2014
Boys Parma: «Tutta la verità sui fatti di Bergamo»
Il gruppo ultras parmigiano in esclusiva per Calcionews24.com
I Boys Parma sono il principale gruppo organizzato della realtà ducale. Nato nel 1977, il gruppo ultras si è sempre distinto per le iniziative sul sociale e per una costante presenza, sia in casa che in trasferta a sostegno della squadra del Parma. Il 19 ottobre scorso il gruppo è balzato agli onori della cronaca per la contestazione messa in atto alla fine della partita persa a Bergamo. Per cercare di far luce sull’accaduto e per capire le reali motivazioni dl dissenso da parte degli ultras ducali abbiamo contattato in esclusiva alcuni membri del direttivo.
Proviamo a ricostruire i fatti di Bergamo. Come sono andate le cose?
«Come sempre alcuni giornalisti che evidentemente non erano presenti a Bergamo quel giorno hanno strumentalizzato la vicenda. A fine partita i giocatori non sono venuti a salutare i tifosi che nonostante l’alluvione che aveva colpito la città erano presenti in trasferta. L’unico che è venuto a ringraziarci è stato il preparatore dei portieri, Luca Bucci. A lui abbiamo chiesto che la squadra uscisse per un confronto e dopo un pò di tempo sono usciti Lucarelli, Coda, Felipe, Lodi, Mirante a Galloppa. A loro è stato detto che dovevamo remare tutti nella stessa direzione, per farlo chi scende in campo deve “tirare fuori i coglioni” ma è stato comunque ribadito il fatto che noi eravamo insieme alla squadra. Il coro finale “Siamo sempre con voi” ne è la dimostrazione. I toni sono stati accesi ma comunque non vi è stata alcuna forma di violenza, intimidazione o umiliazione come alcuni pseudo-giornalisti hanno scritto i giorni seguenti».
La settimana dopo avete cercato un confronto con il Presidente Ghirardi, perchè?
«Dopo la partita persa malamente col Sassuolo abbiamo voluto parlare col presidente Ghirardi e il direttore Leonardi per chiedergli cosa stava succedendo alla nostra squadra, sia da un punto di vista calcistico che societario. Anche in questo caso la contestazione è stata dai toni duri ma sempre civili. Al contrario di quanto inizialmente ci era stato proposto, abbiamo voluto che il presidente uscisse e rispondesse alle domande di tutti i tifosi del Parma, e non solo davanti ai Boys, che comunque fino a quel momento erano i portavoce della contestazione».
Ritenete che spesso l’ultras venga strumentalizzato?
«L’ultras spesso viene strumentalizzato in quanto viene accusata una categoria che non può difendersi, i media in generale parlano sempre mettendo in evidenza le cose negative, mai quelle positive, non si mettono mai in risalto le iniziative benefiche che gli ultras di tutta Italia da Nord a Sud fanno per aiutare chi realmente ne ha bisogno. Molto spesso si parla di modello inglese in modo errato, ma il vero modello da guardare in questo momento è il modello tedesco, dove non esistono tessere del tifoso, biglietti nominali, dove è ancora possibile portare bandiere, tamburi, striscioni e dove il tifo è vissuto nella maniera più popolare possibile, come accadeva in Italia molti anni fa».
Il vostro gruppo è da anni in prima linea per aiutare il territorio con iniziative solidali, non ultima quella per gli alluvionati, vero?
«Il nostro Gruppo è da anni in prima linea per aiutare il territorio della nostra città e non solo. Nel corso degli anni abbiamo consegnato un’ambulanza alla città di Parma, abbiamo aiutato il Giardino Riabilitativo dell’Ospedale di Parma e l’Associazione Fibrosi Cistica della pediatria con la nostra riffa annuale e da ultimo ci siamo impegnati in prima persona per spalare e raccogliere beni di prima necessità da donare alla popolazione parmigiana colpita dall’alluvione delle settimane scorse. Abbiamo anche aiutato con una raccolta beni i terremotati di Mirandola e con una raccolta fondi gli alluvionati delle Liguria e della Toscana. Ma come sempre si parla dei Boys per tutt’altre vicende, per ultima della contestazione di Bergamo di cui abbiamo parlato prima».
Dopo tanti anni in prima linea nella lotta alla tessera del tifoso, quest’anno l’avete fatta, perchè?
«Dopo tanti anni di lotta alla tessera del tifoso a metà dello scorso campionato abbiamo aderito all’away card e quindi siamo ritornati “ufficialmente” in trasferta. Per noi il rifiuto alla tessera è sempre stato visto come “Segui il Parma senza tessera” e non “stiamo a casa per la tessera del tifoso”, questo secondo noi è un concetto molto importante. Per anni abbiamo vissuto come “clandestini” all’interno degli stadi di tutta Italia acquistando i biglietti nei modi più disparati e fantasiosi e mischiandoci in molte occasioni ai tifosi di casa. Lo scorso anno dopo le 93 diffide che sono arrivate ai doriani nella trasferta di Livorno abbiamo deciso di regolarizzarci, anche se la decisione di aderire all’away card era già stata presa in precedenza e abbiamo aspettato solo il risolversi di vari aspetti burocratici».
La vicenda della eliminazione dall’Europa League ha portato degli strascichi. Voi che idea vi siete fatti?
«Purtroppo non abbiamo una idea chiara, come non l’ha nessuno in giro per l’Italia e L’Europa, non per ultimo il TAS che si è dichiarato non competente come tutti gli altri ricorsi che abbiamo fatto».
Cosa vi aspettate dal Parma in questa stagione?
«Ogni inizio campionato il nostro obiettivo rimane sempre e solo uno: la salvezza. Lo scorso anno dopo aver raggiunto quota 40 punti ci siamo divertiti e abbiamo raggiunto sul campo l’importante traguardo dell’Europa League. Quest’anno siamo partiti malissimo ma remando tutti nella stessa direzione dobbiamo raggiungere la salvezza a tutti i costi ed un po’ di tranquillità economica».