Cagliari, Riva racconta lo scudetto rossoblù - Calcio News 24
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2009

Cagliari, Riva racconta lo scudetto rossoblù

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La bandiera del Cagliari Luigi (noto Gigi) Riva, presente alle celebrazioni per i 40 anni dell’anniversario della vittoria dell’ unico, e pregiato, scudetto dei rossoblù, ha parlato dell’importanza che quel risultato ebbe per la squadra e per la Sardegna intera: “E’ stata la grande la prima vera rivincita sociale dei sardi. Quando andavamo a giocare fuori casa, ci seguivano dalla Svizzera, dalla Germania, da tutta Europa. Ricevevamo delle lettere che ci riempivano di orgoglio. Mia sorella piangeva dalla commozione quando le leggeva. Questa squadra stupì l’Europa. Una Società  provinciale, quasi dilettantistica, mise in fila l’aristocrazia del calcio nazionale”. Il momento tra i più indelebili di quel successo: “La festa subito dopo la partita col Bari. L’emozione fu grande. Ricordo Scopigno. Solitamente era freddo, distaccato, non lasciava trapelare niente. Quella volta si lasciò andare. I suoi occhi da
Filosofo erano rossi. Io ero incredulo. L’anno prima, non dico che ce l’avevano rubato, ma avevamo subìto troppi torti. Ci eravamo quasi convinti che qualcuno non volesse che lo scudetto arrivasse in Sardegna”. In tempo di Calciopoli fa un appunto sulla situazione arbitrale anni 70: “A Bologna, nel ’68-69, non ci diedero un rigore solare. Finì 0-0, a 4-5 giornate dalla fine, altririsultati furono almeno dubbi. Una cosa è sicura: all’epoca gli arbitri erano più sottomessi alle
grandi Società “. Torto che ha forse dato la spinta necessaria per il successo che sarebbe arrivato un anno dopo: “Sì, avevamo dentro ancora più carica e rabbia, ma in un certo senso eravamo convinti che fosse una missione impossibile”. Il sogno invece diventò realtà . “La partita contro la Juventus, a Torino. Se non avessimo perso li, sarebbe stata tutta in discesa. Poi avevamo il Bari in casa, Milan e Torino fuori. Dovevamo fare punti a Torino”, dice di quel leggendario 2-2 nel quale, oltre i 22 giocatori in campo, fu protagonista anche l’arbitro concetto Lo Bello: “A dire la verità  nel primo tempo arbitrò benissimo. Siccome non era stato scelto per i Mondiali messicani a favore di Sbardella, iniziò il suo show. Ci diede contro un rigore che fece ripetere. Io gli dissi che era brutto che un arbitro rovinasse gli sforzi di un’intera annata, del lavoro di trenta persone, tra giocatori, tecnici e dirigenti. Lui mi rispondeva “Pensa a giocare”, io replicavo “Mi butti fuori, voglio andar fuori”, e lui insisteva “Pensa a giocare, pensa a
giocare”. Non ero solo io, lo circondava tutta la squadra. Poi arrivò Cera che mi tirò via: “Dai, Gigi, pensiamo a giocare”. E Lo Bello ci diede un rigore per il 2-2 che nessuno aveva visto sul campo, anche se ci poteva stare, a vedere le immagini in tv”, le parole riportate dal sito del Cagliari.