2013

Borja Valero, Perin e Rudi Garcia: i top&flop della 14esima giornata di Serie A

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TOP&FLOP SERIE A – Con i posticipi Fiorentina – Verona e Napoli – Lazio si è chiusa la quattordicesima giornata di Serie A. Ecco i protagonisti – in positivo e in negativo – del turno appena trascorso.

TOP

BORJA VALERO – Una spanna sopra tutti. Vederlo giocare è una meraviglia per chi ama questo sport: delizioso nel tocco di palla, ha un grande senso tattico e un perfetto tempismo negli inserimenti. In più, come successo contro il Verona, non perdona nemmeno con il tiro da fuori area. Giocatore completo e fenomenale, chissà quando Del Bosque deciderà di togliersi le fette di salame dagli occhi…

PERIN – La cura Gasperini sembra averlo rigenerato. Dopo i miracoli di San Siro contro il Milan, si ripete tra le mura amiche con il Torino: la doppia parata, su Cerci e Immobile, ha del miracoloso. Il suo talento non è mai stato in discussione, ma la prima parte di stagione con la maglia del Pescara sembrava averlo offuscato. Per il dopo Buffon l’Italia può stare tranquilla: con Perin e Bardi è in ottime mani.

LLORENTE – La Juventus di Conte, negli anni passati, non avrebbe mai vinto una partita del genere. La presenza di un bomber vero, un rapace d’area di rigore, si sente eccome: Llorente è una minaccia continua per la retroguardia avversaria. E se prima Allan ci mette una pezza salvando sulla linea, la zuccata in pieno recupero del Re Leone condanna l’Udinese a un ko beffardo. E regala tre punti pesantissimi alla Juve, che sanno tanto di prima fuga stagionale. 

CORINI – I presupposti per iniziare bene c’erano tutti, ma quasi nessuno si sarebbe aspettato un avvio simile: due vittorie, 4 gol segnati e 0 subiti. Sei punti e Chievo che abbandona momentaneamente la zona calda della classifica. I risultati non sono frutto del caso: organizzazione, gioco e voglia di vincere sono merito del suo lavoro.

FLOP

DE SANCTIS – In uno stadio dove è poco amato – Bergamo e i suoi tifosi non dimenticano lo schiaffo che il portiere tirò, quando ancora vestiva la maglia del Napoli, a un giovane raccattapalle reo di aver temporeggiato troppo prima di restituirgli la sfera – cade come una pera cotta sul tiro tutt’altro che irresistibile di Brivio. La Roma non gioca ai suoi livelli, vero, ma l’errore dell’estremo difensore abruzzese rischia di compromettere la partita e l’imbattibilità, salvate in extremis dal tap in di Strootman.

CANA&CIANI – Le comiche, non fosse che il loro disastro ha rischiato di compromettere il futuro di Petkovic sulla panchina biancoceleste. I tifosi presenti hanno assistito all’horror show di due sciagure difensive: tolto il secondo gol, la cui responsabilità è da attribuire a Biglia, tutte le altre reti nascono da indecisioni clamorose dei due centrali. Tra chi maledice Petkovic per aver spostato Cana in difesa – nasce come centrocampista – e chi si dispera ripensando ai baluardi difensivi del passato – Nesta e Stam, solo per fare due nomi – la Lazio sprofonda in classifica. L’Europa, adesso, dista 10 punti.

RIZZOLI – Non convince la sua direzione di gara in Catania – Milan. Ciò che lascia più di stucco, però, è che un arbitro della sua esperienza, internazionale dal 2007 e già nella rosa dei fischietti per il prossimo Mondiale, si dimentichi del minuto di silenzio in ricordo di Amedeo Amadei, scomparso il 24 novembre. Non convince, poi, anche durante la gara: Balotelli salta Rolin, che lo sgambetta. Il difensore del Catania andava espulso, trattandosi di una chiara occasione da gol. Sa molto di compensazione il rosso a Tahctsidis: intervento duro del centrocampista greco, ma l’espulsione è esagerata. Giornata no.

GARCIA – L’impressione è che, pian piano, il tecnico francese si stia ‘italianizzando’. La Roma perde punti a Bergamo ma non per l’arbitraggio: per più di un’ora, i giallorossi sono assenti ingiustificati sul campo. E le scelte di Garcia non convincono: Pjanic, non al meglio, resta fuori. Come Ljajic, lasciato in panchina per scelta tecnica: decisione legittima dell’allenatore giallorosso, che, però, avrebbe dovuto, quantomeno, osare di più contro un’Atalanta incerottata e senza difensori – Cazzola, alla prima da titolare, schierato da centrale di difesa e Scaloni, unico terzino disponibile, che zoppicava dal primo minuto – schierando Caprari al posto di Marquinho. 

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