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Buon compleanno a… Koray Gunter

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Gli auguri di compleanno di oggi a Koray Gunter, difensore di proprietà dell’Hellas Verona ed ex Sampdoria

Oggi Koray Gunter compie 29 anni. Sono stati giorni intensi questi per il giocatore tedesco di origine turca, con tante ipotesi di mercato, telefonate di Eusebio Di Francesco che lo conosce bene e lo pensa come un difensore importante per il suo Frosinone, oltre a qualche suggestione dall’estero. Del resto lui è abituato a fare le valigie, gli è successo più volte in carriera e ogni volta è stato un motivo per mettersi in discussione, dimostrare di essere all’altezza della nuova sfida.
Il primo passaggio è avvenuto tra la nazione nella quale è nato e quella di cui ha la cittadinanza, con il trasferimento dal Borussia Dortmund, dove riesce a esordire in Bundesliga, al Galatasaray, che lo accoglie come un giovane dalle belle speranze.

In Turchia fatica. Ci sta ben 4 anni e mezzo, ma non va oltre le 50 presenze, troppo poco per sentirsi davvero soddisfatto della situazione. Torna in Italia e lo fa da parametro zero. Si parla con insistenza della Lazio: Igli Tare lo studia attentamente come possibile sostituto di Stefan de Vrij al centro della linea difensiva biancoceleste. Invece è il Genoa a puntare su di lui. Anche qui fatica a emergere, la migliore prestazione la fa a Napoli, quando si misura con Milik e non gli concede nulla sul piano aereo. É a questo punto che arriva la svolta, con il trasferimento a Verona. Inizialmente arriva in prestito, ma se il club decide dopo una stagione di acquisirlo a titolo definitivo è perché, evidentemente, le sue prestazioni sono state assolutamente convincenti. Lui ne è contentissimo e non esita a dichiararlo: «Sono molto felice di essere rimasto, per il gruppo e per la città. La scorsa stagione è stata incredibile per tutti: vogliamo stupire ancora, e io ho uno stimolo in più, essendo adesso al 100% un calciatore del Verona». Sembra essersi sbloccato, ha superato uno step, è diventato un giocatore importante: «Ho finalmente trovato continuità, giocando tante partite, ma sono convinto di poter fare ancora meglio e quest’anno dovrò lavorare per riuscirci. Lo devo a tutta la Società, che mi ha dato fiducia. Questa squadra vuole restare in Serie A, è il nostro unico obiettivo, e sono orgoglioso di fare parte di questo gruppo strepitoso».
Fondamentale è il lavoro del mister Ivan Juric, uno tra i tecnici che meglio sa tirare fuori dai giocatori anche quello che non sanno di avere.

Gunter ne parla quasi da tifoso, è totalmente dentro la dimensione gialloblu: «Il mister ci fa sempre lavorare sodo, in particolar modo sulla parte fisica e sul lavoro senza palla. Fisicamente dobbiamo essere sempre al meglio, lo richiede il tipo di gioco che vogliamo fare: correre sempre più degli avversari, lasciando il cuore in campo, con fame e voglia. Questo è l’Hellas, e a questo concetto si devono adattare i nuovi compagni di squadra: aiutarci l’un l’altro, con umiltà, come lo scorso anno. Non ci servono motivazioni esterne, perché dipende tutto da noi. Per questa maglia e per questa tifoseria».
Andrà bene anche dopo, con Igor Tudor. Memorabile la scena nella quale, con grande intelligenza, l’allenatore lo sostituisce in Atalanta-Verona dopo che l’arbitro gli ha condonato il secondo giallo per fallo su Zapata. «Non potevo fare altro», dice il croato, e Koray se la ride: «Lo so mister, lo so».
Non andrà altrettanto bene nel 2022-23. In una conferenza stampa, Cioffi è chiamato a smentire le voci che sostengono come l’accantonamento del giocatore non sia legato a ragioni tecniche, bensì alla scadenza del contratto: «È una scelta legata al momento: sta a lui dimostrare che le mie scelte sono state sbagliate».

Sta di fatto che la seconda parte della stagione la trascorre a Genova: lui, ex Grifone, va a vestire la maglia blucerchiata nell’anno peggiore della storia del club, preferendo restare in Italia, pur in presenza di offerte dall’estero. Non è stato un periodo semplice, anche per il terremoto che a febbraio ha sconvolto la Turchia. «Personalmente sto male, mi dispiace per il mio paese e i miei compaesani. Tutto quello che è successo lo abbiamo visto. Ma è peggio di quello che si vede nelle immagini», ha raccontato a Dazn in quei giorni drammatici, quando lo abbiamo visto di più sotto il profilo umano che in quello agonistico.

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