2016
Donadoni: «Il c. t. è solo, ma lo rifarei»
Il Milan non lo ha considerato ancora: «Dovrei fare delle domande»
Certe porte non si chiudono mai e Roberto Donadoni non ha di certo chiuso quella che porta alla panchina della Nazionale, su cui è stato già seduto nel biennio tra il 2006 ed il 2008. Da allora sono passati anni e nel frattempo l’attuale tecnico del Bologna è maturato molto, passando per esperienze anche difficili, come quella del Parma la scorsa stagione. Nel corso di una intervista, oggi, Donadoni non ha chiuso la porta che lo porterebbe dritto nuovamente in azzurro: del resto anche il suo nome è tra quelli sulla lista del presidente della FIGC Carlo Tavecchio per il dopo-Antonio Conte, tra qualche mese. «L’esperienza da c. t. la rifarei, perché mi è piaciuto molto quel tipo di responsabilità – ha confessato Donadoni – . È stato bello, anche se sei un po’ abbandonato a te stesso». Donadoni però non è stato accostato solo all’Italia: arrivato a stagione iniziata in rossoblu (ha ancora due anni di contratto col Bologna), si parla di un possibile ritorno da allenatore nel club che lo ha visto trionfare da giocatore, il Milan.
«DOVREI FARE DELLE DOMANDE» – Nonostante i buoni risultati da tecnico, finora Donadoni non è riuscito mai ad arrivare alla panchina rossonera. Come mai? «Queste domande non me le faccio. Le farò se dovesse capitare, a chi di dovere». Ovvero a Silvio Berlusconi, chiaro. Intervistato dalla rivista Undici, il calcio è la cultura, Donadoni ha poi parlato anche dell’esperienza l’anno scorso al Parma: un’esperienza dura che ha poi portato i gialloblu al fallimento tra mille vicende grottesche, ma che nonostante tutto ha unito il tecnico alla città emiliana. «Ho visto tanta generosità di persone incredibili, appassionate. Purtroppo ho visto anche il contrario – dice Donadoni – . Il calcio è lo specchio di questa società. Sono rimasto molto deluso pensando alla fatica di chi stava dietro le quinte. Ci siamo sentiti traditi». Su Bologna: «Una città bella, con della gente che mi ha accolto in maniera cordiale e positiva, e questo è un motivo di maggiore responsabilità. C’è tanta passione. Stiamo lavorando bene, ma dobbiamo continuare a farlo».