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Boninsegna: «Inter grande squadra, lotterà per vincere lo scudetto»

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Le parole di Roberto Boninsegna, ex bandiare dell’Inter: «Io sono nato interista. Anzi, io sono nato idealmente in uno stadio»

Roberto Boninsegna tra una decina di giorni compie 80 anni. Un’occasione per ricordare la sua carriera e parlare dell’Inter di oggi, il club al quale è stato più legato per il quale ha sempre provato un grandissimo amore, pur avendo giocato e fatto benissimo anche in altre squadre, come il Cagliari prima e la Juventus dopo. Il grande bomber si è raccontato a La Gazzetta dello Sport.

NATO INTERISTA – «Ero la mezz’ala del Sant’Egidio di Mantova. Ci chiamavano gli Invincibili perché avevamo giocato due anni senza perdere. C’è una vecchia foto, dove sotto la maglia si vede un’altra maglietta a strisce nerazzurre, quella dell’Inter. Avevo 12 anni. Io sono nato interista. Anzi, io sono nato idealmente in uno stadio».

IL PRIMO IMPATTO – «Ero interista. Ero un ragazzo felice, Ho vinto anche due tornei di Viareggio, c’era Facchetti. Nel 1963 sto per esordire a Bergamo contro l’Atalanta, ma Helenio Herrera schiera Di Giacomo con un braccio ingessato. Poi vado in prestito al Prato in B, al Potenza in B, al Varese in A e, a titolo definitivo, a Cagliari».

LA TELEFONATA DEL PRESIDENTE FRAIZZOLI – «Mi dice: Bobo, ti abbiamo venduto alla Juventus in cambio di Anastasi. Ero in vacanza con mia moglie a Viareggio…»

HA PRESO BOTTE – «Molte. Il campo era il campo e i colpi non mancavano».

HA FATTO BOXE – «No. Mi hanno rotto tre volte il setto nasale, anche in A. I gomiti dei difensori volavano alti. Ma mi sono difeso, diciamo che non ho mai offerto l’altra guancia».

INTER DA SCUDETTO – «Certo. Lotterà per vincerlo. L’ho vista con la Roma, una gran bella squadra. Thuram è un giocatore di valore, ha fatto un gol molto bello. Deve stare attenta alla Juve. Sarà un duello fra loro due».

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