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Cagliari, Riva: «Ranieri è la persona giusta al momento giusto»
Le parole di Gigi Riva, leggenda del Cagliari e della nazionale italiana: «Sono state le frequentazioni più importanti della mia vita»
Gigi Riva, ex storico attaccante e leggenda dello Scudetto 1970 del Cagliari, ha parlato a Fluorsid, dove si è raccontato tra passato e presente a tinte rossoblù. Di seguito le sue parole.
SALUTE – «Sto abbastanza bene. Ho passato un periodo difficile ma sembra che tutto stia passando adesso»
BARI CAGLIARI – «Non riesco più a seguire le partite, è sempre problematico per me gestire le emozioni. Pensi che anche da calciatore, a Bari, per la partita decisiva per lo Scudetto avevo una tensione addosso che non mi ha permesso di godere fino in fondo la gioia per la vittoria del campionato. Tanto che, confesso mi piacerebbe rigiocarla.. Ho aspettato di conoscere il risultato finale per esultare»
CAGLIARI – «Il Cagliari oggi è tornato dove gli compete con la fortuna di avere un presidente, Tommaso Giulini, innamorato del club, innamorato della Sardegna, un uomo che per il Cagliari e per l’isola ha dimostrato di voler dare il cuore. Oggi attorno alla squadra ce di nuovo un grandissimo entusiasmo. forse perché quando qualcosa si perde, ci si accorge del reale valore…»
RANIERI – «Sapevo che sarebbe stata ancora una volta la persona giusta al posto giusto. È un allenatore che ha saputo imprimere la svolta che serviva che ha fatto bene e che soprattutto continuerà a fare bene»
SCUDETTO – «Dopo il secondo posto, volevamo confermarci migliorandoci. Non ci bastava quello che avevamo fatto: c’era la voglia di tornare subito a giocare perché dovevamo dimostrare di poter arrivare dove nessuno avrebbe mai immaginato che il Cagliari potesse arrivare. Ho sempre pensato e detto che nessuno ci ha regalato niente. Tutto quello che abbiamo fatto, è stato il risultato del nostro sacrificio»
SARDEGNA – «In Sardegna sono arrivato massacrato dalla vita. Anche se non c’era già più, è stata mia mamma a mandarmi in una terra che mi ha permesso di avere un nuovo inizio e che poi non ho più lasciato. Era destino. Sono convinto che il senso di appartenenza sia un valore che ancora oggi fa la differenza, a patto che si sappia attribuire il giusto valore a ciò che si offre e soprattutto a ciò che si riceve. Il legame con la Sardegna non è stato un viaggio di fantasia, ma la realtà, la mia vita. Ho sempre protetto questo attaccamento perché quando ho iniziato a ritenermi sardo anche io, vincere per altri mi ha fatto sentire un orgoglio»
ITALIA – «Ho conquistato la maglia dell’Italia scalando tutte le selezioni. l’ho sempre sentita addosso, come quella rossoblu. Posso dire che il Cagliari e la Nazionale sono state le frequentazioni più importanti della mia vita. La finale di Messico 70 con l’Italia ‘cagliaritana”? Avremmo potuto battere il Brasile di Pelè, ma siamo arrivati a giocarcela senza aver avuto il tempo di recuperare tutte le energie dopo la partita del secolo giocata contro la Germania».
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