2013

Brasile 2014, un’outsider: la Colombia e le sue bocche di fuoco

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Secondo posto nel girone di qualificazione e pass per il Mondiale: la Colombia di Pekerman studia da protagonista

MONDIALE BRASILE 2014 QUALIFICAZIONI COLOMBIA – Ad un turno dalla chiusura del girone di qualificazione al Mondiale 2014 della CONMEBOL meglio di Ecuador, Cile e del deludente Uruguay e peggio soltanto dell’Argentina: quel che conta però è che la Colombia abbia già ritirato il biglietto aereo che la condurrà direttamente in Brasile a partecipare – da outsider insieme al Belgio – alla prossima competizione mondiale.

DIFESA – Tallone d’Achille? Qualcosa probabilmente manca al centro della retroguardia, con l’evergreen Yepes ancora cardine di un reparto che non può incentrare le sue ambizioni sui balbettanti Zapata e i vari Perea, Valdes, Mosquera e Medina che militano, con tutto il rispetto, in campionati non europei e giocoforza di calibro inferiore. Tutt’altra musica sugli esterni, con i partenopei Zuniga ed Armero in rampa di lancio verso un contemporaneo impiego da titolare: il commissario tecnico – l’argentino Josè Pekerman – seppur non con regolare continuità li ha spesso impiegati insieme, riportando proprio Zuniga nel suo ruolo naturale di esterno destro basso di una difesa a quattro e non dunque traslocato sulla corsia mancina dopo la trasformazione avvenuta nella gestione Mazzarri. E, a dire il vero, circostanza confermata dall’attuale tecnico del Napoli Rafa Benitez che predilige un utilizzo proprio sul versante sinistro.

CENTROCAMPO – Quantità e qualità. Le caratteristiche totali di interpreti alla Guarin ed Aguilar, centrocampisti dotati sì dei tempi di giusti nell’inserimento ma anche dei muscoli e della corsa per fare legna in mezzo al campo nel caso di ricorso ad una squadra già di per sé offensiva. Ed in effetti è proprio il caso di ricordarlo perché in terra brasiliana sarà arduo rinunciare all’esplosività di Juan Cuadrado – il valore del calciatore è rintracciabile proprio dal suo attuale periodo di assenza nella Fiorentina di Montella, pedina insostituibile per caratteristiche intrinseche – ed allo sconfinato talento di James Rodriguez, classe 1991 ma calciatore già di livelli spaziali per la semplicità con cui sa tradurre tutto il suo estro in concretezza con serie infinite di assist e gol. L’esplosione con la maglia del Porto che gli è valso il passaggio super milionario al Monaco alla corte di Claudio Ranieri: l’occasione per confermarsi ed attirare su di sé gli occhi del mondo calcistico.

ATTACCO – Porto e Colombia, deve essere proprio scritto nel destino l’incrocio tra i calciatori di tale appartenenza ed il club lusitano: è toccato a James Rodriguez, si diceva, così come è una sorte spettata alle due bocche di fuoco colombiane, Radamel Falcao e Jackson Martinez. Le 72 reti complessive in 87 presenze (pazzesco!) ai tempi del Porto sono valse ad El Tigre la ribalta internazionale prima con l’Atletico Madrid (altre 70 reti in 91 presenze) ed ora la sfida francese con il Monaco: successi internazionali e definitiva consacrazione che passa da uno scudetto in un campionato top o da un’affermazione in Champions League. O al prossimo Mondiale, con Jackson Martinez: attuale centravanti proprio del Porto, guarda un po’, dove segna a raffica ed ha attirato gli occhi dei club più accreditati a livello internazionale. Il devastante pacchetto offensivo colombiano non finisce qui e può vantare sull’ulteriore apporto di quel Teofilo Gutierrez che si esalta in nazionale e dell’astro nascente Luis Muriel, un attaccante che ha tutte le caratteristiche per diventare tra i migliori al mondo. Ricerca dell’equilibrio dunque: se la Colombia non subirà troppo ha le armi per far male (tanto) a qualunque avversario incontri nel suo cammino.

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