2018
Cacciatore e il rosso della vergogna: il permaloso Maresca ha rovinato Chievo-Juve
Il rosso a Cacciatore rappresenta il punto più basso della direzione di gara di Maresca: come rovinare Chievo-Juve in una semplice mossa
Come rovinare una partita combattuta e tiratissima? Basta una semplice mossa. Una mossa insensata, ovviamente. Succede infatti che, durante Chievo-Juventus, ci sia un episodio giudicato talmente grave da far perdere la testa all’arbitro Maresca. Cacciatore, dopo essere rimasto a terra per un contatto in area bianconera, riceve le cure del caso dai medici del Chievo. Il difensore si rialza dopo pochi istanti, ma chiede di poter rimanere in campo, senza dover andare a bordocampo per rientrare dopo il calcio d’angolo che la Juve avrebbe dovuto battere di lì a poco. Invoca in maniera anche veemente la possibilità di restare sul terreno di gioco insieme ai compagni, ma Maresca non ci vuole sentire. E lo spedisce sulla linea laterale. E allora Cacciatore, in maniera ironica, si posiziona sulla linea, con le braccia dietro in attesa dell’ok per rientrare. Solo che il direttore di gara interpreta il gesto provocatorio delle manette Cacciatore nella maniera peggiore possibile. Ritenendo la platealità del comportamento del difensore punibile non con un cartellino giallo, figlio del buon senso, ma con il rosso. Dunque Maresca spedisce negli spogliatoi Cacciatore, senza nemmeno aver ricevuto un insulto.
Una punizione esemplare, che lascia il Chievo in nove uomini (ineccepibile, invece, la prima espulsione dell’ingenuo Bastien) e che di fatto spiana la strada ad una Juve in grandissima difficoltà. Maresca ha commesso un grave errore, rovinando una partita equilibratissima. Tutto questo solo e soltanto per soddisfare l’orgoglio di una classe arbitrale estremamente permalosa, che adesso interpreta anche i gesti non violenti e nemmeno sopra le righe dei giocatori in campo. Maresca ha interpretato una situazione nella quale si poteva chiudere un occhio, vista la concitazione del momento. Oppure bastava ammonire Cacciatore. Ma la mania di protagonismo del fischietto campano (e non la malafede, questo sia chiaro!) ha prevalso. Voleva scrivere un pezzo di storia di Chievo-Juve e ci è riuscito con un cartellino rosso vergognoso. Resta una domanda da porsi: perché gli arbitri non riescono a scrollarsi di dosso il fastidioso ego che si portano appresso? Con direttori di gara più attenti e meno presuntuosi, forse, nemmeno ci sarebbe bisogno del Var. E invece in Italia ci ritroviamo a dover fare i conti con arbitri scarsi e pure presuntuosi. Povera Serie A…