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Buon compleanno a… Willian

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Willian

Oggi è il compleanno del brasiliano Willian che compie 35 anni e qualche settimana fa ha rinnovato con il Fulham 

Oggi Willian compie 35 anni. Qualche settimana fa, il comunicato del club che ha prolungato il suo contratto di una stagione lo ha fatto elencando le tante cose buone fatte nell’ultimo periodo dal brasiliano. Un modo per esplicitare l’importanza del suo contributo, da parte di un giocatore che innegabilmente è un piacere vedere muoversi in campo: «Il Club è lieto di confermare che Willian ha concordato un nuovo accordo che lo vedrà tornare al Fulham. Dopo la sua eccellente stagione inaugurale al Craven Cottage, l’ala ha ora firmato un contratto fino al 2024. Willian è arrivato per la prima volta al Fulham l’ultimo giorno della finestra di mercato della scorsa estate, facendo il suo debutto come sostituto in trasferta contro il Tottenham Hotspur due giorni dopo. Il primo di molti assist è arrivato nella nostra partita successiva – una vittoria per 3-2 in casa del Nottingham Forest – prima di segnare nella vittoria contro il Leeds United il mese successivo. Il nazionale brasiliano con 70 presenze ha concluso la stagione con cinque gol – uno dei quali ha vinto il premio Goal of the Month della Premier League, nonché il premio Goal of the Season del club – e sei assist, in 27 partenze nella massima serie. La forma costante di Willian lo ha messo in una forte contesa per vincere il giocatore della stagione, finendo infine quarto nella votazione».

Tutto perfettamente riassunto, la finestra sull’immediato futuro è però offuscata dalla tentazione araba che si vede all’orizzonte. L’Al-Shabab lo vorrebbe, per portare un’altra stella a illuminare un campionato che sta diventando un firmamento. Non sarebbe, peraltro, la prima volta che il fantasista riceverebbe un’offerta irrinunciabile. Quando i nuovi ricchi erano i cinesi, gli arrivò una proposta con un contratto decisamente interessante.

Ma lui seppe resistere e, di fatto, in Inghilterra si è disegnato una carriera interessante, inframmezzata giusto da qualche pausa. Non sono mancate anche le suggestioni italiane, anche perché Willian i nostri club li ha affrontati e vederlo all’opera, abile com’è nel saltare l’uomo, qualche idea sulla sua utilità l’ha fatta venire.

Poiché in Italia non c’è mai arrivato, l’Italia è andata da lui, materializzandosi sotto forma di allenatori che hanno guidato il Chelsea lungo il periodo che Willian ha attraversato con i Blues. Ha fatto bene con Maurizio Sarri e prima ancora con Antonio Conte, anche se con quest’ultimo il rapporto non è stato semplicissimo: «Con tutti i manager che ho avuto ho imparato qualcosa, qualunque fosse la situazione. Con Conte ho vinto e appreso alcune cose, ma ho avuto anche dei problemi, come altri giocatori. Non mi riferisco al modo in cui allena, ma deve capire il lato di un giocatore sia come persona, sia come professionista. Devi capire che ogni giocatore è diverso. Lui questo non l’ha capito e abbiamo avuto alcune difficoltà». Ciononostante, è indubbio che l’esperienza nel Chelsea sia stata positiva, anche se non si è avverato quell’auspicio fatto a un certo punto per il quale avrebbe voluto giocare nel club «fino a 40 anni».

Vi ha giocato comunque 7 anni, dal 2013 al 2020. Con l’idea, che è stato uno dei punti di forza, che in ogni gara ci fosse qualcosa da far vedere, lui che arrivava dallo Shakhtar, squadra che ha sempre raccolto e moltiplicato il talento di coloro che arrivavano dal Brasile. Lo spiegò con un’immagine che colpì alquanto, nell’era del linguaggio politicamente corretto chi si esprime come lui rischia di venire criticato a prescindere: «Penso che mentre sono al Chelsea io debba dimostrare ogni giorno quello che valgo. Devo uccidere un leone ogni volta, mi dedico totalmente a questo compito, nel dare il meglio di me». Per poi puntualizzare, con la precisione di certi suoi assist: «L’espressione arriva dal Brasile. Quando ho iniziato a giocare, mio padre la usava ogni volta come un metodo per instillare fiducia in me e mostrarmi che col duro lavoro i risultati arrivano». In un’intervista in Brasile, dove ha fatto un breve ritorno prima del Fulham, giurando che non sarebbe mai più tornato in patria, ha espresso un grande apprezzamento per l’Inghilterra: «La Premier League è sempre stata difficile, un calcio veloce, con molti contatti, aggressivo ma leale. Non è violento. Ha forza e tecnica, e da quando sono arrivato è sempre stato così». Adesso gli tocca dribblare i petrodollari, per continuare a stare nel torneo più bello del mondo.

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