Calcio italiano
Buon compleanno a… Gianni Rivera
Oggi Gianni Rivera compie 80 anni. Quando parla, e lo fa abbastanza spesso, sembra di tornare indietro nel tempo, perché si può dire di tutto su di lui, ma non che non sappia prendere posizioni forti su svariati temi
Le parole di Gianni Rivera (VIDEO)
Oggi Gianni Rivera compie 80 anni. Quando parla, e lo fa abbastanza spesso, sembra di tornare indietro nel tempo, perché si può dire di tutto su di lui, ma non che non sappia prendere posizioni forti su svariati temi. Esattamente come succedeva ai tempi in cui giocava ed erano anni nei quali i calciatori erano piuttosto impacciati con la grammatica e con i giornalisti, in particolare quando apparivano in video si percepiva il loro imbarazzo, persino la loro emozione, era assolutamente la normalità che la sintassi andasse a farsi benedire. Nel suo caso, no. Anzi, l’eloquio con tanto di erre arrotata era pacato, ragionevole, lo si sarebbe detto un perfetto rappresentante della gioventù targata Democrazia Cristiana, partito nel quale poi ci entrò davvero, non si poteva lasciare inespresso quella potenzialità. Anche perché il Golden Boy ha rappresentato qualcosa di più di un giocatore. Sinteticamente, lo si potrebbe definire il motivo per il quale molti hanno scelto di tifare Milan attraverso lui.
Che quella maglia non l’ha mai tradita e che di San Siro ne è stato il principale attore insieme a Sandro Mazzola, in un derby infinito con eco altisonante in Nazionale al Mondiale in Messico, quando l’Italia si è divisa in due come non succedeva dai tempi di Coppi e Bartali. Anche per questo lui – e tutti quelli della sua generazione certamente, ma anche molti altri che quel teatro a cielo aperto l’hanno conosciuto – non può concepire l’idea che la Scala del calcio venga abbattuta e lo ha ribadito in diverse riprese.
Bandiera rossonera, ma ammainata da Silvio Berlusconi, con il quale non è mai andato d’accordo, più per ragioni caratteriali che politiche, quelle sono arrivate dopo. Anche per questo pubblicamente ha preso le difese di Paolo Maldini, quando l’ha visto emarginato brutalmente dal nuovo corso. Lo ha fatto in un’intervista dove esprime anche la richiesta paradossale di lasciargli lo spazio per un’esperienza da allenatore, adesso che anagraficamente dovrebbe riservarsi una dorata e serena pensione.
Un messaggio “forte”, insolito per uno come lui che tante volte sembra non sopportare l’esagerazione del mondo contemporaneo, le troppe parole di cui ci nutriamo, come ha espresso l’anno scorso quando a inizio stagione lo hanno interrogato sul campionato nel consueto gioco estivo dei pronostici: «Il bello del calcio è che, prima di giocare, non si sa niente, anche se tutti fanno previsioni. È come dire se domani pioverà, quando fuori c’è il sole…».
Meglio quando interviene a gamba tesa, lui dal gioco così meravigliosamente etereo da ricevere i colpi – e quanti! – invece che darli. Ci sono alcuni esempi di politicamente scorretto che sembrano riedizioni del Gianni Rivera in lotta contro il sistema, come certe dichiarazioni contro il mondo arbitrale che ben pochi alla sua epoca potevano pronunciare, non possedendo l’aura mitica intorno al suo passaggio. Come quando ha attaccato la Nazionale rea di avere affidato il numero di maglia della sua vita a chi, a suo avviso, non aveva le spalle per portarlo: «La numero 10 a Insigne? Ormai la può mettere chiunque, la mettono anche i portieri e conta meno di una volta». Oppure quando a Rai Radio2 non è proprio riuscito a negare un autocompiacimento, ovviamente del tutto legittimo, quando gli hanno chiesto di paragonare giocatori di epoche diverse: «Io non posso rispondere, direi che nessuno è stato più bravo di me».
Recentemente, il Corriere della Sera ha celebrato il suo compleanno lanciandolo con un bel po’ di giorni d’anticipo attraverso un’intervista di Oriana Fallaci fattagli nel 1963. Il giovane Gianni, già divo, non fornisce mai una risposta di circostanza. Un pezzo di giornalismo da studiare e una confessione sulla vita delle star che non è detto che sia sempre da invidiare: «Voglio dire che un ragazzo di vent’anni che non si chiama Gianni Rivera fa cose che io non posso fare e che magari, in certi momenti, anch’io vorrei fare. Non so, stupidate: come cantare ad alta voce per strada, camminare lungo un marciapiede insieme a una ragazza, la mano nella mano, uscire la sera e tornare alle due del mattino. Mica per far niente di male, magari per restare giù abbasso a parlar con gli amici. Io sono allegro anche se non rido troppo e la gente dice sempre Gianni, come sei serio! E ogni tanto, anch’io… Ma non posso, non devo. E così… Voglio dire: non che me ne rammarichi eccessivamente, l’ho scelta io questa vita. Però, in due anni, sono stato a ballare solo due volte ed entrambe le volte i giornali lo hanno saputo».