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Bordon su Sommer: «L’Inter ci ha guadagnato nello scambio con Onana»

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Le parole di Ivano Bordon, ex portiere dell’Inter, su Yann Sommer, attuale estremo difensore dei nerazzurri

Ivano Bordon, intervistato da Tuttosport, ha parlato di Yann Sommer e di come l’Inter nello scambio con Onana ci abbia guadagnato in termini di qualità nell’avvicendamento in porta dei due. Di seguito le sue parole.

PUNTI DI FORZA – «La tranquillità, il come sta in porta, la posizione, la chiusura. Mi sembra pure agile ed esplosivo. È il classico portiere del prima che si iniziasse a giocare così tanto dal basso e con i piedi. Lui secondo me in questo non è abilissimo, tanto che la linea difensiva non lo chiama molto in causa come invece veniva fatto con Onana, che al contrario era davvero bravissimo con i piedi».

SE L’INTER CI HA GUADAGNATO NEL CAMBIO CON ONANA – «Si può dire, sì. Proprio perché Sommer è più bravo tra i pali, mentre Onana lo è con i piedi. A livello economico i nerazzurri poi hanno ricavato tantissimo dalla cessione del calciatore al Manchester United, dato che il camerunense è stato venduto per più di 50 milioni di euro quando era stato prelevato a zero dall’Ajax. Io però non voglio parlare male di Onana, anzi: lui stava migliorando ancora, sia nella personalità che nel come gestiva il gioco della squadra».

SE C’É UN PROBLEMA STATURA – «No, è un’altezza giusta. Certo, fosse stato 185 centimetri sarebbe stato meglio, ma anche io sono 183 centimetri».

APPREZZATO DAI TIFOSI – «Io credo che al momento Sommer sia apprezzato dalla gente,
ma non ancora così tanto come merita. I risultati e le statistiche dicono che il portiere e la fase
difensiva della squadra siano da elogiare
».

PARAGONE CON HANDANOVIC – «Handanovic aveva giocato nel Rimini e nell’Udinese prima di firmare per l’Inter. Non è semplice l’impatto col mondo dei nerazzurri, ma lui era stato avvantaggiato dall’aver già giocato nel campionato italiano. Sommer per me dovrà ancora totalmente adattarsi alla Serie A, è normale. I due credo siano abbastanza simili. E quindi anche il modo di gestire le varie situazioni possono essere simili».

PARARIGORI – «Ogni portiere pensa a come mettere in difficoltà l’avversario. Io cercavo di far credere ai miei rivali di essere già andato su un lato, dell’averlo già battezzato. Poi però mi buttavo sull’altro: così pure io ne ho parato qualcuno di rigore. C’è chi attende il tiro e poi si butta. Altri si muovono prima, altri ancora sfruttano il fisico cercano di coprire più porta possibile. Se Sommer e Handanovic hanno parato più di un rigore, il merito va sicuramente dato a loro».

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