2012

Cagliari, in campo contro la rabbia e chi dovrebbe imparare dalle piccole

Pubblicato

su

Dopo quasi una settimana che ha lasciato il presidente rossoblù Massimo Cellino esausto, finalmente si gioca. Non dove avrebbe dovuto avere luogo il match, ovvero all’Is Arenas, ma tuttavia Cagliari e Juventus stasera potranno sfogare sul campo i rispettivi spiriti. Rabbioso quello dei sardi, costretti ad emigrare nuovamente per via del caos creatosi tra Comune di Quartu – Lega Calcio e la società bianconera in seguito alla mancata autorizzazione per l’agibilità dell’impianto casalingo del club, poi arrivata seppur in ritardo.

Rischioso ipotizzare che dietro il falimento dell’ultimo disperato tentativo di far disputare la gara in Sardegna ci sia una spietata strategia da parte degli alti vertici del club piemontese, anche se tutto è possibile. Certo non sono loro, apparentemente, a trarre svantaggio da questa situazione. L’Atalanta si comportò in modo diverso, accettando si sobbarcarsi la trasferta. Si può anche imparare dalle piccole, non solo usarle per far crescere i propri giocatori o soffiarglieli quando manifestano la voglia di cambiare aria. Anche i fenicotteri sanno che la Vecchia Signora ha avuto l’ultima parola e non l’ha onorata come aveva invece fatto il numero uno bergamasco Percassi.

Chissà se gli strascichi dell’ennesima sfumatura di questa vicenda senza fine serviranno per fermare la squadra di Antonio Conte, desiderosa di non chiudere con una mancata vittoria l’anno, alla ricerca dell’ennesimo record.

Al Tardini accorreranno tantissimi tifosi bianconeri, rendendo quella del Cagliari una vera e propria trasferta. Come accaduto a Trieste nella penultima giornata della scorsa stagione, quando grazie alla rete firmata da Vucinic i piemontesi si laurearono campioni d’Italia. Per stessa ammissione del tecnico Ivo Pulga, non sarà facile agire in un contesto come quello che si presenterà sul campo dove appena due settimane fa la sua squadra è stata asfaltata dal Parma per 4-1.

Tra le buone notizie il ritorno, probabile, dal primo minuto di Mauricio Pinilla. L’attaccante cileno è ormai pronto per tornare a competere per un posto da titolare e per magari riprendersi quella fama che lo aveva reso un beniamino della tifoseria, impaziente di vedersi mitragliata dopo i suoi gol, otto nella scorsa stagione, solo uno in quella attuale tra infortuni e un rigore sbagliato contro il Pescara. L’ex palermitano potrebbe rivelarsi il partner ideale per Marco Sau, unico attaccante della rosa a dare segni di vita nelle ultime uscite, ma deve dimostrarlo.

I valori sono chiari. La partita è proibitiva ma aperta ad ogni risultato. Gli isolani non possono ritenersi battuti in partenza. Soprattutto perché, a prescindere dall’abvversario, c’è un treno chiamato salvezza che andrebbe ripreso, dopo esserci saliti a bordo a pieno titolo con le buone prestazioni e i punti arrivati dopo l’esonero di Massimo Ficcadenti.

La frustrazione del patron rossoblù è quella che si evince nei tifosi stessi. Che stasera andranno comunque a Quartu in segno di protesta, utile chissà quanto, visto che ormai il dado è tratto e chi dovrebbe importargliene qualcosa fa finta di impegnarsi. Ormai pure le parole stanno a zero.

Exit mobile version