2014

Bryan Cristante: rimpianto del Milan, sprecato dal Benfica

Pubblicato

su

Focus sull’ex talento rossonero, che oggi colleziona panchine lusitane

LA STORIA SI FA SUBITO – Lo scorso 1 gennaio, quando il Milan comunicava la cessione di Bryan Cristante al Benfica, i tifosi rossoneri quasi scendevano in piazza. Sì, perché il passaggio del centrocampista ai lusitani non è stato esattamente una delle mosse più azzeccate del calciomercato rossonero, specie poi se si pensa all’arrivo in prestito secco di Marco Van Ginkel. E dire che Cristante è stato appoggiato direttamente da Adriano Galliani quando era forte l’interesse del Chelsea sul giovane regista: l’ad rossonero fece addirittura firmare il rinnovo di contratto a Cristante, salvo poi venderlo al miglior offerente. Ma partiamo dall’inizio. Bryan Cristante nasce il 3 marzo 1995 in un paesino di circa 15.000 anime che porta il nome di San Vito al Tagliamento. Il ragazzo col nome americano suscita l’interesse delle persone, ma c’è una particolare categoria di lavoratori che si interessa a lui più di quanto non facciano gli altri: si tratta dei talent scout, ed in particolare uno, tale Mauro Bianchessi, responsabile del settore giovanile del Milan nel 2006, piomba su Cristante: «Bryan è un predestinato», dirà di lui Bianchessi. All’epoca il giovane Bryan giocava nella Liventina Gorghense, società che milita tra i dilettanti e che era affiliata al Milan (oggi all’Inter): i rossoneri continuano a tenerlo d’occhio, e nel 2009, quando Cristante ha 14 anni, decidono di tesserarlo. Un anno prima, nel 2008, malgrado ancora dilettante, fece uno stage a Coverciano facendo registrare così il singolare primato riguardo la convocazione in nazionale di un giocatore non ancora professionista. Niente male per un ragazzino di 13 anni.

TRA I CAMPIONI – Cosa avrà visto in Cristante Massimiliano Allegri, allenatore del Milan che lo fece esordire con la maglia rossonera in Champions League il 6 dicembre 2011 nella partita contro il Viktoria Plzen? A dirla tutta, per Cristante parla il curriculum. Bryan è un giocatore abbastanza duttile, che può giocare benissimo sia come centrocampista davanti la difesa, sia come mezzala. La sua qualità non si discute: Cristante riesce a dettare i tempi di gioco con la stessa naturalezza con cui va a riprendersi il pallone, preferisce i passaggi in verticale e l’imbucata negli spazi, ma è anche dotato di una straordinaria conclusione. Arrivato al Milan riesce a mettere al servizio della squadra le sue qualità, e vince il campionato nella categoria Giovanissimi nazionali nel 2010. L’anno dopo bissa il successo con gli Allievi ed il suo nome inizia a circolare tra gli addetti ai lavori. Cristante viene così aggregato alla Primavera rossonera guidata da mister Dolcetti, a soli 16 anni e mezzo. Le soddisfazioni arrivano, ma quella più grande, come già accennato, è legata all’esordio in prima squadra: Viktoria Plzen – Milan, gara di Champions League del 6 dicembre 2011. Sono dodici i minuti che Allegri gli concede per permettergli di diventare il più giovane esordiente rossonero in una competizione internazionale. Mica male, se si pensa che quel primato era di Paolo Maldini.

MA PERCHÈ? – La storia prosegue, e dice che la stagione 2013/14 è stata la migliore in carriera per Cristante. Aggregato alla prima squadra, per Bryan arriva il giorno dell’esordio in Serie A con la maglia del Milan: è il 10 novembre 2013 quando Allegri gli concede quattro minuti al Bentegodi, contro il Chievo. Non bisognerà aspettare neanche tanto per il suo primo gol in campionato, arrivato nella successiva apparizione contro l’Atalanta a San Siro, uno stadio capace di esaltarti quanto abile nel demolirti: Kakà lo serve sulla trequarti, stop perfetto di sinistro e rasoiata di destro, palo-gol. I tifosi del Milan imparano a conoscere lui e le sue geometrie, i passaggi sono sempre pensati ed eseguiti con perfezione. Forse l’unica pecca che gli si potrebbe imputare riguarda la sua tenuta sugli scontri fisici, malgrado i 186 centimetri che ha a disposizione gli consentono di tenere botta. Oltre la Serie A, Cristante viene eletto (e a ragione) migliore giocatore del Torneo di Viareggio del 2013 e vince così il ‘Golden Boy’. Al curriculum va aggiunta anche la partecipazione alla Youth League, la Champions dei giovani, dove Cristante esplode contro il Barcellona, segnando due gol, uno a Milano e l’altro in Spagna. Galliani decide closì di blindarlo facendogli firmare un contratto fino al 2018. Cristante accetta, ma le sorprese sono sempre dietro l’angolo. «Il Benfica gioca in Champions ed in Portogallo è sempre tra le prime tre», parola di Bryan. Sicuramente il declino del Milan, tecnico e finanziario, ha influito sulla scelta di vendere Cristante: i lusitani hanno offerto 6 milioni di buoni motivi a Galliani per far sì che l’ad optasse per la cessione. Un peccato, vero, specie se si considera il minutaggio ottenuto finora dal centrocampista con la maglia del Benfica: 157 minuti spalmati in 4 presenze, di cui 2 in Champions, una in campionato e una nella coppa nazionale. Numeri davvero non esaltanti, ma non vi è dubbio sul fatto che Cristante abbia la giusta personalità per imporsi anche in Portogallo. Certo, considerando i problemi del Milan di oggi a centrocampo, è lecito sollevare qualche dubbio. Si dice anche che Galliani abbia strappato un accordo verbale con Rui Costa per quanto riguarda il diritto di prelazione in caso di cessione, ma adesso le nuove voci vogliono la Juventus su Cristante. Insomma, grandi nomi ed un futuro apparentemente assicurato. Il problema, adesso, è capire dove.

 

Exit mobile version