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Buon compleanno a… Matthijs de Ligt

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Matthijs De Ligt

Matthijs De Ligt compie oggi 24 anni: tanti auguri al centrale difensivo olandese del Bayern Monaco

Oggi Matthijs de Ligt compie 24 anni. E giusto stasera, ha la possibilità di aggiungere una coppa nella bacheca perché il Bayern sfida il Lipsia nella finale di Supercoppa tedesca. Sarebbe il suo terzo trofeo in Germania; altrettanti ne ha raccolto in Italia con la Juventus, club al quale è arrivato dopo due conquiste in Olanda, in quell’Ajax che di fatto aveva posto fine all’era del primo Allegri eliminandolo in Champions League, anche grazie a un gol del giovane difensore all’Allianz Stadium.
In questi periodo, quando si parla delle difficoltà della società bianconera di carattere strutturale, per usare una definizione un po’ desueta ma che illustra la profondità delle cose, si fa riferimento all’operazione Cristiano Ronaldo come il momento topico: si è sognato troppo in grande e come Icaro ci si è andati a bruciare le ali. Sarebbe interessante approfondire questa analisi andando a scegliere un altro oggetto d’indagine, privilegiando proprio Matthijs. Ovvero, se vogliamo, il CR7 dei difensori preso con un esborso economico di tutto rispetto, con l’idea di farlo crescere e di renderlo un punto inamovibile di una nuova Juve. Che aveva due principi forti in questa operazione: la convinzione espressa da Pavel Nedved che de Ligt avesse le caratteristiche di un futuro Pallone d’Oro (c’è tutto il tempo, ma non se ne parla più); e che lui fosse una delle sicurezze di una mentalità nuova che sarebbe arrivata con un tecnico agli antipodi rispetto ad Allegri: Maurizio Sarri. É quanto ha raccontato proprio lui ad ESPN, una volta lasciata la maglia bianconera e la città di Torino: «Scelsi di andare alla Juve con l’idea di giocare un calcio più offensivo, all’epoca l’allenatore era Maurizio Sarri. Pensavo che con lui, dopo quanto visto al Napoli e al Chelsea, avremmo avuto uno stile di gioco simile a quello dell’Ajax. Purtroppo però dopo appena un anno Sarri è andato via».
Ecco, se vogliamo, proprio la cessione di De Ligt avvenuta la scorsa estate in maniera un po’ scontata, non dolorosa, quasi inevitabile, è stato il segno del frantumarsi di un progetto, che aveva visto anche l’ingenua utopia di Andrea Pirlo prima della restaurazione dell’Allegri 2 (o 6, se si contano gli anni). E non è proprio detto, tra l’altro, che fosse il desiderio del mister, questa partenza in direzione Germania.

«Non si vende un giovane come de Ligt per tenere un over 30 come Bonucci», aveva tuonato il grande amico di Max, Giovanni Galeone. Del resto, era difficile non essere d’accordo, se non sull’esattezza di ogni parola che disse Federico Gatti, almeno sull’entusiasmo con cui andava a proferirle: «Parliamo di un extraterrestre. Quando io giocavo in Eccellenza, De Ligt era già protagonista in Champions con l’Ajax e del leggendario club olandese era anche il capitano. E’ un difensore fantastico». Una volta poi trasferitosi al Bayern, paradossalmente, quella scarsità di reazioni che avevano accompagnato il passaggio sono diventate polemiche a scena aperta. Molte alimentate anche dalle valutazioni da ex, i calciatori stranieri sono meno abituati alla diplomazia che porta al vuoto degli enunciati che vige da noi, perciò sì, Matthijs non stava a nascondere il suo pensiero: «Per me è un salto di qualità in termini di squadra La Juventus è un’ottima squadra. Penso solo che il Bayern abbia in termini di ambizione qualcosa in più per vincere la Champions. Ho avuto la sensazione che alla Juve fosse solo un po’ meno». Oppure, c’era anche l’aspetto fisico, c’era chi notava un giocatore tirato a lucido rispetto a quello che in Italia non sembrava perfettamente in linea. Merito di allenamenti «mai così duri da 4 anni a questa parte», come da denuncia del tecnico dei bavaresi Nagelsmann, che non sarebbe poi riuscito a concludere in panchina la sua stagione.

Il finale della puntata, perché la serie de Ligt sarà piuttosto lunga, vede l’arrivo di un nuovo personaggio.

Con Kim Min-jae, il Bayern è andato a comporre una coppia di centrali passati dalla Serie A, potenzialmente senza troppi eguali al mondo. «Sto cercando di adattarmi il più in fretta possibile, così come sto cercando di conoscere i miei compagni. De Ligt mi sta aiutando molto, parliamo molto e cresciamo insieme», ha rivelato il sud-coreano reduce dalla conquista dello scudetto. Sarà davvero una delle maggiori curiosità dell’anno che va ad iniziare vedere il loro assortimento e capire se all’estero uno juventino e un napoletano in veste di ex riescono ad andare d’accordo e a fare la fortuna l’uno dell’altro.

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