Calcio italiano
Cairo: « Il calcio italiano ha bisogno di avere uno sviluppo dei giovani»
Le parole di Urbano Cairo sulle prossime mosse che deve fare il movimento calcistico italiano: «Ripartiamo da infrastrutture e salary cap»
Urbano Cairo, presidente del Torino, è intervenuto a margine dell’Industry Sport Talk organizzato dal Corriere della Sera di cui è editore. Di seguito le sue parole.
RIFORME CALCISTICE – «Se guardiamo a quello hanno fatto in Inghilterra, avere delle strutture moderne e adeguate ha aiutato a tutto il movimento. Credo sia una cosa importante, penso che ci vogliano norme che consentano di essere spedito, a livello sia nazionale che locale. Poi non è solo una questione di rapidità, ci sono tante cose da mettere a punto. Da una parte la Lega deve cercare di sviluppare i ricavi, per esempio sviluppando i diritti TV dall’estero, sono risorse che consentono di fare investimenti sulle strutture e sulle academy, che sono fondamentali. Il calcio italiano ha bisogno di uno sviluppo dei giovani ed è una cosa che va regolamentata: mi rendo conto che siamo in Europa, ci sono cose che non puoi fare ma tutto questo può migliorare il movimento».
FINANZE – «E poi c’è un tema legato al calcio, con tanti debiti e tante perdite. C‘erano errori precedenti al Covid, che però poi ha generato sicuramente delle criticità. Io dico: repello gli aiuti, gli imprenditori devono fare il passo lungo come la gamba, sicuramente c’è stato un evento eccezionale, anzi due considerando la guerra, che hanno creato una situazione straordinaria. Così come lo Stato ha dato aiuti ad altri settori, penso al cinema con tax credit molto importanti, addirittura il 40 per cento: al calcio serve qualche aiuto. Nel cinema è una pacchia, per usare un termine caro al nostro presidente del Consiglio. Io credo che il calcio abbia bisogno di avere qualche aiuto».
MOSSE DELLA LEGA -«Ha interlocuzioni col governo, sia quello precedente che quello attuale. A parte alcuni eccessi, legati anche alla competitività europea delle nostre squadre, c’è un riflesso del calcio sull’umore e sul sistema Paese. La vittoria degli Europei si diceva portasse a una crescita dell’1 per cento del PIL. Non so se sia vero, ma credo sia anche giusto dare un aiuto a un movimento che mantiene tutto lo sport, che ha 300 mila addetti e ha avuto aiuti pari a zero».
SALARY CAP – «Penso che sarebbe giusto. Il movimento calcistico ha avuto grandi incrementi nei ricavi dal ’93 in poi. Ma gli aumenti di stipendio dei calciatori e dei tecnici ha assorbito tutto, questo va regolamentata a livello europeo altrimenti diventa impossibile competere. Qualcosa va fatto, qualche forma di attenzione forte».