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Buon compleanno a… Ivan Gazidis

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Ivan Gazidis compie oggi 59 anni: per ricordarlo ecco le migliori dieci frasi dell’ex dirigente sudafricano del Milan

Oggi Ivan Gazidis compie 59 anni. Il Milan è profondamente cambiato negli ultimi mesi e chissà quanto lui, che l’ha lasciato nel dicembre del 2022 – quindi 9 mesi fa, neanche tanti – vede le sue idee in qualche modo ancora presenti nel club nel quale ha lavorato moltissimo e dove il presidente Paolo Scaroni, al momento dei saluti, ha detto che «è molto facile essere il Presidente di una società che ha un Amministratore Delegato con le qualità di Ivan».

A sua volta, il manager sudafricano, ha parlato di «quattro anni, meravigliosi e sfidanti. Devo moltissimo a questo Club, alla sua gente, ai suoi tifosi e a questa città, che sono convinto mi abbiano letteralmente salvato la vita».

Il riferimento è al momento durissimo che ha trascorso qualche tempo fa, che ha superato e ha fatto scoprire quanto Gazidis fosse stimato e apprezzato, molto più di quanto capiti ai manager stranieri che arrivano in Italia, verso i quali esiste sempre un po’ di quella diffidenza che si ha nei confronti di chi non si conosce. Ne è prova il feeling con i tifosi, anche e soprattutto quelli della curva, che ne hanno apprezzato la capacità di ascolto, una qualità non troppo frequente in chi abita le stanze dirigenziali. Tanto da omaggiarlo, al momento dei saluti, con uno striscione significativo: «Dirigente esemplare ma soprattutto persona speciale».

É possibile stilare un manifesto del Gazidis-pensiero durante il suo lavoro al Milan? Senza alcuna pretesa di esaustività, ecco un decalogo, un insieme di frasi estrapolate dai suoi interventi, non in ordine cronologico e tanto meno in quello d’importanza.

1) «Mi sento veramente milanese. Sono arrivato al Milan perché ho un sogno. Voglio far parte del ritorno di questo club in alto. Voglio un Milan moderno e progressista, siamo all’inizio del percorso»

2) «Il primo pensiero è stato quello di abbassare il monte ingaggi, perché non potevamo permetterci di perdere tutti quei soldi, al contempo però dovevamo anche migliorare il rendimento in campo, quella era la vera sfida Abbiamo assunto Moncada, un capo scout di livello mondiale, e un team di osservatori esperti, unendo queste due cose abbiamo ottenuto subito risultati eccellenti. Dopodiché abbiamo individuato Paolo Maldini come direttore sportivo, mi ha subito impressionato. Paolo non solo ha portato il suo carisma, ma è stato in grado di creare dei veri e propri rapporti padre-figlio con i giocatori più giovani. Paolo è stato bravissimo».

3) «La difficoltà, soprattutto in uno sport ad alta pressione come il calcio ai massimi livelli, non è la formulazione di un piano, ma la sua esecuzione. Gli ostacoli non sono intellettuali, ma emotivi. La pressione è così forte da indurre a pensare a breve termine, a immaginare che ci siano scorciatoie e soluzioni immediate, che in realtà è molto difficile attenersi al piano che si sa intellettualmente essere quello giusto. Per poterlo fare, occorre molta forza e unità all’interno del club».

4) «Per noi è importante non solo il lato tecnico, ma anche la persona. Pioli rappresenta molto bene il nostro club, è perfetto per rappresentare i valori del Milan»

5) «Ibra? Ha un profilo pubblico molto forte ma sotto questa mascherina c’è una persona intelligente che ha fatto crescere questo club questa squadra e questi giovani giocatori»

6) «Penso che sia la squadra più giovane della storia moderna a vincere lo scudetto e una delle squadre più giovani d’Europa».

7) «Il momento sportivo più iconico in cui sono stato coinvolto per me rimane lo Scudetto vinto con il Milan. La immagini della festa nelle strade della città non riescono a descrivere cosa è stato realmente. Tutta Milano è stata chiusa, e non potevamo muoverci con il pullman. Cinque ore per fare poco più di un chilometro, e abbiamo concluso in Piazza del Duomo, in centro. Chiunque sia stato lì quella giornata non la dimenticherà mai per il resto della propria vita»

8) «Questo Paese è un gigante addormentato. Le squadre di calcio qui sono enormi per via della storia, della cultura che rappresentano. Il calcio italiano ha attraversato un periodo difficile, ma sono assolutamente convinto che tra 10 anni sarà fiorente, si giocherà in stadi moderni. Quello che faremo avrà un impatto non solo sul Milan come club, non solo su Milano come città, ma sull’Italia come Paese».

9) «Oggi, il calcio non è più solamente un gioco per uomini. È uno sport accessibile a tutti, sempre più donne si stanno avvicinando al calcio in tutto il mondo. È uno sport globale, quindi deve evolvere per essere più inclusivo. Il primo passo è avere uno stadio sicuro e inclusivo in cui tutti possano realmente sentirsi parte di un evento».

10) «La Superlega fornirà valore e supporto all’intera piramide del calcio con maggiori risorse finanziarie, aumentando in modo significativo i pagamenti di solidarietà alle leghe nazionali e al calcio di base e la creazione di un campionato femminile corrispondente, che rappresenterà un passo in avanti trasformativo per il calcio femminile».

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