2012
Cagliari, purtroppo i nemici di Cellino (e della Sardegna) stanno avendo la meglio
Alla fine sembra che ci siano riusciti: i nemici di Massimo Cellino e della Cagliari Calcio hanno avuto la meglio. Quella che fino a pochissimi anni fa poteva vantarsi di essere una delle società più stabili dal punto di vista economico oggi ha svelato le proprie debolezze, indotte. La conferenza stampa straordinaria del direttore generale Francesco Marroccu non lasciava presagire nulla di buono. E infatti dal suo discorso sono emersi fatti e timori che fanno rabbrividire i tifosi rossoblù.
La società sarda al momento sta trovando difficoltà a pagare l’ingaggio dei suoi giocatori. Problema finora quasi sconosciuto ai vertici del club isolano. Ed è arrivato il momento di fare qualche grosso sacrificio per rimettere le cose nella maniera più ordinata possibile. I primi a pagarne le conseguenze potrebbero essere i migliori pezzi della rosa. Davide Astori, Radja Nainggolan e Mauricio Pinilla sono quasi ufficialmente in vendita, anche se nessuno dei tre freme dalla voglia di partire. Soprattutto il guerriero dalla maglia numero 4, che in Sardegna ha posto radici fino a diventare quasi uno del posto. Ma è forte, tanto forte. Lo ha dimostrato, nonostante sia reduce da qualche mese di prestazioni altalenanti, e le grandi d’Italia e non solo se ne sono accorte da anni. Chi lo seguiva da tempo ora si trova aperta una via preferenziale di non poca comodità. Ma non è detto che alla fine partano tutti e tre. I giocatori è vero che vanno e vengono, ma uno come l’ex Piacenza, per la totalità dei suoi valori, si spera e sogna che possa andarsene il più tardi possibile. È lui l’erede designato del capitano Daniele Conti. E tale dev’essere.
Ma passiamo alla vera vittima: Massimo Cellino. Molte persone, dal più povero al più ricco, si sono idealmente alleate negli anni per boicottare, a parole o a fatti, ogni sua azione dedita a portare ai fasti che merita il proprio club, che ama e per il quale farebbe di tutto per proteggerlo. Ha sempre sognato di regalargli un nuovo stadio, degno dell’importanza simbolica che possiede. Ci ha provato per anni. E per anni si è visto bloccato da burocrazia e politici che non sanno manco loro per quale motivo hanno scelto di fare il mestiere che ricoprono.
Andare contro il presidente è troppo facile. Eppure gli oltre 18 milioni di perdite registrate negli ultimi anni, annunciate oggi dal dirigente in viale La Playa, sono volati via tra scartoffie e divieti che talvolta hanno sfiorato il paradossale per quanto concerne le varie situazioni, note, relative agli impianti di Elmas (mai costruito) e all’Is Arenas, dichiarato agibile a seconda di come cambia il vento. Per non parlare del comune del capoluogo, che dovrebbe svenarsi per far giocare la squadra della propria città sul proprio territorio e non su quello di altra competenza, che va chiedendo debiti che secondo alcuni esistono, secondo fonti ufficiali sono in fase di saldo. E i rossoblù giocano a Quartu S.Elena, dopo aver fatto gli onori di casa a Trieste, Brescia e Parma. Tutto in 365 giorni. In più, addirittura, non paga nemmeno chi si è fatto porre il proprio logo in bella mostra sulla maglia, tutto colorato.
Il patron del Cagliari ha sempre promesso una svolta quasi epocale negli scorsi anni, ma non è colpa sua se non è arrivata. Tenere gli occhi aperti non basta, si deve anche osservare.
Tuttavia Cellino lo si conosce bene, si sa che è intramontabile. Ha aspettato che passasse il Santo Natale prima di far venire fuori tutto, per non rovinare le feste ai sostenitori più empatici. Non mollerà proprio ora, e qualcuno dovrebbe cominciare a fermarsi due minuti e riflettere. Per il bene del Cagliari, della Sardegna e dello sport dell’isola tutta.