2020
Brasile, Gerson vittima di razzismo: «Non mi chiuderanno mai la bocca»
Gerson è stato insultato da un avversario dopo la vittoria del suo Flamengo per 4-3 sul Bahia. Le parole del centrocampista
Gerson è stato insultato in maniera razzista da un avversario dopo la vittoria del suo Flamengo contro il Bahia. Queste le sue parole affidate ai social.
«Amo la mia razza e lotto per il colore. Il “chiudi la bocca, negro” è esattamente quello che non succederà più. Continueremo a lottare per l’uguaglianza e il rispetto nel calcio, quello che oggi mancava dall’altra parte. Da quando avevo 8 anni, quando ho iniziato la mia carriera nel calcio, sento, a volte solo guardando, il “taci, negro”. E non ci sono mai riusciti. Non lo faranno adesso. Non basta non essere razzisti, bisogna essere antirazzisti. È inutile parlare, fare campagne e non metterlo in pratica in tutti gli aspetti della vita, anche sul campo. Il calcio non è qualcosa al di fuori della società e un ambiente in cui le barbarie come “zitto, negro” possono essere accettate. È un peccato che dobbiamo parlarne settimanalmente e non viene intrapresa alcuna azione sportiva al riguardo. Ed è ancora più triste vedere la connivenza di altre persone che sono in campo e che hanno minimizzato e ridotto il peso dell’atto di oggi al Maracanã. È disgustoso convivere con il razzismo e ancor di più con coloro che minimizzano questo crimine. Non voglio “stare zitto”. La mia lotta, la lotta dei neri, non si fermerà. E ripeto: è noioso dover sempre parlare di razzismo senza vedere nulla dalle autorità. Il razzismo è un crimine. E dovrebbe essere trattato in questo modo in tutti gli ambienti, compreso il calcio. Non mi hanno zittito nella vita, non mi hanno zittito sul campo e non sminuiranno mai il nostro colore».