2014

Borja Valero: «Vorrei essere come Jordan»

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Il centrocampista della Fiorentina si confessa tra famiglia, basket e politica

FIORENTINA BORJA VALERO – Alla vigilia della sfida casalinga contro l’Inter, Borja Valero ha deciso di raccontarsi: dalla famiglia agli amici, dal suo idolo agli altri sport, finendo a parlare di politica. A ruota libera il centrocampista della Fiorentina: «Non so se è presto sposarsi a 23 anni, so che quando ho conosciuto Rocio ne avevo 18 e nella nostra testa c’era già l’idea di diventare una famiglia. Quando poi è arrivato Alvaro, è stato tutto chiaro: sei pronto quando tuo figlio nasce, perché la natura è saggia e in queste cose è difficile che sbagli. Spero di non sbagliare io nel farli crescere: farò a modo mio e cercherò di parlare con loro più di quanto i miei genitori hanno fatto con me. Non ne faccio loro una colpa: tanto lavoro e poco tempo per noi. Mi basta che facciano sport, e che studino più di me», ha raccontato il calciatore spagnolo a La Gazzetta dello Sport, a cui ha confidato anche il suo concetto di amicizia e l’importanza che riveste nella sua vita: «A un amico chiedo due cose: che ci sia quando mi mancherebbe se non ci fosse, e che capisca come sono. Se oggi ho pochi amici è perché ne ho persi tanti per colpa mia, perché non sono stato capace di dare quello che mi chiedevano. Però io forse non avrei mai potuto avere molti amici: per me è sempre stato meglio pochi ma buoni, è quello che fa la differenza».

IL BASKET – Borja Valero s’è rivelato poi un grande appassionato di basket, tanto da pensare che forse avrebbe praticato quello sport, se non fosse diventato calciatore. Il suo idolo, infatti, è Michael Jordan, da cui ha imparato tre lezioni importanti anche per la sua carriera di calciatore: «Ho amato Jordan al punto da giocare pensando: “Bisognerebbe essere come lui”. Bisognerebbe essere come lui soprattutto per tre cose: era sicuro di sé in maniera mostruosa, poi tirava fuori il meglio dai compagni, li esaltava. Non c’è niente di più importante in uno sport di squadra, e ovviamente vale anche per il calcio. E poi dava allegria: chi giocava con lui sorrideva».

LA POLITICA – Il centrocampista coltiva il curioso desiderio di essere come Obama per un anno, cioè di avere il potere di influenzare anche gli altri politici. E poi attacca il premier Renzi:  «Il “mio” Sindaco Renzi due giorni dopo era Premier, senza che fosse votato dalla gente. In democrazia non dovrebbe essere così, ma non ho abbastanza conoscenze per giudicare. Mi sento di sinistra, ma giudico i programmi: se pensassi che da destra arrivano buone idee, non avrei problemi a votarli. Però finora non è mai successo».

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