2018
Bonucci, ma che è ‘sta cafonata?
Bonucci segna e torna alla sua solita esultanza, accompagnata da tanto di video sui social: un gesto fuori contesto e che non c’entra proprio nulla col delicato momento del Milan
La premessa facciamola subito, prima che qualche tifoso da tastiera cominci a frignare: Leonardo Bonucci è un ottimo calciatore. Probabilmente non era un fenomeno prima, quando tutti lo dipingevano come tale, e non è un brocco ora che le cose non gli vanno meglio di sicuro, ma resta comunque nel suo uno dei migliori difensori del nostro campionato. Pace e bene fratelli. Ciò che però lascia vagamente interdetti e in parte pure un po’ perplessi è l’effettiva capacità del capitano del Milan di riuscire a gestire in maniera quantomeno decente la propria immagine. Un’immagine forte, non c’è dubbio, con una impronta personale e di sicuro non banale, gliene diamo anche atto, ma a questo punto leggermente stucchevole, lasciatecelo dire senza che nessuno s’ingrugni troppo. Bonucci o, ancora meglio, chi per lui gestisce la comunicazione, di comunicazione non ci capisce moltissimo.
L’idea basica, non originalissima ma comunque ipoteticamente efficace, sarebbe quella di gestire il brand Bonucci alla guisa di quelli dei più grandi campioni a livello mondiale: Cristiano Ronaldo, Leo Messi, Neymar, ma pure di stelle nascenti del mondo del pallone che hanno una certa complicità con il mondo social (Paulo Dybala è l’esempio più vicino a noi). Così Bonucci inizia a coniare un motto, “#Hungerthanever” (“Più affamato che mai”), una volta sbarcato al Milan e ad utilizzare i propri account in maniera decisamente disinvolta. L’obiezione che in molti faranno è prevedibile: lo faceva ultimamente anche alla Juventus. Vero. Magari non propriamente così, ma facciamo finta di sì. Il problema di fondo però che probabilmente qualcuno (anche all’interno dello staff del giocatore) tende ad ignorare è che, alla Juve, Bonucci vinceva.
Bonucci invita a sciacquarsi la bocca… ma de che?
La scelta della propria comunicazione, ovvero ciò che si intende comunicare (ai tifosi, agli addetti ai lavori, a chi vi pare) va intesa come quella di un abito e Dio solo sa quanto può essere ridicolo uno che va ad un matrimonio vestito da boy scout. Così Bonucci comincia a fare proclami via social, a stimolare i tifosi, a fare promesse più o meno avventate (quella di spostare gli equilibri sarebbe diventata tristemente epica, un vulnus comunicativo di proporzioni enormi che dovrebbe raccontare a qualsiasi professionista del settore come, in molti casi, un bel tacer non fu mai scritto). Il Milan però purtroppo, a differenza della Juve, non vince. Anzi di più: fa pena. Anche Leonardo in campo pare la brutta copia di quello visto negli anni precedenti in bianconero: è nervoso, fuori contesto, decisamente in difficoltà. Lui però non si perde d’animo e non molla di un centimetro (bravo)… anche sui social. Continua a scrivere fiumi di parole, incitamenti, spiegazioni, massime di vita. Si crea perfino delle auto-citazioni (prontamente tradotte in inglese per il pubblico internazionale).
https://www.instagram.com/p/BZjOWzBl6SA/?taken-by=bonuccileo19
Fa quello che fanno un po’ tutti gli eroi del calcio moderno, direte voi. Sì appunto, quelli che vincono. Ronaldo non s’è mai posto il problema di risultare ridicolo nello scrivere un sermone di duecento parole sulla sua vita perché, a quel sermone, accompagna uno scatto di tutti i trofei personali vinti in carriera (che quasi non ci stanno in foto, tanto per dire). Se pure Messi dovesse prendere a non vincere nulla da qui ai prossimi cinque anni non fregherebbe niente a nessuno, perché sarebbe comunque Messi, al di là di ciò che dice o scrive. Se però Bonucci festeggia il primo gol in maglia milanista (a gennaio) dopo mesi di atroci sofferenze per lui e per i tifosi accompagnandolo a un video (ben fatto e pure divertente, per carità) in cui illustra alla gente come ci si dovrebbe sciacquare la bocca (la sua tipica esultanza, un marchio di fabbrica che può piacere oppure no, ma che tale resta. Leggi anche: L’ESULTANZA DI BONUCCI), la prima domanda che il tifoso medio (magari pure rossonero) si porrà è: “sciacquarsi la bocca… ma de che?”. La seconda magari: “ma che è ‘sta cafonata?”.
https://www.instagram.com/p/BdndPnLlz3x/?taken-by=bonuccileo19
Alle fondamenta del gesto di Bonucci: il Milan non c’entra un tubo
Perché un gol non annulla una prima parte di stagione pietosa, così come due risultati utili di fila non rendono il campionato del Milan più dignitoso manco per niente. Non c’è nulla da festeggiare, specie in una piazza abituata a ben altro tipo di successi che una vittoria (brutta) col Crotone con gol di Bonucci e non c’è nulla di cui sciacquarsi la bocca, ma proprio niente niente. Passino i proclami e i video autoreferenziali quando sei alla Juve e vinci, passino pure quando sei il capitano di una squadra che se la passa dignitosamente (e l’augurio è che il Milan torni a passarsela anche più che dignitosamente), ma così no. Un’esultanza dopo un gol è pur sempre un’esultanza dopo un gol e merita rispetto, ma se proprio vuoi che diventi un gesto universale devi almeno spiegarcela, altrimenti si perde il senso logico e naturale delle cose. Perché vedete, il calciatore che comunica tanto venderà pure per gli sponsor, ma quello che vince anche di più. Ci sono arrivati tutti, gli unici che non ci sono ancora arrivati sono Bonucci e i suoi.
La mia esultanza? È un gesto coniato dai miei amici: siamo un gruppo di juventini, milanisti e interisti… È NATO COME UNA SCOMMESSA. la gente ne ha capito il significato e mi scrive anche che è orgogliosa di questa esultanza, che fa capire a tanti che quando si parla della Juventus si devono sciacquare la bocca – Bonucci nel 2014