2020

Bortolo Mutti: «Ripresa? Le motivazioni non mancheranno. Su Gattuso…» – ESCLUSIVA

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Bortolo Mutti ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni commentando i temi caldi del nostro calcio. Le parole dell’ex tecnico dell’Atalanta

Bortolo Mutti ha parlato in esclusiva ai microfoni di Calcionews24.com. L’ex tecnico, tra le altre, di Napoli, Palermo e Atalanta ha commentato i temi caldi legati al nostro calcio dedicando un pensiero alla sua Bergamo, città che ha pagato più di tutte l’emergenza Coronavirus.

Mister intanto come sta?

«Per fortuna bene, con tutti i casini che ci sono in zona e nel paese (in Val Cavallina ndr)…speriamo che questa emergenza finisca il più in fretta possibile». 

La situazione sta migliorando a Bergamo dopo settimane a dir poco difficili?

«I numeri sono abbastanza confortanti e si sentono meno ambulanze. Sono 3-4 giorni che la situazione sembra stia piano piano rientrando. Prima era devastante, anche a livello psicologico. Sembrava una guerra, un casino. Al giorno d’oggi vedere le immagini dei carri militari con le bare dentro è raccapricciante. È chiaro che si reagirà, i bergamaschi sono pronti a ripartire anche se è stata una prova pesante a livello umano. Una generazione di nonni è stata decimata, è un peccato perchè si poteva limitare questa eccezionalità».

Lei crede che il virus sia stato sottovalutato in Italia e ci si poteva fermare prima a livello sia di sport che di attività generali?

«Sicuramente sono state fatte delle valutazioni con leggerezza, senza la tempistica e la decisionalità che ci volevano. Purtroppo siamo stati impreparati tutti, a livello politico e sanitario. Reperire le mascherine, le bombole d’ossigeno e i respiratori è stato difficilissimo. Poi, per carità, gli sforzi fatti sono stati disumani: a dottori e infermieri va riconosciuto un grandissimo spirito di sacrificio».

Lei è favorevole alla ripresa dei campionati con la possibilità di giocare anche in estate inoltrata?

«Io sono favorevole. Si deve ripartire, sempre se ci sono le condizioni necessarie, ma si dovrà riprendere. Si giocherà d’estate facendo dei sacrifici per modo di dire visto che non vanno in miniera, per cui si dedicherà l’estate a terminare i campionati e poi si ripartirà di nuovo. Penso sia un segnale molto importante per una ripresa dopo un periodo che ha messo alla prova l’intero Paese».

Per un allenatore quanto è difficile ricaricare la squadra a livello mentale dopo uno stop così prolungato?

«Credo che non ci saranno dei grossi problemi. Le motivazioni non mancheranno, perchè saranno quelle che hai lasciato quando hai staccato la spina. Rimetti la spina e riparti con le stesse abitudini e voglia di fare. Nello stesso tempo dovrai fare un lavoro minimo di preparazione ma penso che ripartendo tutti sullo stesso piano, possono essere assorbite bene. Poi invece che allenarti giochi ogni 3 giorni e cerchi di smaltire quello che era regresso. Penso sia una cosa possibilissima».

Quindi lo scoglio più difficile da affrontare per un allenatore sarà quello di rimettere benzina nei muscoli dei propri giocatori…

«Come ho detto prima, partendo tutti dallo stesso livello la cosa può essere distribuita in modo generale per tutte le squadre. Per cui tutte le problematiche saranno condivise ma dopo 10-15 giorni di lavoro si potrà andare in campo. Chiaro non sarà una condizione ottimale ma accettabile».

Lotito voleva che la Lazio tornasse ad allenarsi al più presto possibile. Che idea si è fatto sulla vicenda?

«Ognuno ha i suoi interessi e orticelli da coltivare. A volte è condivisibile a volte meno, ci vorrebbe buon senso e la cosa deve essere gestita preservando la salute dei giocatori e dei collaboratori. Devi garantire a tutti la stessa fase di tranquillità operativa».

A proposito di orticelli, crede che il non voler tornare a giocare da parte di Cellino e Ferrero sia dovuto alla paura di vedere Brescia e Sampdoria retrocesse?

«Mi pare evidente. Chi prende certe posizioni ha delle situazioni compromesse e sperano che questa situazione possa portare dei benefici. Sono delle strategie personali che vanno al di là dei valori veri e propri della situazione. Ognuno valuta bene il caso interno e adotta una strategia. Credo poco a certe affermazioni umane, spero ci sia la coerenza da parte di tutti di fare le cose più sensate». 

Taglio stipendi dei calciatori, qual è la sua idea a riguardo?

«Sicuramente può essere una cosa discriminante e pesante per giocatori di Lega Pro e dilettanti che hanno dei budget molto limitati. Chi prende 5/6 milioni non avrà problemi a fare delle decurtazioni nonostante possa dare fastidio. L’importante è salvaguardare chi ha delle fasce d’ingaggio molto limitate. Va bene fare un processo di riduzioni ma le cose devono essere sensate».

In Serie B troviamo un Benevento padrone del campionato con Crotone e Frosinone all’inseguimento. Se non dovesse riprendere la stagione come si comporterebbe lei visto che molti club hanno già minacciato azioni legali…

«Il Benevento sicuramente ha un margine tale che mettere in discussione la promozione sarebbe assurdo. Il campionato deve avere una logica, passando per dei playoff magari meno ampi o trovare una formula dove si possa premiare chi ha lottato. Non puoi escludere un obiettivo che è stato pianificato a inizio stagione. Bisogna trovare una stagione altrimenti incorri in ricorsi giuridici che alla fine può compromettere la partenza del futuro campionato».

Prima dell’emergenza stavamo assistendo a un bellissimo campionato, se dovesse riprendere, vede una squadra favorita per lo scudetto o impossibile pronosticarlo ora?

«Io penso che la Lazio possa essere l’alternativa vera alla Juve anche se i bianconeri rimangono i favoriti. In questo momento verrebbe da metterli tutti e tre sullo stesso piano anche se l’Inter partirebbe un po’ più indietro. Lazio e Juve possono giocarsi un finale di campionato davvero entusiasmante».

Sarri alla Juve ha incontrato non poche difficoltà, se lo aspettava?

«È chiaro che ci si aspettava qualcosa in più da Sarri e dalla Juve, sopratutto sul piano del gioco visto che non si è mai vista una Juve padrona del gioco e delle partite. Però è chiaro che con dei cambiamenti e con delle situazioni di rottura con il passato, ci vuole il suo tempo ed è quello che dobbiamo dare a Sarri. Secondo me il tecnico bianconero sta facendo un grande lavoro e penso possa portare a compimento tutti i suoi obiettivi. Gli auguro soprattutto la Champions, sarebbe l’obiettivo che darebbe senso all’annata e a certi investimenti».

La stagione del Napoli come la giudica? Gattuso sarà l’allenatore giusto per il Napoli?

«Gattuso ha ripreso in mano la situazione che si era deteriorata per tanti fattori: ritiro/non ritiro, multe, frazioni interne. I meccanismi interni si erano logorati e questo non penso sia colpa solo di Ancelotti. Purtroppo alcune situazioni si complicano al di là della tua bravura per fattorie esterni che non riesci a gestire. Credo che Gattuso meriti a pieno la fiducia e la progettualità del Napoli del futuro perchè ha saputo gestire un momento difficile e risollevare una squadra a pezzi. Gli auguri di fare un percorso importante».

Un commento sulla stagione dell’Atalanta: nessuno a Bergamo pensava che la squadra di Gasperini potesse spingersi a fare quelle cose in Champions…

«Quando mi avevano chiesto chi poteva essere la candidata per disturbare la Juve per lo scudetto io avevo detto l’Atalanta. Se guardiamo i numeri dell’Atalanta sono importantissimi, non vedo perchè i nerazzurri non possano essere candidati al titolo, esagerando ovviamente. Gasperini sta facendo un lavoro incredibile e in Champions ha trovato la sua consacrazione, l’augurio è che possa continuare questo cammino perchè è una favola per Bergamo e i suoi tifosi. Penso che questi risultati saranno anche duraturi visto che c’è un lavoro di base importante e la società è ben gestita. L’Atalanta bisogna collocarla nelle top del nostro campionato, assolutamente».

Quindi se un giorno vedremo l’Atalanta con il tricolore sul petto non dovremo meravigliarci

«Sarebbe straordinario, non scandaloso. Difficile ma speriamo, non si sa mai. Sarebbe una cosa incredibile per Bergamo, però ci si può accontentare anche di quello che sta facendo ora».

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