Ma ho le idee chiare su come e dove intervenire», ha dichiarato Montella, riferendosi ad un calcio piacevole e quindi alla voglia di vincere attraverso il bel gioco.
ALLO SCOPERTO – Una filosofia che fa breccia nel cuore di Silvio Berlusconi: «Mi ha chiamato pochi giorni fa. Era contento, mi ha detto che stiamo portando avanti un bel pensiero di calcio», ha raccontato Montella, che non pensa di chiedere troppo alla squadra. E allora l’allenatore del Milan coglie l’occasione per togliersi di dosso quell’immagine che nel tempo gli è stata appiccicata addosso: «Mi credono un borioso, uno snob, io invece mi ritengo soltanto riservato, con un grande senso pratico: sono molto più razionale e autocritico di quanto si possa pensare». Si aspetta di più dal gruppo Montella, perché i tanti cambi in panchina sono legati anche al rendimento insufficiente della squadra. Ma l’allenatore è pronto a dare di più: «Io mi sento semplicemente migliore di qualche tempo fa, e lo voglio dimostrare. Mi sento quasi un allenatore, mentre fino a un paio d’anni fa ero incompleto. Ora sono più pronto. Fidatevi di me. Fidatevi di noi».
NIENTE SCUSE – Di sicuro Montella è uno che non ha pazienza, dietro cui si nascono alibi. Non devono esserlo né il mercato né la questione societaria: «Il gruppo ha dimostrato di non lasciarsi condizionare, anche perché non accetto distrazioni per alcun motivo». C’è l’esigenza di rinforzarsi e, infatti, Montella ha rivelato di confrontarsi quotidianamente con l’amministratore delegato Adriano Galliani, ma non si sbilancia ulteriormente, se non per Carlos Bacca: «Ti fa fare la differenza, non sono d’accordo con chi lo reputa poco incline al mio gioco. Io penso a lui come a un giocatore del Milan». Poi bacchetta Niang, che considera dalle qualità indiscusse ma anche discontinuo: «Maturerà quando accetterà una panchina che ritiene ingiusta». Reputa l’addio di Jeremy Menez una sconfitta, ma assicura che l’addio è stato sereno: «Probabilmente non sentiva più suo l’ambiente». E’ ancora presto, invece, per pensare alla Nazionale. In mente ha la Supercoppa: «E’ già da un po’ che ci penso. Potrebbe essere il 29° trofeo dell’era Berlusconi, qualcosa che dà grande autostima».