2016
Menez: «Offerta dalla Cina, c’ho pensato»
«Volevo aspettare fine stagione, sono sincero: non tutti nascono ricchi»
Jeremy Menez è rinato ancora dopo un periodo buio: l’infortunio, l’impossibilità di aiutare il Milan, in difficoltà in campionato, quindi il ritorno e la capacità di tornare subito decisivo. La parabola dell’attaccante francese, ex Roma, è sempre la stessa da anni a questa parte: dopo un periodo positivo, ne arriva uno negativo, quindi di nuovo uno positivo. Come quando dal Paris Saint-Germain era arrivato in rossonero, oltre un anno fa: a Parigi era sparito dai radar, ma al Milan si era subito rilanciato alla grande. Qualche mese fa poteva cambiare ancora una volta maglia Menez, ma stavolta ha saputo dire di no. «C’è stato un contatto con qualche club cinese (come per il compagno Luiz Adriano, che era quasi un giocatore del Jiangsu Suning, ndr), ma ho preferito finire la stagione e poi vedremo – ha confessato oggi Menez nel corso di una intervista – . Dico la verità: faccio un mestiere bellissimo, ho giocato in grandi club, ma non tutti nasciamo con l’oro in bocca. Quando vedi una proposta come quella di un club cinese ci pensi, credo sia normale». Viva l’onestà.
MENEZ: «ITALIANI INGIUSTI» – Adesso si parla già di rinnovo (il contratto di Menez scadrà nel 2017, ndr): «Vedremo, ma per ora qui sto bene. Dovremo metterci intorno a un tavolo e parlare – ammette Menez ai microfoni de L’Equipe – . I giornali italiani in estate dicevano che potevo partire, ma io avevo parlato con Adriano Galliani e mi aveva già detto che sarei rimasto, non voleva cedermi. Certe critiche sono ingiuste, in Italia dimenticano che io l’anno scorso ho segnato sedici gol. I giornalisti italiani dicono che sono un solista, che non difendo, hanno sempre qualcosa da dire, ma io non sono perfetto di certo». A inizio stagione ci si è messo un brutto infortunio all’anca, poi: «Mi era già successo al PSG, ma lì durò due mesi e tornai subito. Stavolta sapevo a cosa andavo incontro e ho deciso di farmi operare. Il problema è che quando ho ricominciato ad allenarmi le cose non andavano ancora bene: ho scoperto di avere un’infezione e non è stato facile, perché non vedevo vie d’uscita. Oggi sto meglio, ma sono ancora preoccupato: ci sarà bisogno di tempo per tornare al top».
«FRANCIA, QUALCOSA È CAMBIATO» – Nonostante tutto, Menez non viene convocato con la Francia dal 2012: colpa di alcuni screzi con il commissario tecnico Didier Deschamps, mormora qualcuno… «Oggi ho 28 anni, direi che non è impossibile che torni in nazionale. Però adesso la nazionale non è più la cosa più importante della mia carriera, come invece lo era quando venivo sempre convocato. Quando non vieni chiamato per tanto tempo a certe cose ci pensi». Messe da parte le polemiche col PSG, invece (Menez aveva detto l’anno scorso di essere stato trascurato da Laurent Blanc a favore di giocatori stranieri): «Lì è stata una bella avventura: ho vinto e mi sono divertito. Se il PSG oggi è al top è stato grazie alla spinta di un gruppo di giocatori che c’era prima: il PSG è la mia squadra del cuore, sono contento di averci potuto giocare». Adesso le cose sono cambiate, ma Menez è rinato ancora.