Chievo Verona News
Buon compleanno a… Michael Bradley
Gli auguri di compleanno di oggi a Michael Bradley, ex centrocampista statunitense della Roma. Tutti i dettagli
Oggi Michael Bradley compie 36 anni. Dieci anni fa, incuriosito per il mister che stava approdando nella squadra dove giocava, la Roma, lo accolse con parole non rituali per un giocatore: «Sono davvero emozionato per la scelta di Garcia. Tutta la città lo stava aspettando e adesso finalmente è arrivato. Non vedo l’ora di lavorare insieme a lui per migliorare ancora le mie capacità». Non bisogna stupirsi, però, tenendo conto che Michael conosce l’importanza della figura del coach avendone uno in casa. Ed è una storia importante, quella tra lui e il padre Bob. Che lo ha diretto a lungo in qualità di Commissario Tecnico della nazionale statunitense, dove Michael ha giocato dal 2006 al 2019, collezionando 151 presenze, molte delle quali con la fascia da capitano al braccio. E oggi, quando ormai la sua carriera è agli sgoccioli, lo ha ritrovato al Toronto, non senza motivi di tensioni. Proprio con i suoi compagni italiani, recentemente non tanto in accordo con chi sta in panchina. É successo così, recentemente, che dopo tante parole al miele nei confronti di Insigne e Bernardeschi, Bon abbia deciso di mettere fuori squadra l’ex juventino.
Nella discussione che ne è seguita pare che lo stesso Michael sarebbe stato apostrofato dall’azzurro, che in modo sarcastico ha bacchettato le sue posizioni, giudicate come influenzate dall’essere il figlio del capo. In tal modo, il centrocampista che abbiamo ammirato nel Chievo e nella Roma è tornato a fare notizia, seppure in misura minima. Come minima è stata la sua stagione in campo, interrotta dopo appena 7 partite per un infortunio che potrebbe anche indurlo ad appendere le scarpette al fatidico chiodo. Peraltro, la cosa divertente è che nella sua migliore partita della stagione, Toronto-Charlotte, Bernardeschi si sia prodotto nel famoso “gol olimpico”, andando a disegnare una parabola velenosa che ha generato entusiasmo nel pubblico e l’abbraccio dei compagni, più divertiti che felici per avere sbloccato il risultato in quel modo insolito. E quasi a imitazione, Bradley abbia firmato il momentaneo raddoppio correggendo un pallone proveniente ancora una volta dalla bandierina.
Nel suo continente, ma non esattamente a casa sua, Michael c’è tornato a gennaio del 2014 proprio per Rudi Garcia.
Lo raccontò al Corriere dello Sport, spiegando il perché la sua avventura nella Capitale fosse terminata dopo un anno e mezzo e perché avesse scelto di attraversare l’Oceano, nonostante non mancassero offerte e tentazioni da altri club di Serie A: «Non ne sono stato felice. Però mi prendo la responsabilità della scelta. Alla Roma ho avuto Zeman per mezzo anno e Andreazzoli per un altro mezzo. Poi è arrivato Rudi Garcia e ho capito subito che avrebbe puntato su altri giocatori. Toronto, il Canada non sono esattamente casa mia. Tuttavia mi sono trovato benissimo. Ho scelto un progetto. Siamo entrati per la prima volta nei play off della Major League. Io ho trovato un torneo molto più difficile di quello che avevo lasciato nel 2005. Sono cresciute tutte le componenti: la qualità delle squadre, la competenza della stampa, gli stadi. Non si scherza, o giochi e corri oppure sei fuori. Si possono vedere in televisione praticamente tutte le partite».
Ai tifosi della Roma, resta impresso nella memoria il suo exploit a Udine, una rete importante che valse la nona vittoria consecutiva in quell’inizio da campionato da record che diede a molti la legittima speranza che fosse l’anno buono per risentire in città l’aria dello scudetto.
Quel tiro dal limite arrivò a soli 8 minuti dal novantesimo e con i giallorossi in inferiorità numerica per l’espulsione rimediata da Maicon. Si capisce tutta l’importanza del momento, l’adrenalina della situazione, sentendo il commento di Carlo Zampa, voce romanistissima, che appena vede Strootman liberarsi palla al piede al limite dell’area lo apostrofa – «Provaci, maledizione!» -, per poi urlare al gol di Bradley e commentare (senza troppo stile, ma in certi momenti chi ci bada?): «Vai che ti ricrescono i capelli, stasera!». Chissà se l’americano l’ha mai sentito…