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Buon compleanno a… Dayot Upamecano

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Oggi Dayot Upamecano compie 25 anni. Calcisticamente non è il suo periodo migliore, un infortunio alla coscia gli ha fatto saltare le ultime tre partite del Bayern. Poco male per una squadra che proprio di questi tempi, un anno fa, aveva il direttore sportivo Hasan Salihamidzic negare che ci fosse bisogno di un intervento sul mercato: «Non è prevista alcuna trattativa per un centrale di difesa. Siamo ben coperti con De Ligt, Lucas Hernandez e Upamecano che sono tre giocatori top. Abbiamo inoltre Josip Stanisic. Non faremo trattative per Gvardiol». Le cose poi sono cambiate e quest’estate i bavaresi sono andati a fare un colpo niente male andando a prendere Kim dal Napoli, ma questo aumento di concorrenza non deve spaventare. Anche perché, nel caso del francese, stiamo parlando di un nazionale, uno di quelli che c’era in Qatar, anche in quel caso combattendo per ritagliarsi un posto.

Per capire come gioca il colosso Dayot, bisognerebbe probabilmente riguardarsi il gol che ha avviato la gara con l’Inghilterra, quella che al Mondialr ha stoppato definitivamente il percorso dei britannici. L’avanzata di Upamecano che dà il via all’azione dell’1-0 di Tchouameni è di quelle che andrebbero mandate a memoria come esempio di difensore che con il pallone tra i piedi ha quel tanto di naturalezza necessaria nel calcio contemporaneo. Se poi si vuole restare, invece, nello specifico delle sue funzioni arretrate, la diagonale in finale con l’Argentina ai tempi supplementari, fatta per respingere una conclusione di Mac Allister, è altrettanto significativa circa le sue caratteristiche. Per quanto riguarda il club, invece, la considerazione nei suoi confronti è di lunga data, arriva da quando si è messo in evidenza nel Lipsia ed ha iniziato a interessare diverse società.

Arrivato al Bayern, ha confermato e approfondito le sue qualità, quelle che un attento osservatore di calcio internazionale come Lele Adani ritiene espressione di una «grande mentalità» da parte del complesso bavarese, che lo ha esaltato in una specifica gara: «ha giocato contro il Psg con De Ligt e Upamecano uno contro uno a 50 metri dalla porta contro Messi e Mbappé». Un’operazione per la quale o si è pronti e capaci, o si rischia una clamorosa imbarcata. L’arrivo in Baviera, peraltro, non è stato privo di problemi. Non perché ci fosse la corte di altri, anche dall’Italia, com’è normale che succeda per i giovani talenti. Ci aveva pensato il Milan, che sembrava disponibile a sacrificare Calhanoglu pur di accaparrarselo. E anche il Liverpool, quando si è trovato a dover rispondere all’emergenza determinata dall’infortunio di Van Dijk. A complicare il trasferimento è stato lo stesso Bayern, che nel febbraio del 2021 ne ha comunicato il trasferimento prima ancora che la società cedente lo dicesse.

Una fretta che il tecnico del Lipsia, Julian Nagelsmann, che poi dai campioni di Germania sarebbe andato ritrovandosi ad allenare il giocatore, interpretò come uno sgarbo o, quantomeno, una mossa intempestiva nella tempistica: «Per quanto riguarda Upamecano è arrivata la conferma da parte del Bayern. Da parte nostra non c’è stato alcun comunicato, dovete chiedere a loro. Io e la mia squadra eravamo concentrati solo sulla partita e non abbiamo dato peso a notizie arrivate a 20 minuti dall’inizio della gara. Upamecano ha una clausola rescissoria e la decisione sul suo futuro spetta solo a lui». I problemi sono altri, verrebbe da dire. Per Dayot principalmente quelli che ha raccontato in una bella intervista all’Équipe: «Da ragazzo, avevo difficoltà a comunicare con i miei compagni quando ero in campo. Per questo ho deciso di lavorare con un professionista per alzare il mio tono di voce nella maniera giusta. Volevo farmi sentire per 90 minuti senza perdere intensità. In questo modo avrei potuto guidare la difesa. Non riuscivo a esprimermi correttamente. Mi prendevano in giro anche a scuola. Non è stato facile, ma poi con gli anni sono riuscito a cancellare certi imbarazzi. Mi sono allenato molto, fin quando non ho fatto progressi: superare certi problemi è solo un fatto mentale». Si migliora anche così e il resto della sua carriera non ha fatto altro che confermare quanto questa applicazione sia stata utile.

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