Ennesima rovinosa caduta del Cagliari a Udine, che anno del miracolo “ballardiniano” escluso, è quasi sempre stato un terreno impraticabile per la squadra sarda. Dopo i pareggi striminziti ottenuti nei due anni precedenti, i friulani sono tornati a burlarsi di uno dei loro avversari preferiti, strapazzati alla vecchia (o solita) maniera con quattro gol, uno più rocambolesco dell’altro.

Nonostante un primo tempo tuttavia degno, nel secondo la squadra di Pulga e Lopez è di fatto scomparsa dalla scena. Fino ad arrivare ad una sconfitta pesante quanto quella di Firenze, come testimonia anche il risultato, identico a quello del Franchi. Nei primi 45 minuti sono stati proprio i rossoblù a fare la partita, andando vicino al gol dell’eventuale 0-1 più pericolosamente dell’avversario, almeno fino al vantaggio firmato dal gran gol di Pereyra, preludio di un pomeriggio al cospetto di una contendente rivelatasi spietata e cinica come forse non ci si aspettava.

Se almeno il 4-1 subito in Toscana avesse avuto come scusante quello di una pronta reazione, questa in Friuli non si è proprio vista. L’undici isolano si è sgretolato come un grissino, con una difesa friabile e poco consistente, a differenza di come mostratasi nei primi momenti del match, nei quali i bianconeri non avevano impensierito Avramov, titolare in virtù del forfait dell’ultimo minuto di Agazzi.

Un pomeriggio che non va dimenticato ma anzi preso da esempio per non ripetere prestazioni di tale pochezza. Il guizzo di Dessena, servito da Cossu nel finale ha solo minimamente salvato la giornata. Cossu che ha ulteriormente dimostrato la propria necessità nell’economia del gioco e della concretezza e che quando ogni problema lo lascerà in pace potrà tornare a pieno regime al servizio dei compagni, soprattutto degli attaccanti, oggi inermi. Si spera che già contro il Chievo, il numero 7 possa scendere in campo da subito, per trainare il Cagliari verso il ritorno ai tre punti, ormai assenti da circa un mese, al termine della striscia di quattro successi succedutisi all’esonero di Massimo Ficcadenti.

I clivensi arriveranno a Quartu S.Elena galvanizzati dal successo esterno in casa del Genoa, per una sfida che in chiave salvezza potrebbe valere già tanto. Come ogni avversario non andrà sottovalutato e questa volta la regola vale doppio perché ostico come pochi ogni anno, nonostante non navighi in acque di diversa profondità da quelle dei sardi. La speranza è che un eventuale passaggio del turno nel turno contro il Pescara in Coppa Italia possa far ritrovare stabilità.