Boniek: «Non so spiegare la sconfitta della Juve di Atene. E sull'Heysel penso questo. La mia Roma ha giocato un calcio bellissimo. Platini è stato la mia fortuna? No, è il contrario...»
Connect with us

Roma News

Boniek: «Non so spiegare la sconfitta della Juve di Atene. E sull’Heysel penso questo. La mia Roma ha giocato un calcio bellissimo. Platini è stato la mia fortuna? No, è il contrario…»

Avatar di Redazione CalcioNews24

Published

on

Boniek

Le parole di Zbigniew Boniek, ex attaccante polacco, sui suoi ricordi con le maglie di Juve e Roma in Serie A. Tutti i dettagli

Zbigniew Boniek è stato uno dei campioni stranieri che hanno reso grande il calcio italiano negli anni ’80. Polacco, ha giocato prima nella Juventus e poi nella Roma. Oggi su La Gazzetta dello Sport rievoca quel periodo.

IL BILANCIO IN BIANCONERO«Soddisfatto anche se sono certo che se quella Juve avesse giocato dieci volte la finale con l’Amburgo ad Atene nel 1983, sette volte avrebbe vinto, due pareggiato e una perso. Purtroppo uscì proprio quella partita su dieci… Eravamo molto più forti. Se avessimo vinto sono certo che avremmo alzato tre Coppe dei Campioni di fila e qualche Intercontinentale. Non mi so spiegare invece cosa accadde».
LO SCUDETTO DEL 1983 ALLA ROMA «Sulla carta eravamo più forti, tanto è vero che battemmo la Roma sia all’andata sia al ritorno. Ma dall’altra parte c’erano Falcao, Conti, Pruzzo, Di Bartolomei, Vierchowood…. Era una grande squadra anche quella e vinse meritatamente».
A BRUXELLES UN RIGORE CHE NON C’ERA«Sì e mi dispiacque molto. Se non fossi stato falciato avrei segnato io, ero solo davanti a Grobbelaar, con la porta spalancata. Andavo a cento all’ora, potevo mettere la palla dove volevo. Quella è una partita di cui nessuno può andare orgoglioso e mi ha lasciato un enorme dolore per la tragica morte di 39 persone, ma anche un grande dispiacere dal punto di vista sportivo perché io volevo vincere, in una gara normale, quella Coppa dei Campioni ed esserne fiero. Sono certo che ci saremmo riusciti perché avevamo calciatori e un modo di giocare ideali per fare male al Liverpool e alla loro statica difesa a quattro».
LA COPPA MOSTRATA AL RITORNO IN ITALIA«Io già non c’ero più. Dopo la partita, la mia ultima con la Juve, presi un aereo privato per raggiungere a Tirana la Polonia impegnata nelle qualificazioni Mondiali. Non voglio giudicare gli altri, ricordo solo che devolsi tutto il mio sostanzioso premio vittoria alle famiglie delle vittime».
A ROMA FAMOSO COME PAPA WOJTILA«Non scherziamo, lui è stato un gigante della Storia. Furono tre anni bellissimi anche se vinsi solo una Coppa Italia, perdendo lo scudetto del 1986 nella famosa gara col Lecce. Partimmo male, poi rimontammo la Juve grazie a un calcio straordinario, il più bello che abbia mai giocato. In mezzo al campo c’erano Conti, Ancelotti, Cerezo, Boniek, in attacco Graziani e Pruzzo…».
IL RAPPORTO CON PLATINI«Si dice spesso che, alla Juve, Platini facesse fare i gol a me. Era vero il contrario. Grazie a me Michel vinse tre volte di fila il titolo di capocannoniere dal 1983 al 1985. Poi sono andato alla Roma e, guarda caso, nel 1986 lo vinse Pruzzo… Io ero più centrocampista che attaccante ed ero altruista, ne ho fatti fare di gol».

Roma News

Dybala Roma, la Joya è il calciatore del mese di dicembre

Avatar di Redazione CalcioNews24

Published

on

dybala
Continue Reading

Roma News

Ryan Roma, il portiere vuole giocare di più: Ghisolfi cerca un nuovo vice Svilar

Avatar di Redazione CalcioNews24

Published

on

ryan
Continue Reading