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Buon compleanno a… Dino Baggio

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Dino Baggio

Oggi Dino Baggio compie 52 anni. Il suo dopo carriera è stato abbastanza anonimo, si è saputo poco di lui, quasi fosse il fratello di Roberto…

Oggi Dino Baggio compie 52 anni. Il suo dopo carriera è stato abbastanza anonimo, si è saputo poco di lui, quasi fosse il fratello di Roberto, anch’egli ritiratosi a vita privata, invece che un omonimo che con lui ha condiviso imprese come la vittoria della Coppa Uefa con la Juventus nel 1993 o il Mondiale americano con l’Italia l’anno seguente. Dove, detto per inciso, lui era molto giovane ed era in grado di lasciare un segno insieme al compagno più celebrato, che fossero il Borussia Dortmund o la Spagna gli avversari. Eppure, non bastò quel biennio importante, dove sembrava essere diventato quel che prometteva, per restare in bianconero. Anzi, proprio in questi giorni di rose troppo larghe e giocatori da convincere, il suo esempio è indicativo di quando le società possedevano una forza che oggi non possono avere neanche lontanamente: nel ritiro azzurro si presentò Luciano Moggi e con la minaccia di lasciarlo fermo per due anni lo “convinse” – per così dire – ad andare al Parma.

Dove, peraltro, il giocatore si è preso quasi tutte le soddisfazioni del caso, compreso alzare un’altra Coppa Uefa proprio davanti ai suoi ex compagni, per poi stare ad alti livelli per un bel po’. Perché magari era esagerato il soprannome di RijkaarDino, per suggerire che fosse la versione nostrana del campione olandese. Ma anche lui, da centrale d’interdizione, se la cavava più che bene, sapeva giocare in svariati ruoli e vedeva la porta. Tanto che nel primo anno a Parma chiuse con 12 reti la sua stagione, dopo che in azzurro era stato il suo colpo di testa alla Norvegia a tenerci appesi alla qualificazione, altrimenti Arrigo Sacchi avrebbe fatto una figura che in quel periodo, per come andava il calcio italiano, non era per noi abituale.

Dicevamo, Dino Baggio è un po’ un desaparecido, in un mondo dove sempre di più gli ex calciatori popolano i media e ci sembra che nessuno smetta mai di farne parte. Anche questa sua “scomparsa”, ha suscitato reazioni a catena la sua intervista in un’emittente locale nei giorni della scomparsa di Luca Vialli. E si è capito che la sua disabitudine a comunicare pubblicamente lo ha portato a scivolare, quando a Tv7 Triveneta ha fatto questo ragionamento: «Ho un bellissimo ricordo di Luca, lui era un uomo spogliatoio, un ragazzo che faceva crescere i giovani, quando giocavo con lui avevo 21 anni, spendeva sempre una parola carina nei nostri confronti. Se n’è andato via troppo presto. Bisognerebbe risalire a quello che abbiamo preso in quei periodi. Bisognerebbe investigare un po’, sulle sostanze prese in quei periodi. Non so se sia dovuto a questo ma c’è sempre stato il doping. Non si sono mai prese robe strane, perché c’è una percentuale che devi tenere. Però con il tempo bisogna vedere se certi integratori fanno bene oppure no. Sta succedendo a troppi calciatori. Negli anni miei c’era il doping. Non prendevi robe strane, prendevi robe normali ma poi bisogna vedere se col tempo riesci a buttarle fuori o restano dentro. Poi tanti hanno parlato dell’erba dei campi e dei prodotti che utilizzavano che davano dei problemi».
Prontamente è arrivata la correzione, la puntualizzazione di un gergo che ha creato un equivoco: «Colpa mia. Chiedo scusa a tutti. Io volevo dire “antidoping”, e non “doping”. Infatti ho aggiunto che robe strane non ne abbiamo mai prese, perché non si poteva: c’erano i controlli. Mica si scherzava. È un errore che nasce dalla consuetudine. Noi calciatori, quando andavamo a fare il test nella stanza a fianco dello spogliatoio, dicevamo: “Anche stavolta mi tocca il doping…”».
Molti si sono ribellati sul merito e anche la tempistica del ragionamento.

Altri, invece, quasi che Baggio avesse detto a voce alta quel che molti suoi coetanei pensano in proprio, gli sono andati dietro, come Beppe Dossena, che gli ha riconosciuto lo status di persona che pone temi seri: «Quando ho iniziato da ragazzo negli anni ’70 mi è capitato di prendere il Micoren come tanti. Ho letto le dichiarazioni di Dino Baggio, mi sembra un ragazzo equilibrato e credo che ponga una questione importante. Con tutti i soldi che girano non mondo del calcio si potrebbero anzi dovrebbero fare studi più approfonditi sul fatto che ci possa essere una maggiore incidenza di alcune malattie tra gli ex calciatori». Ed altri ancora, non pochi, hanno confessato di vivere nella paura perché cosa assumessero, francamente, non l’hanno mai capito.