Ultime Notizie

Buon compleanno a… Hugo Lloris

Pubblicato

su

Oggi Hugo Lloris compie 37 anni. É raro imbattersi in un giocatore che nella sua carriera ha accumulato più premi con la Nazionale che con il suo club

Oggi Hugo Lloris compie 37 anni. É raro imbattersi in un giocatore che nella sua carriera ha accumulato più premi con la Nazionale che con il suo club. Con la Francia, infatti, ha vinto il campionato d’Europa Under 19 nel 2005, trampolino di lancio di una carriera che complessivamente lo pone a 9 gare dal toccare quota 900, che solo a scriverlo fa impressione. Ha proseguito poi alzando la Coppa del mondo in Russia nel 2018, sfiorandone un’altra in Qatar 4 anni dopo. E, tanto per ribadire quanto questo sia il periodo della rappresentativa di Didier Deschamps, vi ha aggiunto ancora il successo in Nations League nel 2021.

Completiamo il quadro ricordando anche che con 145 presenze è l’uomo che più ha giocato con la Francia, il che attribuisce proporzioni leggendarie al suo percorso. Che lui ha deciso di chiudere dopo la finale con l’Argentina perduta ai rigori, annunciando all’Equipe il 9 gennaio 2023 il suo ritiro, anche in considerazione del fatto di ritenere che un erede ci fosse nella persona di Mike Maignan: «Arriva un momento in cui bisogna saper passare la mano. Non voglio appropriarmi della cosa, ho sempre detto e ripetuto che la Francia non è di nessuno, e tutti abbiamo modo di verificare che sia così. Io per primo penso che dietro la squadra è pronta per continuare e c’è anche un portiere pronto».
Con i club, invece, le soddisfazioni sono soltanto due e neanche grandissime, la coppa e la Supercoppa francesi ottenute con il Lione 11 anni. Per il resto, ed è abbastanza incredibile, nulla a glorificare la sua più che decennale storia con il Tottenham, anche se è innegabile quanto i londinesi siano cresciuti nel periodo, fino a raggiungere la finale di Champions League, traguardo impensabile, sfumato all’ultimo per colpa del Liverpool.
Gli ultimi mesi sono stati assurdi per uno come lui. Qualcosa aveva intuito Hugo già prima che arrivasse l’estate. «Uno dei migliori portieri al mondo», secondo la definizione del suo mister Antonio Conte, aveva parlato della sua situazione al Nice Matin. Che non era compromessa per quanto riguardava il contratto, visto che lui a suo tempo lo aveva prolungato fino al 2024.

Ma l’arrivo del “nostro” Guglielmo Vicario e ciò che gli aveva detto l’allenatore Ange Postecoglu lo avevano indotto a parlare al Nice Matin di «fine di un’era». Insomma, era arrivato il momento di guardarsi intorno. Che non significava pensare al pari di tanti altri all’Arabia Saudita, rifiutata drasticamente: «Non puoi passare da una Coppa del Mondo di successo all’essere un giocatore mediocre in pochi mesi». E neanche l’idea della Lazio, affacciatasi durante il mercato, lo avrebbe poi convinto, nonostante le pressioni di Lotito su Sarri per indurlo a mettere un uomo dalla così grande esperienza alle spalle di Provedel.

Infine, neanche l’offerta del Nizza era stata accettata. Anzi, un po’ si era offeso, perché materializzatasi sul gong della chiusura delle trattative, gli era sembrato un affronto tornare nel club dove aveva iniziato proprio in questa maniera, più improvvisata che improvvisa: «I tifosi del Nizza e la squadra meritano di meglio di una decisione in una frazione di secondo, basata su una telefonata senza esprimere un progetto sportivo chiaro, arrivata a un’ora dalla chiusura della finestra di mercato in un momento in cui non me lo aspettavo».
Le conseguenze di questo stallo, che aveva indotto persino il Tottenham a concedergli di non partire con la squadra per la tournée in Asia «per esplorare potenziali opportunità di trasferimento», hanno fatto sì che Lloris sia diventato niente di più che un uomo dimenticato. Si allena, ma non viene convocato. Ha ancora la maglia numero 1, sul sito del club la sua figurina compare in rosa, ma ormai si attende solo l’apertura della sessione di gennaio per capire se riuscirà a trovare un’altra squadra. Cercando magari di proseguire per raggiungere i suoi modelli di riferimento: «Da ragazzo ero un tifoso accanito di Buffon, è stato a lungo il mio idolo insieme a Casillas. Ho cercato di imitarli nella mia carriera».

Exit mobile version