2017
Juventus, non c’è cifra per Alex Sandro: errore venderlo
Calciomercato Juventus: sul piatto la cessione di Alex Sandro: le ragioni per cui è sbagliato venderlo, a qualsiasi cifra
Alex Sandro e la Juventus, un matrimonio che secondo alcuni rumors di calciomercato rischierebbe di finire dopo appena due anni: era l’agosto del 2015 quando l’esterno brasiliano si trasferiva in bianconero, prelevato dal Porto per ventisei milioni di euro. Una cifra che agitò la penna di diversi opinionisti, ritenuta spregiudicata per un calciatore che – a loro detta – poco ancora aveva dimostrato. Dopo appena due stagioni, tempo massimo per i duri a comprendere, si intuisce perfettamente come quell’importo fosse del tutto giustificato: Alex Sandro oggi vale più del doppio ed è quanto basta a far comprendere la portata generale di quell’operazione.
Residui di Cardiff?
La seconda finale di Champions League persa in tre anni ha inevitabilmente smosso il mondo Juventus, anche per quanto concerne gli interpreti non figuranti nella finale di Berlino contro il Barcellona: Dani Alves ha scelto altri lidi e dunque rescisso consensualmente il legame contrattuale con la società torinese, non l’unico big del cui futuro si è discusso e tuttora si sta parlando. Nubi intorno alla figura di Bonucci in base ad alcuni episodi accaduti nel corso della passata stagione, posizione cruciale del difensore però ribadita proprio dall’allenatore Massimiliano Allegri nelle ultime ore, sul piatto ci è finito anche Alex Sandro: boccone goloso per i club che non hanno limiti di spesa, si ipotizzano offerte addirittura superiori ai sessanta milioni di euro, provenienti da club inglesi – Chelsea su tutti, con Antonio Conte spettatore interessato da mesi – e dall’immancabile Psg che ovunque sta ed ovunque trama. La Juventus in due anni andrebbe a generare una plusvalenza nette di oltre trenta milioni di euro, ancor maggiore considerando i due anni già ammortizzati a bilancio. Insomma in termini strettamente economici l’operazione di dismissione parrebbe convenire eccome: la situazione però, ad un’analisi più approfondita, si presenta sotto pieghe differenti.
Come sostituire Alex Sandro?
Prima di addentrarci nello studio del calciatore, poniamoci già avanti: venduto Alex Sandro, come ci si comporta? Che si fa? Senza dubbio andrebbe ricercato sul mercato un valido sostituto, ammesso che la Juventus non voglia restare con il solo Asamoah a presidio della corsia mancina. Un’ipotesi che ovviamente non sta in piedi: bene, analizzando le disponibilità internazionali del ruolo, non sembra esserci un esterno sinistro completo come lo è il brasiliano. Marcelo? David Alaba? Marcos Alonso? Jordi Alba? Alexsandar Kolarov? Daley Blind? La lista è ancora lunga ma soltanto i primi due sembrano essere al livello che spetta riconoscere al brasiliano. Dunque: difficoltà strutturali a sostituire una pedina in un ruolo in cui c’è carenza a livello internazionale, i soli che tengono il passo non sono minimamente da intendere sul mercato. E, qualora per assurdo lo fossero, varrebbero quanto o più dei sessanta milioni percepiti dalla sua eventuale cessione: nel caso dell’esterno del Real Madrid peraltro ci si perderebbe in termini di carta d’identità, tre anni più giovane il bianconero. Tradotto: una sostituzione di pari livello non è attuabile. Ulteriore traduzione: vendere Alex Sandro significherebbe acconsentire ad un parziale indebolimento. Non è da Juventus, soprattutto in un frangente in cui si vive con l’incubo della finale di Champions League e che dunque richiederebbe la massima cura dei particolari per riprovarci ad armi pari.
Alex Sandro: un esterno totale
Si è inoltre parlato di motivazioni, quelle necessarie – secondo i vertici dirigenziali bianconeri, in primissima persona Beppe Marotta – per continuare a sposare il progetto bianconero: se mancano, chiunque tu sia, quella è la porta. Lì è la porta d’uscita, portare un’offerta congrua ed ecco il benservito. Con tanto di saluti, senza rancori. Il calciomercato però insegna che esistono ruoli e ruoli: in alcuni casi è più immediato procedere ad avvicendamento, in altri meno. Alex Sandro nella Juventus di Allegri è un perno difficilmente sostituibile, per una serie di ragioni: la prima è di natura strettamente tattica. Già proveniente da un torneo molto tattico come è il campionato portoghese, nei due anni italiani si è ulteriormente completato: può agire indifferentemente da quarto di difesa o da quinto di centrocampo, all’occorrenza anche da esterno alto. Il brasiliano è un interprete totale della corsia sinistra, la può vivere a trecentosessanta gradi, caratteristiche che lo rendono in parte unico. Altra ragione: l’età. Classe ’91, è nella piena evoluzione della sua carriera. La forte sensazione è che il meglio debba ancora venire, ora che è perfettamente integrato nelle pieghe del nostro calcio. Terzo motivo, in ordine sparso, è il livello tecnico di cui gode: è il tasto battuto ossessivamente da Max Allegri, una squadra in cui tutti gli interpreti parlino lo stesso linguaggio, fattore che andrebbe ad accrescere la proposta calcistica complessiva fino ad elevarla – passo dopo passo – sui livelli delle corazzate mondiali. Real Madrid e Barcellona, per intenderci, dove tutti (ma proprio tutti) devono superare la barriera all’ingresso: quella della tecnica, dei fondamentali di base. Si gioca al calcio, non ad altri sport. E il pallone va trattato in un certo modo, gli va dato del tu. Infine la proiezione dei numeri: dai due gol e cinque assist della prima stagione in bianconero si è passati ai quattro ed i sette di quella appena conclusa. L’eventuale crescita dei dati sul trend appena riscontrato lo porterebbe sui livelli attesi da un top assoluto del ruolo: Juventus ed Alex Sandro, non sarebbe così facile spiegare l’addio. Non per un club dalle determinate ambizioni, non ad una piazza tuttora affamata come quella bianconera.