2012

Cagliari, battaglia persa all’ultimo

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Non è bastato un Cagliari estremamente vigoroso per battere questa Juventus. La rabbia dei ragazzi di Ivo Pulga per tutto quanto sta accadendo nell’ambiente che li circonda, soprattutto per quanto riguarda la questione stadio, sul campo si è vista con evidenza ma il il risultato non è stato altro che un’altra amara sconfitta.

Dopo 25 minuti in cui i bianconeri sono stati praticamente annullati dalla squadra sarda, brava a non permeterle di accennare il minimo tentativo di fare il suo gioco, la partita ha cominciato a prendere un’altra piega. L’illusorio vantaggio firmato da Mauricio Pinilla su calcio di rigore non ha portato il match sui binari dei rossoblù, anzi.

La troppa foga, unita ad un arbitraggio discutibile che ha danneggiato entrambe le compagini (tifosi, un po’ di raziocinio ci vuole), ha permesso che la gara scivolasse via verso il quinto insuccesso di fila. Poi se si vuole dare tutta la colpa ai direttori di gara ognuno è libero di fare le proprie valutazioni, però…

Gli animi si sono accesi già a partire dal primo tempo, ed è forse stata la Vecchia Signora stessa a intuire che proprio quello di stuzzicare gli avversari sarebbe stato il modo giusto per impossessarsi del dominio del gioco per poi conseguire l’ennesimo trionfo. Arrivato negli ultimi minuti per via della doppietta firmata da Alessandro Matri, chiosata dal 3-1 di Mirko Vucinic.

Matri, proprio lui. Ancora lui. È la seconda doppietta che rifila agli isolani da quando li ha lasciati. Qualcuno lo rimpiange, altri, giustamente, no. Ha fatto molto per il Cagliari se si osservano le statistiche, ma se si va oltre è palese non giungere alla conclusione che ha fatto guadagnare alla squadra gli stessi punti che invece gli ha fatto perdere con errori palesi di fronte al portiere che continua a ripetere tutt’ora. 

Ieri però lo specchio l’ha visto, e centrato, spietatamente. Sfruttando la stanchezza e l’ingenuità dei nove giocatori rimasti in campo (Ekdal ormai era uno zombie, costretto a restare in campo per via dei cambi esauriti). L’espulsione di Davide Astori è stata il preludio alla disfatta che stava maturando già da prima che l’azzurro lasciasse il campo per doppio giallo. I rossoblù hanno di fatto concluso una sola volta a rete, con il sempre vivo Marco Sau, nella ripresa. Per il resto solo azioni da parte degli “ospiti” e zappate da parte della squadra figurante in campo come quella di casa. Le parate di Agazzi non sono bastate fino all’ultimo per evitare che il gol prima o poi arrivasse, considerati gli innumerevoli tentativi da parte della compagine piemontese.

Chissà se ad Is Arenas sarebbe andata in un altro modo, ma col senno di poi non si va da nessuna parte. Ciò che conta è non finire in serie B, ma questa squadra non la rischia. Dopo la sosta si spera di trovare un gruppo compatto anche nel gioco oltre che nelle intenzioni e la strada risulterà meno in salita.

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