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2016

Diamanti: «Bologna salvo grazie a me»

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E sul futuro: «Prima la salvezza, poi valuteremo il riscatto»

Non è uno banale Alessandro Diamanti, che ha vissuto sempre controcorrente. E’ diretto l’attaccante dell’Atalanta, che è tornato in Italia mentre in Cina partiva la corsa agli ingaggi faraonici: «Quando Lippi se n’è andato, il Guangzhou ha dato a Scolari un progetto basato su giocatori brasiliani. Non rientravo più nei programmi e ho iniziato a girare. Il torneo è già a un buon livello e salirà ancora quando verrà cancellato il limite dei 4 stranieri in campo. L’impatto era stato buono sia per me sia per la famiglia. Non rinnego nulla. Ho vinto un campionato e giocato la Champions asiatica. I problemi? Clima e trasferte lunghe», ha raccontato a La Gazzetta dello Sport. Prima di tornare in Italia, però, Diamanti ha fatto tappa in Inghilterra, più precisamente al Watford: «A Londra c’era un problema: per l’allenatore (Quique Sanchez Flores, ndr) gran parte della formazione era “bloccata”. Non c’era spazio per me e non sono pronto per il ruolo di comparsa».

LA CRISI – Ora, dunque, l’Italia e la Serie A: «La Juve che vince, le polemiche, eppure tatticamente rimane il torneo più difficile. Qui mi sono integrato subito nello spogliatoio. Penso di poter dare tanto». E l’Atalanta ne ha bisogno, visto che non vince da 14 partite: «Sono tante. Ed è inspiegabile. Vedo quello che facciamo in settimana in allenamento e non ci credo. Però la classifica di solito è veritiera: se siamo lì significa che dobbiamo fare di più. Quelle dietro di noi si sono avvicinate troppo. Sapevo che centrare la salvezza non sarebbe stata una passeggiata ma francamente non pensavo nemmeno che potesse essere così complicato».

TRA PASSATO E FUTURO – E all’orizzonte c’è una sfida speciale, quella con il passato. C’è il Bologna, dove ha vissuto da idolo e protagonista: «A Bologna ho casa e ho vissuto tre stagioni indimenticabili. Quel trasferimento in pratica fu la salvezza della società: gli stipendi non arrivavano da 4 mesi, i conti furono sistemati e in qualche modo si evitò che Bologna fallisse come altre realtà. E credo che questo abbia anche contribuito a far sì che successivamente altri imprenditori (Saputo, ndr) puntassero sul club. Domani sarà una battaglia ma non abbiamo alternative. Ci serve una vittoria».

PROSPETTIVE – Il futuro potrebbe essere ancora nerazzurro: «Sono un giramondo ma qui sto bene e vorrei restare. Ho faticato un po’ all’inizio per trovare la condizione, ora sono prontissimo. Fino a dicembre 2016 sono del Guangzhou e il futuro non lo decido da solo: tocca a me convincere l’Atalanta a riscattarmi». Diamanti, però, spera che ci sia più azzurro: «Non porto rancore. La Nazionale è un sogno: io ci spero sempre».

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