Cagliari, maxi-sequestro di maglie rossoblù contraffatte fuori dal S.Elia - Calcio News 24
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2009

Cagliari, maxi-sequestro di maglie rossoblù contraffatte fuori dal S.Elia

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Mille tra maglie, sciarpe e bandiere dal marchio contraffatto sequestrate ieri davanti al Sant’Elia prima della partita tra Cagliari e Lazio. à? il risultato del blitz della Guardia di Finanza, intervenuta in seguito all’esposto presentato da Cellino

Non è stato lasciato loro neanche il tempo di tirare fuori la merce: appena aperto il portabagagli, i proprietari delle bancarelle che da decenni la domenica vendono ai tifosi di mezza isola bandiere, sciarpe e magliette rossoblù (ma anche di altre squadre della serie A) sono stati affiancati da due uomini in divisa che, tesserino della Guardia di Finanza in mano, li hanno fermati e cortesemente invitati a spostarsi da un’altra parte. Nei loro uffici, più precisamente, dove gli uomini delle Fiamme gialle hanno controllato capo per capo tutti gli oggetti pronti a essere venduti davanti allo stadio Sant’Elia in attesa della partita contro la Lazio. Alla fine le forze dell’ordine hanno sequestrato circa mille tra maglie, cappellini, sciarpe e bandiere con il logo del Cagliari Calcio e denunciato per “introduzione di marchio contraffatto” sette persone: tutti gli storici ambulanti che fin dal primo mattino si piazzano davanti all’impianto sportivo ogni due domeniche.

IL SEQUESTRO à? il risultato del blitz effettuato ieri su ordine della Procura, che ha dato seguito all’esposto presentato dalla società  di Massimo Cellino lo scorso ottobre contro la commercializzazione abusiva di magliette e gadgets vari del Cagliari davanti al campo da gioco. Un’abitudine deleteria per le casse aziendali: nelle bancarelle una maglia si paga mediamente dieci euro a fronte dei 63 che è necessario sborsare nei negozi ufficiali (la sede del Cagliari in viale La Playa e quelli della Macron, lo sponsor tecnico, oltre alcuni altri autorizzati). Nello stadio ci sono due punti vendita: difficile immaginare possano essere presi d’assalto dai tifosi, se a poche decine di metri si può risparmiare fino all’80 per cento. Più o meno quello che accade anche per le bandiere e le sciarpe: queste ultime, originali, costano tra i quindici e i venti euro.

LA SOCIETà? Da anni Cellino si lamentava per questa concorrenza ritenuta sleale. Fin troppo facile indurre in errore il tifoso: basta una maglia bicolore, ovviamente rossoblù, cui aggiungere il logo della società  (il classico ovale con la bandiera dei Quattro mori e il marchio Cagliari Calcio 1920) e il gioco è fatto. Che poi il materiale sia differente da quello originale, e magari lo sponsor assente, influisce poco: il supporter si accontenta e comunque preferisce risparmiare. Ma il Cagliari non presentava denunce ufficiali e le forze dell’ordine non agivano di propria iniziativa: così prima di intervenire è passato del tempo. Poi, a ottobre, l’esposto partito da viale La Playa e il successivo via libera della Procura al blitz della Finanza.

LE PERIZIE Intorno allo stadio fin dalle 9,30 di ieri si sono piazzati 35 uomini del nucleo di Polizia tributaria. L’obiettivo principale era prestare la massima attenzione all’ordine pubblico: inutile sequestrare tutto a pochi minuti dalla partita, quando centinaia di tifosi si accalcano agli ingressi e gli ambulanti lavorano a pieno regime. Meglio agire prima e con maggiore calma. Così è stato. Nel magazzini delle Fiamme gialle sono finiti tutti gli oggetti ritenuti contraffatti per materiale, presenza abusiva di marchi registrati, nomi di società  e della nostra Isola. Quelli che avevano la semplice scritta “Cagliari” non sono stati toccati. Ora i mille oggetti portati via saranno periziati e, se dovessero risultare in effetti falsi, automaticamente distrutti.

ALL’ORIGINE Al termine dei controlli, tutti e sette i venditori sono potuti tornare al loro posto per vendere il resto della merce con la propria auto o furgone. La società  infatti vorrebbe fosse punito chi produce e distribuisce la merce falsa, piuttosto che chi da quelle vendite ha una piccola rendita con la quale sopravvivere.
Fonte: L’Unione Sarda