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Bucciantini: «In Serie A si segna troppo poco, è preoccupante»

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L’analisi di Marco Bucciantini, noto giornalista, sul girone d’andata della Serie A. Tutti i dettagli in merito

Marco Bucciantini, nel suo editoriale su La Gazzetta dello Sport, ha analizzato i dati sulle reti segnati nella prima parte di stagione in Serie A.

LE PAROLE – «Il 2023 si è chiuso con una giornata spopolata del senso proprio di questo gioco, lo scopo, il gol: 14 gol in dieci partite variabili, qualcuna molto brutta, altre più mosse, nessuna appagante con l’Udinese – miglior esibizione del turno – e la Lazio (unica capace di ribaltare il risultato) che fanno quasi metà bottino in due. Vendiamo noia, questo è il tema corollario al principale, cioè che dopo alcuni anni più spavaldi si è tornati a segnare meno, fino al poco di questo torneo. Questo torneo conferma una tendenza recente e la esaspera: possono bastare pochi gol per fare molta strada. La capoclassifica è la squadra meno battuta (l’Inter) eppure non serve alla destinazione di questo pezzo perché l’impressione della sua forza va oltre, il differenziale (+34) è enorme e testimonia una ricerca larga e abbondante. Semmai, l’esiguo vantaggio sulla Juventus (ma l’enorme vantaggio sul resto) avvalorano il progetto dei bianconeri che – appunto – hanno trasformato una situazione di punteggio precario in un monumento di marmo. Senza voler cominciare l’anno con una guerra di religione, se questa sterilità diffusa sia merito di una fase difensiva cresciuta ed elaborata o colpa di una fase d’attacco deludente e timida (o di interpreti inadeguati) possiamo però augurarci come speranza per l’anno bisestile che tornino i gol. Si gioca per questo, il popolo del calcio si muove insieme per questo, è l’affermazione di un mondo che ci realizza e che viene conteso da un universo (di atleti, persone, sentimenti, storia) che tende allo stesso risultato: due forze così si possono anche appaiare dopo un’esibizione di tutto il loro valore, dopo il torchio di tutte le possibilità. Offerto questo, non vi sarà mai prostrazione».

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