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Buon compleanno a… Daniele Montevago

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Oggi Daniele Montevago compie 20 anni. Un’età nella quale i calciatori italiani vengono considerati giovanissimi, tanto da giocare ancora nella Formazione Primavera. Persino dopo avere fatto il loro esordio in Serie A, com’è successo a lui. Quasi dovessero fare un doppio lavoro per avere un posto fisso, che non è esattamente la situazione che si vive nella vita reale (o forse sì, in alcuni contesti). Può essere la sua vicenda simbolica o anche solo rappresentativa delle difficoltà di una generazione ad emergere in un contesto come il nostro? Proviamo a raccontarla, consci che la risposta che maggiormente si avvicina al vero la potrebbe fornire lui stesso, che vive aspettative, speranze e disillusioni con cadenza settimanale, perché questo è il difficile tempo che ha chi cerca di emergere.

Montevago nasce a Palermo e arriva alla Sampdoria. Nel vivaio blucerchiato si mette in mostra con la forza della sua determinazione, che lo pone all’attenzione anche delle Nazionali giovanili. A Genova si trova bene e lo stesso sito della società lo presenta come un giocatore dotato di «forza fisica e senso del gol». Lui si racconta con il tipico entusiasmo del ragazzo che ha voglia di combattere perché il suo sogno vada ad avverarsi: «Il calcio è la mia più grande passione. Ho iniziato a tirare i primi calci al pallone quando avevo solo tre anni. La scorsa estate la Sampdoria mi ha cercato con insistenza e non ho esitato un istante ad accettare questa proposta. È la prima volta che lascio casa e non è stato certo facile. Qui però ho trovato un ottimo ambiente. Casa Samp è come una seconda famiglia, nel tempo libero mi piace guardare i cartoni animati in tv, un modo per rilassarmi e tornare un po’ bambino. In campo mi ispiro a Zapata dell’Atalanta, che qui conoscete bene, e osservo Fabio Quagliarella: lui ha doti tecniche straordinarie, quelle che vorrei migliorare grazie al lavoro con mister Pastorino». Se c’è uno che può funzionare da guida, quello è proprio il bomber della Samp. E non per mere ragioni d’anzianità, semmai perché è uno che ogni gradino della sua carriera l’ha scalato con la mentalità che ti fa andare oltre i limiti e non ti fa mai cedere di un centimetro. Daniele è grato ai consigli del “maestro: «Mi sta dando tanti consigli, ad esempio quello di sfruttare il momento,“non ti conosce ancora nessuno… Approfittane. Perché poi cominceranno a prenderti le misure”». Sono suggerimenti che riceve in particolare dopo l’arrivo di Dejan Stankovic: con il nuovo mister Montevago inizia a frequentare la prima squadra.

Anche se ammette di fare «fatica a crederci» dopo l’esordio in Serie A contro l’Inter. Uno spezzone di gara, per poi avere l’occasione di partire titolare in Coppa Italia in Fiorentina-Sampdoria. Una prova non positiva, tocca pochissimi palloni, non appare ancora all’altezza del compito, a maggior ragione in una squadra che vive una situazione di difficoltà strutturale.

A Daniele basta questo assaggio per calarsi maggiormente nell’atmosfera della Sampdoria. Lo si percepisce dal genuino entusiasmo che esprime via social anche quando non gioca e i suoi compagni, ad esempio, riescono nella non semplicissima impresa di fermare sullo 0-0 a Marassi l’Inter di Inzaghi: «Siete stati grandissimi, continuiamo sempre così, come abbiamo sempre fatto, cuore, sacrificio e palle!». Chissà se gli sta costando non fare più parte dei protagonisti della Serie A dopo che a gennaio era entrato anche in una classifica speciale: dopo Hojlund e Felix, era il 2003 che aveva accumulato più minuti in campionato.

E chissà come vive il ritorno nei campi della Primavera, lui con i suoi 8 gol realizzati quest’anno e magari il sospetto che ne sarebbe bastato anche solo uno nel calcio degli adulti per abbandonare i coetanei ed entrare definitivamente in un altro universo.

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