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Buon compleanno a… Emanuel Vignato
Oggi è il compleanno di Emanuel Vignato e in questa stagione è finito fuori dal progetto tecnico del Bologna
Oggi Emanuel Vignato compie 23 anni. Ultimamente non ha fatto notizia, se non per l’essere finito fuori rosa. Thiago Motta non crede in lui e non ha partecipato al ritiro estivo del Bologna. Il rischio è che una bella promessa finisca nel dimenticatoio è decisamente elevato. E suscita una certa sensazione pensare a quanta differenza si sia registrata tra previsioni di un futuro roseo e il presente difficile, tra i complimenti ricevuti in passato e le incerte prospettive attuali. Di Emanuel si è iniziato a parlare per la simpaticissima scena registrata al momento del suo esordio in Serie A. Succede il 20 maggio 2017 – una vita fa, a ben contare – in Chievo-Roma. Il caso vuole, p meglio le scelte dei due mister, che il suo ingresso in campo coincida con quello di Francesco Totti. I due sono divisi da 24 anni e mentre si scaldano insieme, il romanista chiede al ragazzino il classico: «Ma tu chi sei?». Il giovanissimo esterno clivense si presenta, gli svela di essere un classe 2000, al che il Pupone si gira verso Radja Nainggolan e sfodera una battuta delle sue: «Sembra che abbia 12 anni. Ne vuoi 10 dei miei?». La sua entrata in scena aggiorna le statistiche quando due campionati dopo sigla il suo primo gol in Serie A alla Lazio (si vede che Totti gli ha indicato il bersaglio…). Il più giovane marcatore del campionato in corso – 2018-19 – diventa lui, superando lo juventino Moise Kean.
A Verona Emanuel cresce bene. Appare come un esterno destro molto tecnico, dotato di un buon dribbling, cui abbina anche una discreta velocità di base. Il ragazzo possiede anche una buona duttilità, che gli permette di giocare come trequartista dietro le punte. É molto abile nel muoversi tra le linee, nel leggere al meglio la situazione e nel prendere la decisione giusta. Tra i punti deboli, si sottolinea all’apoca principalmente il fisico, che gli impedisce di reggere il contrasto con i difensori avversari. Per le sue caratteristiche lo accostano a Stephan El Shaarawy, ma il problema è che le pressioni sono troppe. Lo ammetterà lui stesso in seguito: «Quando ti seguono certi club a livello internazionale, è normale e giusto che la testa giri un po’ e a livello personale l’orgoglio sia tanto».
Si possono leggere così certe dichiarazioni forti, tra l’ingenuità giovanile e il sospetto di un’iniziale presunzione, ognuno può vederci l’aspetto che preferisce: «Dove mi vedo tra 10 anni? Spero il più alto possibile, giocare in una squadra forte. Il Barcellona è la squadra più bella da veder giocare. Come allenatore vorrei Guardiola».
Prima del blaugrana, però, c’è il rossoblu del Bologna. Per due anni gioca abbastanza e vorrebbe farlo anche di più. Con Sinisa Mihajlovic colleziona un buon numero di presenze e quando gli chiedono un giorno quale sia il ruolo in cui può esprimersi meglio la risposta è quella che obbligatoriamente dovrebbero dare tutti i giovani in cerca di spazio, con le relative difficoltà che si incontrano in Italia: «La posizione preferita è che preferisco giocare».
La svolta definitiva sembra arrivare in Bologna-Fiorentina, 2 maggio 2021, quando vive la stessa scena ben tre volte, inventando assist che uno dopo l’altro vengono trasformati in gol da Rodrigo Palacio.
É allora che scende in campo Walter Sabatini, ds del club. Il suo endorsement è contemporaneamente un atto d’accusa verso gli altri, non disgiunto da una sincera autocritica: «Chi ha visto la partita contro la Fiorentina non può non apprezzare Vignato. Crea palle gol, ha servito tre assist e ha anche inseguito Vlahovic per 60 metri, anche questo lavoro rientra nella bellezza. Per Vignato vedo una carriera sfavillante, importantissima, ha una tecnica eccezionale e anche una forza nel campo. E’ stato bravo Bigon in questo. Sarà una sorpresa per tutto il calcio europeo. Resta ancora al Bologna? Vignato per l’indolenza di club italiani ed europei che fanno finta di non vedere. Guardate Bruno Fernandes: ora vince le partite da solo ma nessuno lo ha visto in Italia, nonostante sia stato tanti anni qui. Me compreso: Dario Rossi, mio osservatore e figlio di Delio, mi ha sempre consigliato di prenderlo quando giocava al Novara».
Dopo di allora non c’è stato molto, giusto un gol con l’Empoli nel pezzo di stagione trascorsa in Toscana dopo il mercato invernale. C’è ancora qualcuno disposto a puntare su di lui o ci dovremo “accontentare” di seguire il fratello Samuele, altro bel prospetto di 19 anni in forza al Monza?