Brasile 1950: la disfatta del Maracanà  - Calcio News 24
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2009

Brasile 1950: la disfatta del Maracanà 

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Ai Mondiali del 1950, i primi dopo la Seconda Guerra Mondiale, si è assistito ad un finale incredibile e imprevedibile: il Brasile che butta via il suo primo Mondiale, di fronte al proprio pubblico in una gara che stava vincendo e nelle quale gli sarebbe bastato pareggiare.

L’Italia campione del Mondo in carica, si presenta decimata al campionato brasiliano e con una preparazione inefficiente. La tragedia aerea di Superga aveva lasciato i segni tangibilmente sul nostro calcio e la paura che ne seguì, portò la federazione italiana ad optare per un lunghissimo viaggio in mare lungo quasi un mese. E la preparazione stessa venne effettuata sul ponte della nave e ben presto tutti i palloni finirono in acqua: cose d’altri tempi.

La Fifa non esitò a scegliere il Brasile come nazione ospitante: l’Europa era ancora nella fase della ricostruzione dopo il conflitto più sanguinoso della storia. Furono cinque le città  scelte per la Coppa: Rio de Janeiro,Ã? Sà£o Paulo, Porto Alegre, Belo Horizonte e Curitiba.

Al Mondiale (che si giocò dal 24 giugno al 16 luglio) si assistette ad un cambio di formula per non chiudere il bilancio in rosso. Niente eliminazione diretta questa volta (neppure una partita: caso unico della storia dei Mondiali), ma quattro gironi prima e un girone finale come secondo turno, per un totale di ventidue partite anzichè sedici. Le gare avrebbero dovuto essere ancora di più, ma ci furono diversi ritiri: le nazionali che si giocarono il quarto titolo furono però solo 13, perchè Francia, Austria e India diedero forfait all’ultimo. Non c’era la fortissima Argentina (in patria ci fu un grosso sciopero dei calciatori, che volevano un adeguamento dei salari), ancora una volta candidata per ospitare la rassegna, ma scartata, al pari della Svezia, che però fu presente. Assenti per squalifica Germania e Giappone, ritenute le nazioni responsabili della guerra. C’era invece l’Inghilterra: le squadre britanniche avevano partecipato alle qualificazioni per la prima volta.

La formula vedeva quindi due gruppi da quattro squadre (uno con Brasile, Jugoslavia, Svizzera e Messico; l’altro con Inghilterra, Spagna, Cile e Usa); uno da tre (Italia, Svezia e Paraguay) e uno da due squadre (Uruguay e Bolivia).Ã? Ã? La prima di ciascun girone si sarebbe qualificata al girone finale e fu solo per caso che si assistette ad un’ultima gara decisiva. Essendo un girone infatti, l’ultimo match sarebbe potuto anche essere inutile.

Osservando l’andamento del Mondiale fino alla finale, si poteva tranquillamente evincere che doveva essere l’anno del Brasile, non solo perchè in casa ma anche e soprattutto grazie alle prestazioni sempre più convincenti (4-0, 2-2, 2-0 nel primo girone e 7-1 e 6-1 nel secondo girone prima del match con l’Uruguay); e in più nelle fila dei brasiliani c’erano i gol di Ademir, capocannoniere del Mondiale con nove centri. L’Uruguay però nel ridicolo girone da due squadre strapazzò i malcapitati boliviani con un punteggio che non ammette repliche (8-0) e arrivò fresco come una rosa al girone finale. Negli altri raggruppamenti, l’Italia pagò il fatto di essere nel gruppo da tre, dove se perdi la prima (cosa che è puntualmente avvenuta), sei a casa al 90%. Nel nostro gruppo, infatti furono gli svedesi a spuntarla: l’Italia, orfana del grande Torino, puntava sui gol di Boniperti, Carapellese, Pandolfini e sul vecchio Muccinelli. Il primo non timbrerà  mai il cartellino, il secondo due volte, gli altri due una volta sola. L’altra squadra che riescì a qualificarsi al girone finale fu la Spagna, con tre successi in altrettante partite

Ed eccoci al gruppo della seconda e ultima fase: il Brasile partì subito forte, battendo 7-1 la Svezia, l’Uruguay nell’altro campo impattò con la Spagna, lasciando sola al comando la Seleà§ao. Seconda mandata e altra scorpacciata di gol per i brasiliani: 6-1 agli iberici. L’Uruguay questa volte tenne il passo battendo 3-2 gli svedesi. All’ultimo turno, ci furono una delle gare più inutili e una delle più belle di sempre nella storia di questo gioco. La gara inutile fu quella tra Svezia e Spagna, conclusasi 3-1. L’altra, la finale del Maracanà , fu quella che opponeva Uruguay e Brasile, con questi ultimi avanti in classifica di un punto. Al Brasile bastava pareggiare, ma non sia mai che il Brasile giochi per il pareggio.

Tutta Rio era pronta a riversarsi nelle strade per festeggiare i suoi eroi, l’Uruguay non aveva nulla da perdere e si giocò la sua gara. L’arbitro inglese Reader mandò le squadre a riposo sul punteggio di zero a zero. A inizio ripresa i padroni di casa passarono in vantaggio con Friaà§a, facendo esplodere lo stadio di gioia. Il Brasile, non ancora verde-oro, ma in divisa bianca, cercò la goleada e si scoprì in difesa, subendo il pari di Schiaffino al 66′. A quel punto il Maracanà  cominciò a temere il peggio, che si verificò al 79′, quando Ghiggia superò il portiere Barbosa per la seconda volta. La squadra di casa è ammutolita e non riuscì più a reagire. La Celeste si aggiudicò nel modo più impensabile il suo secondo Mondiale portandosi a due titoli, come l’Italia. A Rio ci fu un’incredibile ondata di suicidi, per una delusione che sfociò in lutto nazionale. Dal Carnevale e la festa (erano già  pronte undici limousine fuori dallo stadio, una per ogni giocatore sceso in campo) si passò alla tragedia.

Nota d’obbligo per il capitano degli Orientales, il difensore Obdulio Varela, che cercò di spronare la punta Miguez dicendogli: “guarda che faccia da stupido ha il loro portiere. E tu mi vorresti far credere che non sei capace di fargli due gol?”; o che disse al suo compagno di reparto: “se ti azzardi a far toccare un solo pallone al tuo marcatore, te la dovrai poi vedere con me”. Giallo finale: al termine della partita, venne rubata la coppa, che fu poi ritrovata in seguito. Varela rincarò: “con o senza coppa, i campioni siamo noi”. La “Gazeta Esportiva” titolò “Nunca mais”, mai più. C’è chi parlò anche di un intervento divino in favore dell’Uruguay. La punta Miguez ricorda la partita: “quel giorno non temevamo nè Dio nè demonio. Se il portiere avesse giocato in attacco avrebbe fatto due gol e se io avessi giocato in porta avrei parato due rigori “.

Ecco i risultati del Mondiale brasiliano.

Gruppo 1: Brasile-Messico 4-0, Jugoslavia-Svizzera 3-0, Brasile-Svizzera 2-2, Jugoslavia-Messico 4-1, Brasile-Jugoslavia 2-0, Svizzera-Messico 2-1� � (Brasile 5, Jugoslavia 4, Svizzera 3, Messico 0).

Gruppo 2: Inghilterra-Cile 2-0, Spagna-Usa 3-1, Spagna-Cile 2-0, Usa-Inghilterra 1-0, Spagna-Inghilterra 1-0, Cile-Usa 5-2� � (Spagna 6, Inghilterra 2, Cile 2, Usa 2).

Gruppo 3: Svezia-Italia 3-2, Svezia-Paraguay 2-2, Italia-Paraguay 2-0� � (Svezia 3, Italia 2, Paraguay 1).

Gruppo 4: Uruguay-Bolivia 8-0 (Uruguay 2, Bolivia 0).

Gruppo finale: Brasile-Svezia 7-1, Spagna-Uruguay 2-2, Brasile-Spagna 6-1, Uruguay-Svezia 3-2, Svezia-Spagna 3-1, Uruguay-Brasile 2-1 (Uruguay 5, Brasile 4, Svezia 2, Spagna 1).