2016
Mkhitaryan: «Juventus? Tutto è possibile»
«Al Borussia mi trovo bene, ma tutto può cambiare in fretta»
Henrikh Mkhitaryan conosce, oltre all’armeno, l’inglese, il francese, il russo, il portoghese e il tedesco. In futuro, però, potrebbe imparare l’italiano, perché resta un obiettivo di mercato della Juventus. E il trequartista del Borussia Dortmund qualche segnale in tal senso lo manda: «In questa vita tutto è possibile, non si sa mai. Ecco perché non dico nulla sulla Juve o altre squadre. In estate vedremo. Quale campionato preferisco? E’ più importante scegliere bene il club in cui puoi dare il meglio di te. Io sono il giocatore che manca alla Juventus? Ma ha attaccanti super come Dybala, Morata e Mandzukic. Io trequartista? Non lo so. Forse… Pogba? Grande giocatore ma non ho avuto mai il piacere di incontrarlo», ha dichiarato a La Gazzetta dello Sport.
LE TAPPE – In Italia poteva arrivarci quando aveva 19 anni, perché fu ad un passo dal firmare con il Chievo: «Fui sconsigliato. Evidentemente doveva andare così», ha spiegato Mkhitaryan, che è poi cresciuto con Mircea Lucescu nello Shakhtar Donetsk: «Io lo aiutavo a parlare con i giocatori brasiliani, visto che nel mio stage al San Paolo a 13 anni avevo imparato il portoghese. E presi confidenza con l’italiano grazie a lui. Ma soprattutto nello Shakhtar ho scoperto il grande calcio». Poi l’esperienza in Germania: «Con Klopp il nostro era un calcio forsennato: pressing e contropiede. Invece, Tuchel ci ha cambiato la vita: ora comandiamo noi il gioco e io ho più libertà per attaccare. Grazie a lui adesso so rendermi più utile. Aubameyang e Reus davanti si integrano alla perfezione: io ho la libertà di svariare da destra a sinistra per giocare tra le linee. Così segniamo tutti tanto e io mi diverto a mandarli in gol. È una stagione esaltante per il Borussia, voglio dare il massimo per questo club. Qui mi trovo benissimo. Ma nella carriera di un calciatore tutto può cambiare in fretta».
FAMIGLIA E STUDI – Nel corso dell’intervista Mkhitaryan ha parlato anche della sua famiglia e in particolare del suo legame con la madre Marina, che lavora per la Federazione armena, e con sua sorella Monika, che invece lavora all’Uefa. Ma anche della scelta di affidarsi all’agente Mino Raiola: «Io ho un carattere riservato, lui è crazy. Ma sin dal primo momento ci siamo intesi su un fatto: accetto i suoi consigli ma anch’io sono crazy a mio modo. E non mi può imporre nulla». Il calciatore armeno rivela di essere appassionato di scacchi e di essere ad un passo dalla laurea in economia: «Mi manca un solo esame, in estate conto di tornare in Armenia per laurearmi. Mi sono sacrificato in questi anni perché sono convinto che a fine carriera avrò più chance: il mondo dell’economia mi piace». Infine, sulla sfida contro il Liverpool di Jurgen Klopp in Europa League: «Non dico che possiamo nè che non possiamo vincere la coppa. Andiamo avanti e vedremo se arriveremo alla finale. Certo, affrontare subito Klopp dà un’emozione in più».