2017
Napoli, Bruscolotti: «Real Madrid? Date il massimo di voi stessi»
L’ex difensore Azzurro Giuseppe Bruscolotti ricorda la sfida col Real Madrid del 1987. -2 alla grande sfida del Bernabeu
Mancano ormai solo due giorni alla sfida che vale una stagione per il Napoli, quella del Santiago Bernabeu contro i Campioni in carica del Real Madrid, una gara attesa fin dai minuti successivi al sorteggio, una sfida che farà da banco di prova per i ragazzi di Maurizio Sarri che non hanno mai avuto di fronte un avversario simile in questi anni, sì Juventus e Roma sono forti ma la Champions League è un’altra cosa, il Real è un’altra cosa. Non è la prima volta che i partenopei si trovano di fronte la squadra con più coppe dalle grandi orecchie in bacheca: capitò anche 30 anni fa, nel 1987, quando gli Azzurri campioni d’Italia trascinati da Diego Armando Maradona (che sarà allo stadio mercoledì, come affermato dal Presidente De Laurentiis negli scorsi giorni , ndr.) se la videro proprio contro i Blancos nella primissima apparizione azzurra all’allora Coppa dei Campioni. Di quella sfida ai microfoni del sito ufficiale del Napoli ha parlato chi l’ha vissuta da protagonista, Giuseppe Bruscolotti: «Quella partita cominciò con un siparietto. Al mercoledì mattina stavo nella Hall dell’albergo, si avvicinò mister Bianchi e mi disse che mi doveva parlare. Pensai che potessi essere della partita, era l’ultimo anno di carriera e avevo ormai passato il testimone a Ciro Ferrara, ma avevo sentito qualche vocina in giro. In effetti mi chiese se me la sentivo di giocare: là per là mi feci una risata, non mi era mai capitato nella mia carriera di pormi quel problema, se non giocavo era perché ero infortunato o squalificato, altrimenti giocavo. Ma poi dissi che pure se fossi stato zoppo, sarei tornato in forma per giocare contro il Real. Il Mister fu un grande perché dopo la bella partita evidenziò, nello spogliatoio e davanti a tutti, proprio la mia prestazione. Sono cose che fanno piacere e rimangono. Si ripresenta quest’occasione dopo tanti anni, noi trovammo una squadra molto agguerrita. Il Real vince, e vince spesso, ha fior di campioni. Potrebbe essere l’occasione di togliere l’amarezza che avemmo noi all’epoca: il Napoli disputò due gare eccezionali, la seconda ancor di più, fu una partita incredibile».
BRUSCOLOTTI: «IL MIO REAL-NAPOLI 30 ANNI FA» – All’andata, quando all’uscita degli spogliatoi sentivamo le voci che rimbombavano nello stadio, non fu una bella sensazione. Poi, una volta in campo, avemmo l’impressione che si potesse andare ben oltre: facemmo bene la gara e avemmo le nostre occasioni, le due più clamorose furono quelle di Renica e Giordano. Lui mi disse di aver perso la dimensione della porta a causa del bianco dei pali e degli spalti. Un goal lì al Bernabeu avrebbe portato il Napoli più avanti nel torneo. Occasioni ne avemmo anche al ritorno, con i palloni che il portiere del Real si ritrovò alle spalle, dopo il vantaggio già acquisito col goal di Francini. Rimane oggi che fu uno spettacolo sia in campo che fuori: stadio stracolmo, grande prestazione… Più che timore verso i giocatori, perché in campo oltre a me c’erano calciatori che si facevano rispettare, ci fecero rabbia gli insulti del loro allenatore, che ci diede dei mafiosi. Lo inseguimmo fuori dal campo, ma al Bernabeu gli spogliatoi a un certo punto si dividono, e non c’è modo di andare dalla parte dove entrano loro in campo. A Napoli tentammo la stessa cosa ma nel sottopassaggio c’era tanta gente e quindi anche lì sfuggi al nostro ‘saluto’. Il mio avversario fu Santillana. Era come Altafini, aveva uno stacco da fermo incredibile. Tante volte i difensori si lasciano andare in queste occasioni in cui gli avversari saltano da fermi. Avevamo la stessa età, ma fui io a fare la differenza: uscì alla fine del primo tempo».
BRUSCOLOTTI: «NAPOLI PUOI FARCELA» «Il momento del Napoli attuale è ottimo, se farà la partita che ci ha abituati a vedere, creerà non pochi problemi. Il Napoli può darci una grande sorpresa. Sono partite che si giocano allo stesso modo sia dentro che fuori, è chiaro che un goal fuori casa potrebbe dare qualcosa di molto importante. Sono gare in cui si trova la concentrazione in tutta tranquillità. Il giocatore già sa, inizia a memorizzare la gara dai primi giorni e poi a studiare l’avversario e le sue caratteristiche. È la settimana in cui l’allenatore lavora meno: la concentrazione arriva da sé, come dicevo. È talmente alta l’attesa che non possono esserci distrazioni, sono partite che l’atleta sente tantissimo e non c’è bisogno di una preparazione particolare. Ai ragazzi dico solo di mettere il massimo di loro stessi, hanno dimostrato di saper giocare e di fare un certo tipo di gioco che viene decantato da tutti. La cosa importante è riuscire a fare quello che sono capaci di fare: mi raccomando, forza e concentrazione!».