2014
Bonucci: «Madrid svolta. Nazionale? Ritiro inadatto»
L’analisi del momento bianconero in vista del big match
JUVENTUS BONUCCI – Uno dei giocatori più utilizzati nel campionato italiano è senza dubbio Leonardo Bonucci, che nella classifica deve cedere il passo solo a De Sanctis, Handanovic, Mirante e Alessandro Lucarelli. Il segreto del difensore della Juventus? Vita sana e serietà professionale, oltre al contributo del motivatore Alberto Ferrarini, che considera un valore aggiunto. Bonucci ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport del big match contro la Roma, che non rappresenta però una sfida alla pari: «I più forti siamo noi, lo abbiamo dimostrato sul campo negli ultimi tre anni, ma la Roma è cresciuta, molto, sia tecnicamente sia a livello di autostima. Mi aspetto una sfida parecchio diversa dalle passeggiate che abbiamo fatto in casa negli ultimi anni. Lo scudetto sarà comunque un affare a due, fra noi e la Roma appunto. Il resto del gruppo mi sembra piuttosto lontano… Eviterei volentieri Totti e Gervinho. Francesco è un grande, un fenomeno, il vero leader, mentre Gervinho è l’uomo chiave della Roma, è il cambio di passo dei giallorossi».
LA SVOLTA EUROPEA – Il difensore ha parlato poi della sconfitta in Champions League contro l’Atletico Madrid, che potrebbe rivelarsi una lezione per il futuro: «Forse in Europa manchiamo di un po’ di personalità. Abbiamo tutto per fare bene, ora però serve uno scatto deciso anche a livello mentale. Ci vuole reale consapevolezza nei nostri mezzi, che sono tanti. Ho letto parecchie critiche nei nostri confronti, alcune giuste, perché in effetti ci siamo limitati al compitino, mentre a un certo punto bisognava osare di più. A Madrid, però, la gara l’abbiamo fatta noi, da grande squadra. Dalla Spagna siamo tornati con molte più certezze e meno complessi. Credo che l’Atletico possa davvero rappresentare per noi una svolta a livello internazionale, ci siamo resi conto di poter stare a certe altezze».
I CAMBIAMENTI – Bonucci ha evidenziato poi le qualità di Carlitos Tevez, che giudica un fenomeno, mentre per Arturo Vidal è fondamentale continuare a giocare per arrivare al top della forma. Pogba ha, invece, margini di crescita incredibili ed è potenzialmente un numero uno. L’attenzione si sposta poi sulle differenze tra Antonio Conte e Massimiliano Allegri: «Prima di tutto hanno in comune una feroce voglia di vincere. Obiettivo che inseguono con atteggiamenti diversi: Conte è un guerriero, anche fuori dal campo; Allegri è più sereno nell’approccio al lavoro, ma sa farsi sentire eccome quando le cose non vanno. Ora la manovra è più ragionata, ci sono meno verticalizzazioni veloci, però l’attacco della palla è rimasto invariato. Mi sento un elemento forte e importante all’interno di una squadra grandissima. Così mi fanno sentire per primi tecnico e società, oltre allo stesso Conte in Nazionale».
AZZURRO – A proposito di Nazionale, Bonucci ha analizzato il fallimento degli azzurri ai Mondiali, provando a spiegarne le motivazioni e traendo qualche spunto interessante di riflessione: «Non siamo stati bravi a gestire tutti i complimenti ricevuti dopo quella gara. Parlavano di grande gioco, di “Tiquitalia”, e la nostra testa è andata forse un po’ oltre. Poi, va detto, hanno influito anche alcuni episodi negativi, soprattutto contro l’Uruguay… Anche non volendo, in un luogo così particolare il clima finiva per essere un po’ troppo vacanziero. E pure il campo d’allenamento all’interno del resort è stato un handicap: di fatto, non abbiamo mai respirato veramente il clima Mondiale. Balotelli? Deve imparare a far parte di un gruppo, sempre. Se lo capisce può essere devastante. Il problema è che a volte si isola davvero senza motivo. Sarebbe magari stato utile qualche uomo di grande saggezza in più nei 23, là davanti in particolare. Un equilibratore, un punto di riferimento, ciò che era stato Di Natale in Polonia e Ucraina per intenderci».