2018

Cairo trattiene Belotti e ripensa al passato: «Ricordo quando ero sotto scorta»

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Il presidente del Torino, Urbano Cairo, è tornato a parlare del Gallo Belotti, bomber granata con le polveri bagnate. Ma ha anche analizzato la stagione

Da 28 gol a 12 è un attimo: lo sa bene Andrea Belotti, che ha visto il suo rendimento realizzativo più che dimezzato in 12 mesi. Il centravanti granata, però, ha trovato in Urbano Cairo uno scudo protettivo: «Ha soltanto bisogno che la jella dimentichi il suo indirizzo di casa. Io difendo Belotti perchè la sua stagione è stata pesantemente condizionata dagli infortuni. Ricapitoliamo: pronti, via e si fa male. Torna dopo un mese e si fa male di nuovo. Poi riprende, ma gli strascichi degli infortuni non lo lasciano mai in pace. Belotti deve essere capito, aspettato, incoraggiato» ha dichiarato il presidente granata a Tuttosport.

Inevitabile che il discorso si sposti sul mercato e sull’ipotesi addio del Gallo in estate: «La sua posizione contrattuale è chiara: se si presenta un club estero e mette 100 milioni sul tavolo, Belotti lascia Torino. Altrimenti, Belotti rimane. Io non ho mai vacillato sulla questione Belotti tanto che, all’inizio dell’ultimo mercato estivo, avevo deciso in partenza di non cederlo. E così ho fatto». E quando gli viene chiesto se il Gallo abbia voglia di cambiare aria, risponde così: «Non mi risulta assolutamente. Piuttosto credo di sapere quanta voglia di spaccare il mondo abbia in corpo dopo una stagione così altalenante».

Chiosa conclusiva dedicata alla stagione, che Cairo analizza con lucidità: «Quest’anno la delusione è tanta e per questo capisco anche i tifosi. Speravamo tutti in un’annata migliore, ma ricordiamoci da dove siamo partiti. Talvolta si impara tanto dagli errori, soprattutto si impara a non ripeterli. Io capisco tutto, ma so anche che per un anno non sono andato mai allo stadio, perché venivo solo contestato e insultato. Ero sotto scorta della Digos e decisi di non mettere piede al Grande Torino per evitare che le proteste nei miei confronti potessero destabilizzare i giocatori. È stato un periodo molto complicato».

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