2015

Corinthians, Jadson: «Juve o Spagna»

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Il centrocampista vuole tornare in Europa dopo la vittoria del Brasileirão

Potrebbe tornare in Europa dopo aver vinto il Brasileirão: parliamo di Jadson, che è stato premiato anche per aver vinto il Premio Craque Brasileirão del 2015 come miglior centrocampista centrale del torneo. Dopo aver realizzato il sogno di vincere con il Corinthians, il centrocampista spera di tornare in Europa: «Sono felice qui, ma se dovesse arrivare una bella opportunità non avrei motivo di rifiutarla. Dipende dal momento. Quando ho rifiutato la Cina, per esempio, non era quello giusto. Se arrivasse qualcosa d’interessante potrei dire di sì», ha dichiarato Jadson ai microfoni di Extra Time, rubrica de La Gazzetta dello Sport.

FAN BIANCONERO – E dovendo scegliere il campionato europeo nel quale giocare, Jadson punta sulla Liga: «Forse in Spagna, perché si privilegia di più il possesso palla, ma riesco ad adattarmi a tutti gli stili». Non è da escludere, però, l’Italia, del resto c’è un club per il quale prova affetto: «Ho sempre seguito la Juventus. L’anno scorso meritava la Champions. Che stagione hanno fatto Tevez e Pogba!».

LA NAZIONALE – Il centrocampista ha parlato anche della Seleçao: «A centrocampo c’è sempre molta concorrenza. So che è complicato, ma quest’anno penso di essere riuscito ad aiutare la squadra nella conquista del titolo. Resto in attesa di una chiamata di Dunga per tutto ciò che ho dimostrato nel Brasileirão, per i numeri della mia stagione. Penso che esistano grandi possibilità per me in futuro, ma comunque rimango con i piedi per terra».

IN UCRAINA – Infine, ha parlato dell’esperienza allo Shakhtar Donetsk, con cui ha vinto una Coppa Uefa: «Fu un anno speciale. Lo Shakhtar non aveva mai vinto un titolo internazionale. Prendemmo fiducia gradualmente, eliminando Marsiglia e Dinamo Kiev nel derby in semifinale. Tutti pensavano che il Werder avrebbe vinto, ma riuscimmo a ribaltare il pronostico. Quel gol rimane unico nella mia vita. Lucescu? È un tipo sensazionale. Ho imparato molto a livello tattico. Quando sono arrivato in Ucraina, pensavo solo ad attaccare, lui però esigeva molto dai brasiliani in fase difensiva. I primi due anni sono stati complicati, poi mi sono adattato. Quando ero lì la situazione era tranquilla. Per fortuna non c’erano ancora le milizie. Mi dispiace perché Donetsk è una città che adoro, ma ho parlato con alcuni amici, fra cui Dentinho, mi hanno detto che la situazione a Kiev è tranquilla. Lo consiglierei di certo per la squadra, ma per la situazione del Paese si potrebbe avere un po’ di timore». 

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