2018

I destini di Bonucci e Napoli si incontrano ancora

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Archiviata la pausa per le nazionali, è all-in sul finale di stagione: Napoli e Juventus si contendono lo scudetto, il Milan di Bonucci è uno degli arbitri

Alle spalle l’ultima interruzione della Serie A 2017-18: la doppia tornata amichevole delle nazionali, che ha visto Bonucci protagonista del nuovo corso dell’Italia, fa già parte del passato. I calciatori sono rientrati – o stanno tuttora rientrando – alle rispettive basi per gestire un finale di stagione da urlo: soltanto nel nostro campionato il discorso scudetto è ancora aperto, con il duello epico tra Napoli e Juventus tutto ancora da decifrare, c’è lotta agguerrita anche per i due restanti posti validi per l’accesso alla prossima Champions League. Lì dove il Milan dovrà attingere da ogni risorsa rimasta pur di completare una rincorsa che – per come si erano messe le cose nei primi mesi – avrebbe oggettivamente del clamoroso. E dunque insidiare Roma, Inter e Lazio, che al momento possono ancora contare su un certo vantaggio acquisito.

Sassuolo-Napoli e Juventus-Milan

In rigido ordine temporale: Sassuolo-Napoli alle 18, con tutte le critiche che la decisione di spostare l’orario si è portata dietro, appena dopo spazio al posticipo serale Juventus-Milan. Sulla carta, per quel che conta s’intende, un turno favorevole agli uomini di Sarri: lontani due punti dalla vetta e speranzosi che qualcosa possa accadere proprio in questo weekend. Dove, sempre in analisi a bocce ferme, il Napoli non dovrebbe incontrare particolari ostacoli nel risolvere la pratica Sassuolo, comunque rinfrancato dalla fresca vittoria sul campo dell’Udinese, mentre la Juventus si ritrova al cospetto di un avversario storico, di altro valore e – sotto la gestione Gattuso – in piena corsa Champions. Basterebbe ricordare come, da quando si è concretizzato l’avvicendamento tecnico sulla panchina rossonera con Vincenzo Montella, il Milan viaggi ad un rendimento da terzo posto della classifica di Serie A. Alle spalle delle sole, neanche a dirlo, Juventus e Napoli. Questo sulla carta: poi nella concretezza ogni discorso è interamente da sviluppare.

Le insidie per il Napoli

Sono tutte insite nella specifica circostanza: il Napoli dovrà valutare le condizioni di tutti i nazionali presenti nel suo organico, e come potete intendere non sono pochi, mentre il Sassuolo ha avuto ben due settimane tipo per preparare al meglio l’impegno. Poi ovviamente i valori sono differenti e la banda Sarri – se vorrà davvero mettere le mani sul terzo scudetto della sua storia – non potrà permettersi un passo falso contro una squadra in piena lotta salvezza. Le complessità maggiori riguardano i nomi di Elseid Hysaj e Marek Hamsik: l’albanese ha rimediato una contusione nella tornata di impegni con la sua nazionale, mentre lo slovacco deve smaltire il problema muscolare che lo ha estromesso dal campo dopo pochi minuti della gara con il Genoa, oltre all’operazione alle tonsille effettuata nei giorni scorsi. Le questioni parrebbero entrambe superate, non dovesse essere così sono pronti Maggio e Zielinski, reduce dal super gol con cui la sua Polonia ha steso la Corea del Sud al novantaduesimo minuto.

Juventus-Milan, la notte di Bonucci

Se la Juventus deve guardarsi le spalle dal ritorno del Napoli, a sua volta il Milan non può fallire: quando rincorri, è storia nota, ogni battuta d’arresto moltiplica i suoi effetti negativi. Ragion per cui, se gli uomini di Gattuso vorranno restare agganciati al treno Champions, sono chiamati a fare risultato sul campo dei campioni in carica: o meglio, nell’impianto di chi vince ininterrottamente da sei anni. Un lasso di tempo in cui Leonardo Bonucci ha rappresentato l’essenza di queste vittorie: storico leader difensivo della Juventus dei sei scudetti e delle due finali di Champions League in tre anni, ha aggiunto quell’innata abilità nell’impostare la manovra sin dalle sue prime battute alla compattezza difensiva di una squadra che su questo ha fondato i suoi successi. Nella recente estate Bonucci ha scelto di cambiare aria: si dice per via dei contrasti sorti prima con il suo allora allenatore Massimiliano Allegri, in occasione del celebre battibecco di Juventus-Palermo, poi con lo stesso tecnico e con alcuni compagni di squadra nel misterioso intervallo di Cardiff. Quando qualcosa non andò nella giusta direzione e la Juventus tornò in campo in un vestito irriconoscibile, contro un Real Madrid – superfluo sottolinearlo – pronto ad approfittarne. A sbranare l’avversario in difficoltà.

Bonucci, una dimensione oltre

Ma c’è di più, ci deve senz’altro essere di più: la fame di Bonucci, la convinzione nei propri mezzi, lo ha indotto ad inseguire una rivoluzione. Lasciare il certo per l’incerto. Quanti lo avrebbero fatto? Pochi, ve lo diciamo noi. Quelli come Bonucci. Lasciare le sicurezze consolidate della Juventus per le incertezze che un nuovo progetto quale quello del Milan si portava (e si porta) inevitabilmente dietro. Le prime conseguenze riflettono necessariamente i blocchi di partenza: la Juventus del post-Bonucci inizialmente ha sbandato e non poco, salvo poi ritrovare la proverbiale compattezza. Il Milan ha a sua volta faticato: al che, simpaticamente, dopo i primi mesi si diceva che Bonucci avesse indebolito due squadre. Leader per natura, si era responsabilizzato dell’intero progetto Milan, ne aveva personalizzato le ambizioni, caricandosi di un peso più largo delle spalle di chiunque: l’approdo di Rino Gattuso lo ha in tal senso aiutato. Come ammesso dallo stesso Bonucci, con il nuovo allenatore è riuscito a non pensare più al mondo che lo circondava ma invece a concentrarsi su sé stesso. Sul suo rendimento. Su quanto aveva da fare sul campo. E si è ritrovato.

Bonucci e Napoli, ancora voi?

Alla fine della giostra il destino scrive l’ennesima pagina di corsi e ricorsi storici, che si intrecciano tra loro fino a giungere alla più stretta attualità. Il Napoli dell’era De Laurentiis si è stabilizzato a determinati livelli, occupando con continuità una posizione in altissima classifica e dunque impersonificando un ruolo importante nell’economia della Serie A. Si è avvicinato allo scudetto nel primo anno a targa Sarri: stagione 2015-16, quella del record di marcature centrato da Gonzalo Higuain, il Napoli si presenta con due lunghezze di vantaggio sulla Juventus nello scontro diretto dello Stadium, girone di ritorno. Sul risultato di 0-0 Hysaj serve il cross perfetto ad Higuain, allora con la maglia del Napoli per chi l’avesse dimenticato (impossibile), ma il clamoroso intervento di Bonucci toglie il pallone dalla testa dell’argentino, tutto pronto a depositare comodamente in rete da pochi passi. Quel momento scrive la storia del campionato: d’un tratto si passa da un più 5 che avrebbe steso le resistenze di chiunque, al beffardo meno uno a cui si ritrovò il Napoli al fischio finale. Frutto del casuale gol di Zaza che inevitabilmente indirizzò gli esiti del discorso scudetto. Ed allora è un po’ come se Bonucci (oggi al Milan) abbia da risarcire il Napoli per quel sabato ancora vivo nei ricordi e nelle emozioni del popolo partenopeo: può farsi perdonare ora fermando la sua vecchia Juventus, sabato allo Stadium, ancora contro Higuain. Che oggi è alla Juventus. Insomma intrecci del destino che, qualora il disegno si compisse, aggiungerebbero un pezzo cruciale ad un ipotetico puzzle: Juventus che perde lo scudetto dopo sei anni, nel primo senza Bonucci, titolo risarcitorio al Napoli di Sarri. Un sorriso al buon Leo scapperebbe di certo.

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