2016

Eder: «Leicester? Non me la sentivo»

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L’attaccante dell’Inter suona la carica: «Possiamo ribaltare ogni cosa»

Ha cominciato a giocare a calcio a cinque, poi è passato sul campo grande grazie alla spinta di suo padre. Dopo provini, test e partite è stato scoperto da Pantaleo Corvino, che voleva portarlo alla Fiorentina. Invece, è finito all’Empoli. Questa è la breve storia delle prime tappe della carriera di Eder, che dovrà affrontare proprio i viola nel prossimo turno di campionato: «E’ una squadra che ha identità, palleggia bene, che sta dimostrando davvero tante belle qualità. Chi toglierei ai viola? Posso sceglierne due? Ilicic e Borja Valero. Quando non riesci a vincere meglio non perdere? Sacrosanto: Handanovic ha ragione. Vale sempre e come pensiero è buono anche per la trasferta di Firenze. Ripeto: dipende tutto solo da noi», ha dichiarato a La Gazzetta dello Sport.

GIOCHI APERTI – Una sfida delicata e importante per l’Inter, ma non decisiva secondo l’attaccante nerazzurro: «Ma può darci una spinta in più. Notevole. L’importante è mantenere l’equilibrio, che si vinca o si perda non sono 3 o 4 punti di distacco che fanno la differenza a questo punto della stagione. Tanti punti in ballo, tante speranze, tantissime possibilità di ribaltare ogni cosa. Scudetto? Magari Juventus-Napoli finisce zero a zero, noi vinciamo a Firenze e il discorso si può riaprire. Credo a una cosa: tutto è nelle nostre mani e negli scontri diretti che avremo con le altre grandi squadre. Abbiamo addosso il nostro destino e questo è un aspetto che dobbiamo saper sfruttare e non dimenticare».

OTTIMISMO – Eder, dunque, resta fiducioso per il futuro: «In un anno i momenti difficili capitano: prima è toccato a Napoli e Juventus e poi alla Roma. Quindi a noi. Ma siamo sempre lì. A Verona abbiamo preso tre gol simili ed è normale che si venga giudicati in base al risultato: ma abbiamo rimontato, creato tanto contro una squadra che da un mese faceva solo bene, quindi diciamo che qualcosa di positivo c’è. Io la Champions la vedo come il coronamento di un sogno pazzesco: arrivare dal Brasile in Italia, raggiungere la Nazionale, poi l’Inter e quindi il top dei tornei per club, beh, sarebbe veramente il massimo assoluto. Bisogna credere nella Champions perché lavoriamo bene e in un gruppo che mi ha accolto alla grande da subito, per le tante partite che ancora mancano e perché abbiamo Mancini: è un tecnico molto ottimista, vede sempre le cose in maniera positiva».

LA SVOLTA – Si torna indietro. Ma non di molto. Si riavvolge il nastro per arrivare all’esperienza nella Sampdoria, dove dice di aver fatto il cambiamento vero: «Club che non dimenticherò mai di ringraziare e che fra l’altro incontreremo fra due settimane. Prima di arrivare a Genova ero un ragazzo di 24 anni che magari arrivava 10 minuti prima dell’allenamento, che pensava ad altro, insomma proprio un ragazzino… Poi, da lì, mi sono detto: basta, datti una regolata, non buttare questa grande opportunità. E, dall’alimentazione all’allenamento fino a tutto il resto, ho cominciato a cambiare regime. Crescendo». Ferrero presenzialista e Thohir assente? Eder smentisce: «Pensi che Thohir l’ho già sentito tre volte: nei giorni in cui eravamo in trattativa mi ha chiamato, spronato, chiesto di dare il massimo e che era contento della mia scelta interista. Una persona sempre positiva».

COME CALLEJON E HIGUAIN – Eder è uno che corre molto e fa gol, ma all’Inter le reti non sono ancora arrivate. L’attaccante, però, lancia la sua sfida personale: «Prenda l’esempio di Callejon al Napoli: per un po’ non ha fatto gol ma ha lavorato tanto e corso senza soste per il bene della squadra. Poi, palla a quel gigante di Higuain e gol, e Napoli in alto. Insomma: se faccio come Callejon e Icardi segna 30 gol, beh, ci sto». A proposito di Mauro Icardi: «Lo trovo uguale. Forte come ora dentro l’area. A quel tempo, quando salì dalla Primavera, era impressionante: pochi come lui sanno dare tanto dentro l’area. Pochissimi. In cosa è migliorato? Nel dialogare con la squadra, esce per fare sponda, aiuta. Dove può migliorare? Uno come lui deve fare tre gol a partita con i mezzi in possesso: e i 23 anni li farà fra qualche giorno».

ITALIA – Dal nerazzurro all’azzurro della Nazionale: «So che mi chiederà degli oriundi. Ne sento parlare da 11 anni, non sono stato il primo e non sarò l’ultimo. In tante cose mi sento più italiano che brasiliano: quando torno nel mio paese i miei amici dicono che ho l’accento italiano, una volta amavo i fagioli ma adesso se devo scegliere vado a un ristorante italiano. Il mio bisnonno era di Nove, provincia di Vicenza: quando eravamo in Brasile, la nonna voleva parlassimo solo in italiano in casa e poi fuori potevamo usare il portoghese. Conte? Mi conosce, sa quel che posso dare. L’Europeo? L’Italia se la gioca con tutti. Da sempre. E poi, guardate ciò che successe nel 2006: della Nazionale parlavano tutti male ma poi…».

MERCATO – Eder, che ha ringraziato anche Iachini per avergli insegnato a stare nel calcio italiano, ha poi soddisfatto altre due curiosità. Ha commentato le voci di mercato su Roberto Soriano e il rifiuto al Leicester City: «Così si dice… ma non so: certo che se lo prenderà, l’Inter farà un bel colpo. Soriano è un centrocampista moderno, completo, sa fare le due fasi. Leicester? Non sarei andato in Cina a giocare ma in Inghilterra… Ranieri mi ha chiamato e lo voglio ringraziare. Ma dovevo cambiare abitudini, vita, tutto in sei mesi. E non me la sono sentita, soprattutto quando dall’altra parte c’era una grande forza del calcio come l’Inter».

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