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Buon compleanno a… André Onana

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André Onana

Oggi André Onana compie 27 anni. La vigilia del suo compleanno l’ha trascorsa a San Siro, impegnato in Inter-Fiorentina. Una gara amara, con sconfitta per 1-0, ma nella quale lui non ha certo responsabilità. Anzi, un intervento su Castrovilli è stato uno dei migliori effettuati quest’anno, da applausi a scena aperta.

Quella di ieri è stata la sua presenza numero 29 nella stagione nerazzurra. Un dato non scontato perché anche il portiere di un grande club, quando deve rilevare un’eredità importante e chi la detiene è ancora presente in rosa, non è assolutamente scontato che riuscirà a farsi largo. Vero è che Samir Handanovic negli ultimi tempi no aveva convinto tutto il popolo nerazzurro, troppi gol erano arrivati con lui apparso inchiodato, sorpreso o rassegnato (ma se ci fosse stato in quel di Bologna, magari oggi sulle divise nerazzurre ci sarebbe ancora lo scudetto ben cucito). Però, è altrettanto certo che il curriculum dello sloveno è talmente grande da costituire una certa forma di garanzia. Detto altrimenti, Onana è certamente un profilo alto nel suo ruolo e in ascesa, ma non è semplice accantonare uno che all’Inter – per “limitare” solo lì la sua esperienza – ha accumulato 449 partite. Non stupisce pertanto che un esperto come Luca Marchegiani, si sia fatto sentire due mesi in un’intervista a Tuttosport: «Io preferisco Handanovic ad Onana e non me ne voglia nessuno. Poi che anche per ragioni anagrafiche ci sia stata nella testa dell’Inter l’idea di sostituire Handanovic è comprensibile, ma stiamo parlando di un portiere che è forte. Quello che invece non ho ancora visto in Onana è l’affidabilità nel comportamento tra i pali. In una grande squadra il portiere nelle interpretazione delle varie situazioni di gioco deve essere altamente affidabile: io non so se ci stanno lavorando in allenamento e lui stia cercando di adattarsi dal punto di vista tecnico al nostro calcio, però questo finora è stato un po’ un limite di Onana».

Sicuramente non è un’opinione maggioritaria. Ma segnala che – al di là del paragone con il suo predecessore-compagno-rivale – sicuramente l’ex portiere dell’Ajax non convince tutti, anche lui in fondo sul tiro di Kostic che ha deciso Inter-Juventus non si è mosso come avrebbe dovuto. Tanto che negli ultimo giorni ha circolato anche l’idea: lasciamolo pure andare a Londra, in fondo tutti sognano la Premier. E guardiamo al mercato interno, dove portieri italiani di gran belle speranze ci sono e sarebbe il caso di puntarci senza troppe remore.

Ok, parliamo pure di limiti, insicurezze, atteggiamenti un po’ troppo scenografici per i gusti in voga dalle nostre parti. Ma se l’Inter vivrà un sogno di assoluta grandezza in questa stagione nella geografia europea, è anche per la quantità di interventi importanti che il suo neoacquisto ha proposto in Champions League. A partire dal girone, quando al Camp Nou ha dimostrato di esaltarsi dentro quello spazio dove altri hanno accusato mal di testa e perdita di orientamento. Per finire al doppio confronto con il Porto: a San Siro bravo a ripetizione sulle conclusioni di Grujic, Taremi e Zaidu; in Portogallo addirittura salvifico e provvidenziale (in certi casi giusto abbondare con l’aggettivazione) sul colpo di testa del bomber iraniano, deviato con la mano sul palo. Miracoli “annunciati”, in un duplice senso: si sapeva che Onana era tipo in grado di farli, anche per questo lo si era voluto; e lui, al termine del girone, aveva espresso senza giri di parole il diritto a pensare in grande perché «con questa squadra si può vincere tutto».-
https://www.calcionews24.com/onana-vogliamo-sognare-qualificati-in-un-gruppo-difficile/
Parole di ben altro genere sono state pronunciate in Qatar, quando la rottura tra lui e il CT Rigobert Song lo ha portato fuori rosa, inducendolo successivamente alla scelta di non giocare più per la sua nazionale.

Al di là dei torti e delle ragioni di ognuno, è sempre un vero peccato privarsi di un’opportunità che tutti coloro che l’hanno vissuta ritengono essere il massimo della propria carriera. André è ancora troppo giovane – e troppo discusso – per togliersi una porta da difendere dal proprio orizzonte.